Il nuovo “Report diritto d’asilo 2024. Popoli in cammino senza diritto d’asilo” della Fondazione Migrantes e pubblicato da Editrice Tau, è stato presentato oggi, 11 dicembre alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Una fotografia dei flussi migratori e delle politiche di accoglienza e asilo in Italia e in Europa, giunta ormai all’ottava edizione. Oltre all’analisi dei dati, la Fondazione, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, ha mosso dure critiche alle recenti scelte politiche, a livello nazionale come comunitario, dall’accordo con l’Albania al nuovo Patto Ue su asilo e migrazioni.

I numeri dell’Italia – Al 1° gennaio 2024, l’Italia ospita meno di 414.000 cittadini non comunitari con permesso di soggiorno per protezione e asilo, pari allo 0,7% della popolazione. Nel sistema di accoglienza nazionale risultano presenti 138.000 persone, tra rifugiati e richiedenti asilo. Le cui domande di protezione sono in aumento: nei primi otto mesi del 2024 sono state 109 mila, con un aumento del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Mentre crollano gli arrivi via mare: tra gennaio e metà ottobre 2024 si contano 54.000 sbarchi, il 61% in meno rispetto al 2023. Il Bangladesh guida la lista dei paesi di provenienza (10.800 arrivi), seguito da Siria (10.000) e Tunisia. Mentre nel 2023 le principali nazionalità erano Guinea, Tunisia e Costa d’Avorio. Inoltre, il Report sottolinea che, nel primo semestre del 2024, le ong hanno effettuato operazioni SAR (Search and Rescue) che hanno portato al salvataggio di 6.200 persone, meno di un quinto del totale degli sbarchi (33.500). Nel 2023, le ong avevano salvato 8.900 persone, rappresentando il 6% degli sbarchi, un dato in calo rispetto agli anni precedenti.

Le critiche, anche a Ue e Germania – Il Report solleva dubbi sull’accordo Italia-Albania, la cui operatività è attualmente sospesa per le controversie giuridiche del Protocollo, e critica i rischi per i diritti. “Malgrado i significativi costi economici – afferma il Report -, il protocollo potrebbe risultare inefficace rispetto ai suoi stessi obiettivi e dannoso per i diritti fondamentali dei migranti, creando di fatto un sistema di ‘esternalizzazione’ che isola i migranti dal territorio e dalla società italiana”. Alla presentazione del rapporto, il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, ha espresso perplessità sul Protocollo, criticando atteggiamenti populisti e affermazioni banalizzanti sul fenomeno: “C’è qualche politico che ha detto “è finita la pacchia”, che vuol dire? Che qualcuno si diverte a lasciare la propria casa, le proprie cose?”. La Fondazione boccia anche il “nuovo” Patto su migrazione e asilo dell’Ue, che introduce procedure accelerate per i richiedenti asilo e limita l’accesso al diritto di ricorso legale contro i respingimenti. Tra le criticità, il Report denuncia la “finzione giuridica del non ingresso”, che consente di trattare alcuni richiedenti asilo come se non fossero presenti sul territorio europeo, pratica già messa in atto dal governo italiano con il cosiddetto decreto Cutro del 2023. Sotto la lente anche il sistema tedesco di asilo, descritto come “controverso”: alle limitazioni alla libertà di movimento e alle condizioni inadeguate degli alloggi si affiancano pressioni verso politiche più restrittive.

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