"Ammiriamo le coraggiose ragazze dell'Iran, che vengono accecate nel loro Paese, eppure quando arrivano in piazza Libertà la sera non hanno una toilette"
Durante la consegna del San Giusto d’Oro, il premio che Assostampa Friuli Venezia Giulia ha assegnato quest’anno all’imprenditore Enrico Samer, le associazioni della Rete Solidale di Trieste hanno ricevuto la Targa speciale per l’impegno profuso a favore dei migranti, dei fragili e degli indigenti. Un riconoscimento indigesto per l’amministrazione di centrodestra della città, da sempre restia a dialogare con i volontari solidali coi migranti, tanto che il sindaco Roberto Dipiazza ha lasciato la cerimonia alle prime critiche espresse da una rappresentante della Rete.
A prendere la parola è stata Marianna Buttignoni, attivista di Linea d’Ombra, associazione di volontari che da anni accoglie, assiste e rifocilla chi ha appena attraversato il confine e arriva in piazza della Libertà, nei pressi della stazione e degli ex magazzini portuali in rovina, indegno riparo dei migranti che il comune ha più volte sgomberato senza tuttavia approdare a una soluzione. Così, nel discorso che ha tenuto accanto alle autorità, Buttignoni ha raccontato cruda verità di una piazza dove ogni anno 15mila persone ricevono un minimo di assistenza grazie ai volontari. “Con gli sgomberi è finito tutto? No, la Rotta balcanica è splendidamente aperta e chi ci dice che si può mettere un tappo sul confine vende un’illusione, mente sapendo di mentire”, ha detto citando i tanti conflitti che spingono le persone a partire. Ancora: “Noi ammiriamo le coraggiose ragazze dell’Iran, che vengono accecate nel loro Paese, eppure quando arrivano in piazza Libertà la sera non hanno una toilette. Ci si cambia l’assorbente dietro le panchine o dietro la statua dell’imperatrice Sissi. Questo è un disonore per la città, è un insulto per le persone e per la dignità delle donne curde che cambiano il pannolino dei loro bambini” in quelle condizioni, ha spiegato ricordando che, in assenza di un sistema di accoglienza di bassa soglia, le persone dormono sotto le intemperie, al freddo.
Tanto è bastato perché il sindaco Dipiazza si alzasse e lasciasse la sala. Oltre a lui, hanno abbandonato la cerimonia anche gli assessori regionali Pierpaolo Roberti e Fabio Scoccimarro e altri rappresentanti istituzionali. “E inaccettabile e degradante che il palco di un riconoscimento importante come il San Giusto d’oro sia stato sfruttato per attaccare pubblicamente le istituzioni di Trieste e del Friuli Venezia Giulia – ha osservato Roberti – Quanto avvenuto oggi rappresenta il punto più basso di una parabola che non ha niente a che vedere con il confronto civile che deve caratterizzare la dialettica politica e il dialogo tra le persone che legittimamente possono avere opinioni e visioni differenti”. Parole che, finita la cerimonia, i volontari rimandano al mittente. La Comunita’ di San Martino al Campo, Diaconia Valdese, Ics Ufficio Rifugiati Onlus, International Rescue Committee, Linea d’Ombra ODV, No Name Kitchen e DonK Humanitarian Medicine odv, le realtà che compongono la Rete solidale, sono state più volte attaccate dall’amministrazione di centrodestra, che le ha definite un “pull factor”, un fattore di attrazione dei flussi migratori. Per vedere come stanno le cose, è l’invito che Buttignoni ha fatto alla stampa presente, “venite in piazza, venite a vedere ragazzi nemmeno ventenni con le ferite inflitte dalla polizia ai confini dell’Unione europea, le cicatrici del filo spinato, i segni lasciati dai morsi dei cani. Venite in piazza a vedere”.