La riforma del sistema di ingresso di lavoratori stranieri ha concluso la sua prima prova il 30 novembre. E già qualcosa non torna. Il sistema produttivo chiede 300 mila quote all’anno invece delle 150 mila previste dal decreto per il triennio 2023-2025. I conti li ha fatti anche Confindustria: che siano sbagliati? A novembre, mese utile alla precompilazione delle domande per il 2025, le richieste registrate sono state 180.012., il 73% in meno rispetto alle richieste per il 2024. Il confronto con l’anno scorso lo ha fatto Palazzo Chigi, che precisa: “-75% per lavoro subordinato non stagionale; -80% per lavoro subordinato stagionale; -48% per assistenza familiare e sociosanitaria”. Dati in palese controtendenza: nel 2021 le domande sono state 209.150, salite a 304.304 nel 2022, a 581.006 nel 2023 e a 689.047 nel 2024. “Diretta conseguenza della stretta sui controlli introdotta dal d.l. 145/2024 (decreto “flussi migratori”, ndr)”, ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ricordando la battaglia del governo contro le false richieste, responsabili (almeno in parte) del fatto che solo un quarto delle quote si traduce in un’assunzione e in un permesso di soggiorno. “E’ stata infatti introdotta una nuova disciplina della fase di precompilazione, anticipata rispetto al click day, allo scopo di ampliare e rendere più effettivi i controlli sulla veridicità delle istanze – attraverso l’incrocio delle banche dati facenti capo a più amministrazioni – e così prevenire possibili frodi”, ha ribadito il ministro.
Opposta la valutazione della Campagna Ero Straniero promossa dalle realtà del Terzo settore che da anni criticano il sistema dei decreti flussi e sull’analisi di Piantedosi esprimono dubbi. “In realtà i controlli vengono svolti sulle domande effettivamente precaricate dai datori di lavoro: i dati di ieri si riferiscono, invece, a quanto domande sono state precompilate dal 1° al 30 novembre. Da quei numeri emerge chiaramente che un gran numero di domande non sono state proprio presentate rispetto agli scorsi anni e non che, come sostiene il governo, di quelle presentate, a seguito dei controlli, un gran numero ne siano state scartate”, spiega Ero Straniero. Che domanda: “Qual è il vero motivo di questa riduzione? Siamo sicuri che la riduzione delle domande sia una buona notizia? O è l’ulteriore evidenza del fallimento del decreto flussi in atto?”. L’ipotesi della Campagna? “Alla luce delle testimonianze raccolte da patronati, associazioni di categoria, singoli e famiglie, l’ipotesi è che le domande siano diminuite perché molti datori di lavoro non sono riusciti a presentare le richieste”. Perché? “Dopo le modifiche al decreto flussi la procedura è diventata estremamente onerosa in termini burocratici e di nuovi requisiti per i datori di lavoro, costretti a precaricare le domande in poche settimane e con scarso preavviso. Molti hanno quindi desistito”, sostiene Ero Straniero. Che mette in guardia dal “rischio altissimo” che datori e famiglie in particolare, decidano di non ricorrere a questo meccanismo, lasciando spazio ulteriore al lavoro nero e alla precarietà”.
A novembre i problemi non sono mancati,
come alcune avvocate alle prese con la riforma hanno raccontato al ilfattoquotidiano.it. E oggi confermano. “La piattaforma per la precompilazione è andata spesso in tilt, anche negli ultimi giorni utili, quando è apparso un messaggio per annunciare che il sistema sarebbe stato attivo per un paio d’ore in più, fino alle 22”, racconta
Maria Sipione, che in Sicilia ha collaborato con altri legali per far fronte alle domande, “ma senza riuscire a registrarle tutte”. Niente in contrario alla stretta sui controlli, sia chiaro. “Ma le complicazioni burocratiche hanno avuto conseguenze”, avverte. A proposito dell’incrocio delle banche dati di cui parla Piantedosi, “il collegamento con l’Agenzia delle entrate non funzionava e non è stato possibile inserire i dati per determinare l’indirizzo di futura abitazione del lavoratore straniero”. I legali avevano scritto al Viminale per chiedere una proroga, mai concessa, e avvertivano del rischio di lasciar fuori molti datori. Quanti è impossibile dirlo. L’unica certezza è che la nuova ricetta del governo
non dà migliori risposte al sistema produttivo. Alternative? “Nessuno degli emendamenti che abbiamo suggerito, come il superamento del click day o la possibilità di assumere persone già presenti sul territorio ma rimaste senza documenti, è stato approvato”, ha spiegato Ero Straniero lo scorso 26 novembre,
quando il decreto è stato approvato alla Camera. “Né sono state introdotte misure di garanzia per le decine di migliaia di vittime di questo sistema iniquo, persone che hanno fatto ingresso con il decreto flussi, magari hanno anche lavorato per un certo periodo col solo nulla osta, ma che poi non sono state assunte per cause indipendenti dalla loro volontà e sono destinate
a diventare irregolari e a vivere e lavorare nell’invisibilità”.
