L’Associazione nazionale magistrati chiede ufficialmente le dimissioni dal Consiglio superiore della magistratura di Rosanna Natoli, l’avvocata in quota Fratelli d’Italia – vicinissima al presidente del Senato Ignazio La Russa – sospesa dall’organo lo scorso 11 settembre dopo lo scandalo che l’ha coinvolta in estate: da componente della Sezione disciplinare, ha incontrato Maria Fascetto Sivillo, giudice catanese sotto processo proprio di fronte a quel collegio, dandole suggerimenti sulla strategia difensiva, rivelandole gli “umori” della camera di consiglio e affermando di essersi interessata al suo caso perché “amica degli amici” (l’audio). Nonostante la sospensione, disposta in seguito all’indagine per rivelazione di segreto a cui è stata sottoposta, Natoli non si è mai dimessa: fa ancora formalmente parte dell’organo di autogoverno dei magistrati e potrebbe tornare a esercitare la funzione se il procedimento a suo carico venisse archiviato.

Così, cogliendo l’occasione della sentenza del Tar che nei giorni scorsi ha respinto il ricorso di Natoli contro il provvedimento di sospensione, il Comitato direttivo centrale dell’Anm, il cosiddetto “parlamentino” dell’associazione, ha scelto di prendere una posizione inequivoca. E lo ha fatto approvando all’unanimità una mozione presentata dai membri di Articolo 101, il gruppo “anti-correnti”: “Il Comitato direttivo centrale, anche alla luce della sentenza del Tar del 9 dicembre 2024, chiede che l’avvocato Natoli rassegni le proprie dimissioni dalla carica di consigliere del Csm”, si legge.

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