Scontro incandescente a Dimartedì (La7) tra il segretario di Azione, Carlo Calenda, e l’europarlamentare della Lega, Roberto Vannacci. Le scintille esplodono subito quando il generale dell’Esercito rivendica “i valori della destra”: “Crediamo nei valori fondamentali come la sicurezza, come l’identità, come il popolo e che combatteremo fino all’ultimo sangue per proteggere questi principi. La nostra è una destra che protegge il proprio elettorato e non protegge il pianeta e l’umanità. Quello lo lasciamo proteggere a persone come Calenda, che evidentemente non riscuotono un grande successo, a giudicare dai risultati delle ultime europee”.
“Non c’è una singola cosa che ha detto adesso il generale Vannacci che non sia di una banalità sconfortante – commenta Calenda – Tutti riteniamo, io per primo, il valore della sicurezza fondamentale. Tutti quanti pensiamo che l’identità sia importante, che però non è l’avversione verso l’altro, non è cercare di speculare sulla paura dell’altro”.
E rincara: “Lei spesso parla dei suoi attributi per far vedere che è un uomo. Io però vedo dei tratti di codardia in quello che dice, perché uno che se ne va in giro facendo il simbolo della X Mas, cioè un’organizzazione di rinnegati che lavorava per il capo delle SS in Italia, dovrebbe almeno avere gli attributi per dire che è fascista. Ai fascisti gli si poteva dire tutto, ma almeno avevano il coraggio di dire che erano fascisti, non è che dicevano: ‘Io non sono antifascista, però alla X Mas voglio bene”.

“Vedo che l’onorevole Calenda non cambia stile e la butta in caciara. Ho sempre detto che non mi riferivo a quella X Mas”, ribatte Vannacci, mentre Calenda dissente gesticolando.
Il leader di Azione replica, riferendosi al presidente del comitato vannacciano ‘Mondo al contrario’, Fabio Filomeni, tenente colonnello in congedo ed estimatore del generale golpista Junio Valerio Borghese: “Quando c’è uno che va a commemorare Borghese, non si parla di quella X Mas che diceva lei. E di nuovo lei fa il solito mix di codardia e di ipocrisia, del resto l’ha sempre fatto. Dice frasi sull’omosessuale come se fossero fatti i suoi, o su chi non ha i tratti somatici italiani, poi se le rimangia a metà. Io – aggiunge – non ho mai sentito da lei una singola proposta concreta. Parla solo di sé: le e le canne, lei che se slaccia i pantaloni, lei e i trans. Lei è un influencer della destra“.
Vannacci ribatte: “Il dottor Calenda si comporta come il professorino che cerca di interrogarmi e di darmi il voto. A lui invece il voto lo hanno già dato gli elettori, mandandolo a casa alle europee”.
“Vannacci, non si agiti”, rilancia Calenda.
“Il suo successo è superiore alla sua educazione, visto che continua a interrompermi”, ribatte Calenda.

La querelle tra i due politici raggiunge ll clou sulla campagna elettorale social che Vannacci sta conducendo a favore del candidato filo-Putin Calin Georgescu. arrivato a sorpresa al ballottaggio nelle elezioni politiche in Romania. L’eurodeputato leghista, che ha una moglie romena, spiega i motivi del suo sostegno: “Ha prestato servizio presso l’Onu, è un professore, quindi non viene certo dalla strada, è una persona che vuole la pace, propone la sicurezza, esalta i modelli tradizionali di famiglia e il ritorno a dei valori che hanno sempre caratterizzato un’Europa vincente”.
“Ma abbia pietà con ‘sti modelli tradizionali – insorge Calenda – Io ho un modello molto tradizionale, molto più di quello del suo capo-partito Salvini, non c’ha niente di tradizionale nel suo modello di famiglia, ma rompe le palle a tutto l’universo. Ma lei, perché si arroga il diritto di giudicare chi è tradizionale e chi non lo è?”.

Lo scontro si rinfocola sugli hotspot in Albania, pervicacemente difesi da Vannacci che afferma: “È interesse nazionale riportare questi immigrati da dove sono venuti. E quello albanese è un esperimento che va portato avanti. Ricordo che proprio fu Londra a ipotizzare la deportazione degli immigrati irregolari in Ruanda. E ci sono tanti paesi che guardano con grandissimo interesse questa impresa italiana. A Roma c’è un detto scritto nella Casilina: se insisti e resisti, raggiungi e conquisti. Andiamo avanti su questa direzione, è quella giusta”.

Calenda commenta, parodiando gli slogan di Vannacci: “È figo questo detto, il problema è che resisti con i soldi degli italiani. Tra l’altro, lei fa anche citazioni a cavolo. La cosa del Ruanda è stata chiusa dal governo inglese perché non funzionava, esattamente come un funzionano i centri in Albania. Mentre voi dite ‘resisti, indurisci, la forza, la decima’, buttate i soldi degli italiani perché quelli sono 800 milioni di euro e noi non possiamo fare una Tac, ha capito generale? Quindi le cavolate si pagano“.
Vannacci rinfaccia a Calenda il reddito di cittadinanza e “i banchi a rotelle della Azzolina”, scatenando l’ilarità del pubblico e dello stesso Calenda che risponde: “Ha beccato quello sbagliato“.

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