Lavoro & Precari
Lavoratori stranieri, richieste giù del 73%. Governo: “Merito dei nuovi controlli”. Gli addetti: “No, inefficienze e piattaforma in tilt”
Ero Straniero: "I controlli vengono svolti sulle domande effettivamente precaricate dai datori di lavoro: i dati del Viminale si riferiscono, invece, a quante domande sono state precompilate"
La riforma del sistema di ingresso di lavoratori stranieri ha concluso la sua prima prova il 30 novembre. E già qualcosa non torna. Il sistema produttivo chiede 300 mila quote all’anno invece delle 150 mila previste dal decreto per il triennio 2023-2025. I conti li ha fatti anche Confindustria: che siano sbagliati? A novembre, mese utile alla precompilazione delle domande per il 2025, le richieste registrate sono state 180.012., il 73% in meno rispetto alle richieste per il 2024. Il confronto con l’anno scorso lo ha fatto Palazzo Chigi, che precisa: “-75% per lavoro subordinato non stagionale; -80% per lavoro subordinato stagionale; -48% per assistenza familiare e sociosanitaria”. Dati in palese controtendenza: nel 2021 le domande sono state 209.150, salite a 304.304 nel 2022, a 581.006 nel 2023 e a 689.047 nel 2024. “Diretta conseguenza della stretta sui controlli introdotta dal d.l. 145/2024 (decreto “flussi migratori”, ndr)”, ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ricordando la battaglia del governo contro le false richieste, responsabili (almeno in parte) del fatto che solo un quarto delle quote si traduce in un’assunzione e in un permesso di soggiorno. “E’ stata infatti introdotta una nuova disciplina della fase di precompilazione, anticipata rispetto al click day, allo scopo di ampliare e rendere più effettivi i controlli sulla veridicità delle istanze – attraverso l’incrocio delle banche dati facenti capo a più amministrazioni – e così prevenire possibili frodi”, ha ribadito il ministro.
Opposta la valutazione della Campagna Ero Straniero promossa dalle realtà del Terzo settore che da anni criticano il sistema dei decreti flussi e sull’analisi di Piantedosi esprimono dubbi. “In realtà i controlli vengono svolti sulle domande effettivamente precaricate dai datori di lavoro: i dati di ieri si riferiscono, invece, a quanto domande sono state precompilate dal 1° al 30 novembre. Da quei numeri emerge chiaramente che un gran numero di domande non sono state proprio presentate rispetto agli scorsi anni e non che, come sostiene il governo, di quelle presentate, a seguito dei controlli, un gran numero ne siano state scartate”, spiega Ero Straniero. Che domanda: “Qual è il vero motivo di questa riduzione? Siamo sicuri che la riduzione delle domande sia una buona notizia? O è l’ulteriore evidenza del fallimento del decreto flussi in atto?”. L’ipotesi della Campagna? “Alla luce delle testimonianze raccolte da patronati, associazioni di categoria, singoli e famiglie, l’ipotesi è che le domande siano diminuite perché molti datori di lavoro non sono riusciti a presentare le richieste”. Perché? “Dopo le modifiche al decreto flussi la procedura è diventata estremamente onerosa in termini burocratici e di nuovi requisiti per i datori di lavoro, costretti a precaricare le domande in poche settimane e con scarso preavviso. Molti hanno quindi desistito”, sostiene Ero Straniero. Che mette in guardia dal “rischio altissimo” che datori e famiglie in particolare, decidano di non ricorrere a questo meccanismo, lasciando spazio ulteriore al lavoro nero e alla precarietà”.
I nuovi Re di Roma
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La protesta degli ‘schiavi dei divani’ di Forlì va avanti: “Così ci sfruttano, ecco la catena”
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.