Il 12 dicembre i servizi Uber Black, Reserve, Van, Lux e Green saranno temporaneamente sospesi. "Il decreto avrà ripercussioni negative sui posti di lavoro della categoria e metterà ulteriormente in crisi il trasporto nelle città"
Uber aderisce alla protesta proclamata per giovedì 12 dicembre dalle associazioni degli Ncc (il noleggio con conducente) contro i decreti Salvini. La categoria accusa il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di aver fatto scrivere i provvedimenti, che stabiliscono molte limitazioni alla loro attività, dalla “lobby dei tassisti”. Come si legge in una nota “in […]
Uber aderisce alla protesta proclamata per giovedì 12 dicembre dalle associazioni degli Ncc (il noleggio con conducente) contro i decreti Salvini. La categoria accusa il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di aver fatto scrivere i provvedimenti, che stabiliscono molte limitazioni alla loro attività, dalla “lobby dei tassisti”. Come si legge in una nota “in concomitanza delle manifestazioni, a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Cagliari, Catanzaro e Palermo, i servizi Uber Black, Reserve, Van, Lux e Green saranno temporaneamente sospesi“. Gli Ncc scendono in piazza “contro le politiche del ministro Salvini e la sentenza della Cassazione che ha dato il via libera alle agenzie di viaggi per fare trasporto turisti”.
Secondo Azione Ncc, Comitato Air, Cna, 8.0, Sistema Trasporti i decreti Salvini “che dovrebbero regolare il settore invece introducono obblighi e divieti discriminatori che hanno l’effetto di favorire i taxi”. In particolare viene imposta una pausa di venti minuti tra viaggi con partenza fuori dalla rimessa e “bisognerebbe anche registrare i clienti: generalità, orario di partenza e di arrivo, destinazione. Una sorta di ‘schedatura‘ che aggiungerebbe lungaggini burocratiche e scoraggerebbe i clienti”. “Scatterebbe anche l’obbligo di tornare ‘in rimessa‘, quindi in sede, dopo ogni trasporto, e solo da lì ricevere nuove prenotazioni. Una norma controversa, già stata contestata nel 2020” aggiungono gli Ncc.
Uber a sua volta “conferma il proprio impegno nella difesa del diritto alla mobilità e al lavoro e ribadisce la necessità di tutelare l’esigenza dei cittadini di potersi muovere in modo rapido, sicuro e accessibile, evitando che rigide normative penalizzino chi utilizza i servizi Ncc”. Per Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, “il decreto non solo avrà ripercussioni negative sui posti di lavoro della categoria, ma di fatto metterà ulteriormente in crisi il trasporto nelle nostre città. Riteniamo che sia incostituzionale e lo contesteremo nelle sedi opportune. Dobbiamo concentrarci su una riforma più ampia del trasporto pubblico non di linea, che preveda leggi che vedano nella tecnologia uno strumento per offrire un servizio adeguato alle necessità degli utenti con l’obiettivo di rendere le nostre città meno trafficate, più verdi e più piacevoli da visitare. Non possiamo lasciare che una piccola minoranza determini la vita di milioni di cittadini”.