Musica

Lazza: “Ho deciso di puntare sulla musica quando ho rischiato di morire, ho perso 13 chili in un settimana. Dopo Sanremo sono diventato matto”

Ospite a Passa dal BSMT, il rapper milanese ha ripercorso la sua carriera musicale, dagli esordi al secondo posto al Festival di Sanremo, fino alla nascita del suo primo figlio

di F. Q.
Lazza: “Ho deciso di puntare sulla musica quando ho rischiato di morire, ho perso 13 chili in un settimana. Dopo Sanremo sono diventato matto”

Nove dischi di platino con l’album Sirio, un secondo posto al Festival di Sanremo 2023, tra i rapper più ascoltati dalla Gen Z (e non solo), Lazza è uno dei pilastri della musica urban italiana. Un’ascesa incredibile e che non accenna ad arrestarsi, come dimostrano i numeri di un 2024 comunque ricco di successi, a partire dal brano 100 Messaggi, presentato alla serata finale del Festival di Sanremo e poi chiesto a gran voce dai fan.

È uno Jacopo Lazzarini (questo il suo nome) a tutto tondo quello che si è raccontato ai microfoni di Gianluca Gazzoli, conduttore del video podcast Passa dal BSMT, dove ha spiegato da dove è iniziata la sua passione per la musica: “Ho cominciato con la tastiera che mi ha regalato mio nonno. Avevo 4-5 anni, mi divertivo a cercare di riprodurre a orecchio le sigle dei cartoni come Dragon Ball. Poi ho espresso il desiderio di prendere lezioni private di pianoforte e mi sono preparato per fare l’esame di ammissione al conservatorio”, spiega.

Quasi come se diventare un musicista fosse scritto nel suo destino, ma la scintilla non sarebbe scoccata subito. È stato uno sfortunato periodo della sua vita a fargli capire che la musica sarebbe stata la strada da percorrere: “Quando sono stato ricoverato, nel 2016, mi sono promesso: ‘Se esco di qua, prendo una strada ed è quella‘. Ho avuto una peritonite, presa male, poi è diventata un’occlusione intestinale, mi si è girato l’intestino. Ci siamo spaventati, lì ho rischiato perché in una settimana ho perso 13 chili. Da quel momento ho fame di quello che sto facendo, non è mai stata una cosa economica. Prima ero uno sconclusionato“.

Non sapeva ancora, in quel periodo, che la sua ascesa sarebbe giunta fino al Festival di Sanremo, dov’è arrivato un passo dalla vittoria. “Ero un po’ spaventato – confessa Lazza -, perché Sanremo o lo fai bene o ti affossi. L’unico che è riuscito ad arrivare ultimo e a fare il botto è Tananai. Io dopo (il secondo posto, ndr) sono diventato matto, c’è stato un periodo che ero proprio isterico. Era troppo capito? Non mi sono più fermato, è stato un insieme di cose, interviste di qua e interviste di là”, aggiunge.

La fama, però, nasconde sempre l’altra faccia della medaglia, un lato tossico che molti fan spesso dimenticano e che per Lazza sono “i social, tutti hanno qualcosa da dire. Facebook è il peggio del peggio, viene decontestualizzato tutto. Quando ti scrivono, nella loro testa si sono già dati una risposta. Mi chiedono se posso fare un video con gli auguri di compleanno a un loro amico o parente, se dico no, al loro cervello è come se arrivasse: ‘No, pezzo di me*da‘. Poi resta il ‘Se tu fai questa cosa è grazie a me che ti ho comprato il disco’. E poi spesso non l’ha nemmeno comprato”. Ma questo ragionamento, specifica Jacopo, non vale per tutti i fan. Anzi, è capitato spesso che lui ne andasse a trovare qualcuno a casa loro: “Uno mi ha scritto se andavo a prendere un caffé da lui. Non avevo nulla da fare e sono andato, mi aveva preso un tiramisù e io gli ho portato una tuta. È stato un grande“.

Da circa un mese, per Lazza, si è aperto un nuovo capitolo della sua vita: quello da papà: “Con i bambini sono bravissimo – ammette Lazza -. Già gli ho preso un sacco di roba, Porsche per esempio mi ha mandato la macchinina a casa, è azzurra. Quando ho scoperto che sarei diventato padre? Alla Fashion Week di Parigi, ma già lo sapevo. Sai quando ti senti le cose? Greta (Orsingher, la madre di suo figlio, ndr) mi fa ‘Mi sento un po’ strana’. E io le dico di fare un test perché era incinta al cento per cento. È stato super, lo abbiamo cercato, non è stata una casualità”.

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