Il presidente dell'Argentina ha radici calabresi. L'ufficializzazione della procedura è attesa ad Atreju nel weekend, dove sarà ospite del governo. Protesta la rete "Dalla parte giusta della storia"
Il presidente argentino, Javier Milei, riceverà presto la cittadinanza italiana grazie al principio dello ius sanguinis che riconosce il diritto di cittadinanza in base alla discendenza familiare. Il conferimento è avvenuto nella serata di venerdì, anche se l’ufficializzazione pubblica potrebbe arrivare sabato durante la partecipazione di Milei ad Atreju, la festa politica organizzato da Fratelli […]
Il presidente argentino, Javier Milei, riceverà presto la cittadinanza italiana grazie al principio dello ius sanguinis che riconosce il diritto di cittadinanza in base alla discendenza familiare. Il conferimento è avvenuto nella serata di venerdì, anche se l’ufficializzazione pubblica potrebbe arrivare sabato durante la partecipazione di Milei ad Atreju, la festa politica organizzato da Fratelli d’Italia al Circo Massimo. Il leader argentino rivendica da sempre un buon rapporto con la presidente del Consiglio che ha fatto sapere di “essersi impegnata personalmente per accelerare le pratiche”.
Durante una visita in Italia lo scorso febbraio, Milei aveva raccontato le sue origini italiane: i suoi nonni paterni emigrarono dalla Calabria in Argentina e anche sua madre ha radici italiane. “Sono italiano al 75%”, aveva dichiarato aggiungendo che il legame con l’Italia rappresenta per lui un motivo di orgoglio. Meloni, colpita dalla storia del presidente argentino, ha intrapreso un percorso diplomatico per soddisfare questa richiesta. Oltre a Javier Milei, anche sua sorella Karina, che è anche segretaria generale della presidenza argentina, dovrebbe ottenere la cittadinanza italiana.
Tuttavia, la decisione di concedere così rapidamente la cittadinanza a Milei ha sollevato diverse polemiche. La rete Dalla Parte Giusta della Storia che promuove una riforma della legge sulla cittadinanza basata sul principio dello ius eligendo ha criticato aspramente la scelta. “Questa concessione è la conferma che l’attuale legge n. 91 del 1992, basata sullo ius sanguinis, è obsoleta e incoerente”, si legge in un comunicato. “Com’è possibile che una persona che vive dall’altra parte del mondo, senza alcun legame con la cultura o la lingua italiana, abbia più diritti di chi nasce, cresce, lavora e vive stabilmente in Italia?”. Asmeret Yemane, attivista della stessa rete, ha aggiunto: “Questo è un altro schiaffo in faccia a tutte noi persone cresciute in Italia che non abbiamo la cittadinanza. Un’altra persona che, dall’Argentina, con il suo voto, potrà influenzare la mia vita in Italia, mentre io non posso farlo”.
Anche esponenti politici italiani hanno espresso critiche. Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e co-portavoce di Europa Verde, ha denunciato quella che definisce una “procedura accelerata”. “Ci sono persone con parenti italiani che aspettano anni per ottenere la cittadinanza. Favoritismi del genere sono inaccettabili”, ha dichiarato richiamando casi analoghi legati a figure politiche controverse come l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha rilanciato: “È una intollerabile discriminazione nei confronti di tanti ragazzi e ragazze nati e cresciuti in Italia che non avranno mai la cittadinanza”.