Si fa presto ad accusare il cibo spazzatura, che indubbiamente ha le sue colpe. Per quanto riguarda l’Italia, però, la causa dell’obesità infantile sta soprattutto nella “dieta mediterranea fatta male”, denuncia al Corriere Valter Longo, presidente dell’omonima Fondazione, docente di biogerontologia e direttore dell’Istituto sulla Longevità alla University of Southern California. “Credo che alla base di questa altra epidemia, perché di epidemia si tratta, ci sia una errata concezione dello stile di vita. I nostri bambini fanno poca attività fisica, nella migliore delle ipotesi; mangiano troppo e male”. Così, se credevamo di essere in una botte di ferro perché siamo il paese della dieta mediterranea, dobbiamo invece ricrederci – tranne per il 20% delle persone che, secondo l’esperto, la dieta mediterranea la mettono davvero in pratica. Per chi non lo fa i risultati si vedono, soprattutto nel mondo dell’infanzia.

Diffuso sovrappeso
Secondo dati del 2023, resi noti lo scorso maggio ed elaborati dal sistema di sorveglianza nazionale OKkio alla SALUTE, coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’ISS, in Italia il sovrappeso interessa il 19% dei bambini di 8-9 anni e l’obesità il 9,8%. Pur osservando un leggero miglioramento rispetto alle precedenti rilevazioni, le percentuali restano alte. Considerando poi una fascia di età fino ai 15 anni, come ha fatto l’Unicef nel suo recente rapporto “La condizione dei bambini nell’Unione Europea”, le cose vanno peggio: il sovrappeso interessa il 35% delle ragazze italiane e il 43% dei ragazzi, ponendo l’Italia al 4° posto nella media UE. “Lo scenario è quello di una Italia che sta emulando gli Stati Uniti”, osserva il prof. Longo, aggiungendo che purtroppo il 40% dei genitori di questi bambini non se ne rende conto.

Eppure, in gioco c’è il benessere presente e futuro dei piccoli. Per chi è obeso aumentano problemi respiratori e articolari, il rischio di malattie cardiovascolari e quello di contrarre il diabete 2, insidiosa malattia cronica che con il tempo porta danni a tutto l’organismo, tra cui aumento dei tumori e del rischio di cecità. E ancora si rischia steatosi epatica (o fegato grasso, che con il tempo può sfociare in cirrosi epatica) e, non ultimo, depressione e scarsa autostima. Tutto ciò a fronte di errori alimentari evitabili con un po’ di attenzione.

Eccesso di carboidrati
Anche se non esiste una vera e propria dieta mediterranea, ci sono comunque dei modelli che accomunano i paesi affacciati sul Mare Nostrum: verdura e frutta di stagione; cereali integrali; abbondanza di legumi, pesce con moderazione, poca carne e latticini, olio evo per condire. Questa breve sintesi è sufficiente per far notare le odierne discrepanze. Per cominciare, ci sono le 4 P contro cui Longo mette in guardia: pane, pasta, pizza, patate, consumati insieme. Avete notato come le patate fritte siano ormai una quotidianità e si mangino perfino con la pizza? E dopo aver mangiato la pasta, si attacca con il pane (se prima non erano già stati sgranocchiati dei grissini). “Poi, ogni giorno, i bambini consumano riso, frutta e succhi industriali”, prosegue l’esperto, spiegando che l’eccesso di carboidrati si tramuta in zuccheri, ed è come assumere ogni giorno “cinque lattine di bevande gassate o dieci cucchiai di zucchero”. In pratica i carboidrati, soprattutto raffinati, si mangiano in tutte le forme. Dai risultati dello studio EpaS-ISS “Effetti della pandemia da COVID-19 sui comportamenti di salute e sullo stile di vita di bambine, bambini e delle loro famiglie residenti in Italia”, presentati a maggio, veniamo a sapere che nel periodo in questione i bambini hanno mangiato più snack salati (24%) e cibi dolci (25%) – un trend che potrebbe proseguire ancora. Nello stesso periodo, i consumi di frutta e verdura sono scesi rispettivamente dell’8% e del 9%. E sulla loro stagionalità c’è anche molto da riflettere…

Troppe proteine, poche varietà e frugalità
C’è pure una quinta P, avverte l’esperto: le proteine in eccesso, soprattutto sotto forma di carne rossa e formaggi, per di più consumate in dosi da adulti, e non senza conseguenze. “Per quanto gli studi siano ancora in essere, non dobbiamo stupirci dinanzi a un’impennata di tumori precoci: alla mammella già nelle ventenni, al colon retto nei trentenni”. Nella dieta mediterranea vera le proteine provenivano principalmente dai legumi, che per Longo vanno mangiati quotidianamente. Quanti di noi, bambini e non, lo fanno? E che dire del buon olio extravergine? Non di rado è affiancato da oli di semi raffinati, che i nostri bisnonni di certo non conoscevano! Siamo ben lontani anche dai loro menù variati e dalla loro frugalità.

La nutrizione inizia da bambini
Longevi non ci si improvvisa, ci si coltiva fin dalla più tenera età: un adulto sano è stato un bambino sano. È questo il messaggio lanciato con il recente libretto illustrato da colorare La nutrizione inizia da bambini. Secondo i principi della dieta della longevità di Valter Longo, curato dalla Fondazione per Mondadori Electa. Vi si parla di stile di vita sano, dieta equilibrata ed esercizio fisico in modo semplice e accattivante per i piccoli, cui è dedicata la prima parte, e più approfondito – ma non solo teorico – per educatori e famiglie. I proventi delle vendite andranno alla ricerca, all’assistenza nutrizionale gratuita per chi è in difficoltà e a progetti educativi per scuole e famiglie, sempre gratuiti.

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