Una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana per chiedere di valutare l’inammissibilità di un emendamento alla Manovra presentato sabato sera in commissione Bilancio dal governo. L’hanno scritta tutte le opposizioni, tranne Azione, denunciando la “struttura estremamente eterogenea” del testo proposto dall’esecutivo che compromette “significativamente – ad avviso di Pd, M5s, Italia Viva e Avs – la possibilità per i deputati di esprimere una scelta libera e consapevole sulla volontà legislativa”.
Dopo giorni burrascosi a causa dei ritardi del governo nel presentare i propri emendamenti alla legge di Bilancio e lo slittamento dell’approdo in Aula, quindi, lo scontro continua. Anzi, aumenta d’intensità. “Le chiediamo di voler valutare l’inammissibilità dell’emendamento e di impegnare i relatori proponenti a suddividere l’emendamento in proposte distinte e omogenee, in modo da consentire un esame più trasparente e dettagliato”, è la richiesta avanzata dai partiti che ritengono “imprescindibile” una relazione tecnica sulle coperture “al fine di assicurare al Parlamento gli strumenti necessari per esprimere un voto pienamente informato”.
Perché secondo le opposizioni il contenuto di questo emendamento, in combinato con altri due del governo “dal contenuto ugualmente eterogeneo”, riscrivono “sostanzialmente una buona parte della legge di Bilancio, senza permettere una compiuta istruttoria legislativa”, che da regolamento va svolta in commissione Bilancio, denunciando i capigruppo Ubaldo Pagano (Pd), Daniela Torto (M5s), Marco Grimaldi (Avs) e Mauro Del Barba (Iv).
Nella missiva inviata a Fontana, le minoranze denunciano “rilevanti criticità” dovuta al fatto che il testo “raccoglie disposizioni che trattano ambiti normativi del tutto distinti, spaziando, a titolo esemplificativo, dalla fiscalità diretta e indiretta alle politiche sanitarie, dagli interventi per il Mezzogiorno al rifinanziamento di fondi per missioni internazionali, sino a modifiche in materia di giustizia tributaria e incentivi all’occupazione”. Secondo i quattro partiti di opposizione, la “varietà di contenuti rende impossibile per i deputati valutare singolarmente ogni misura e manifestare il proprio consenso o dissenso su specifiche disposizioni”. In sostanza, sarebbero “chiamati a pronunciarsi sull’intero complesso normativo, pur potendo condividere solo parzialmente il contenuto dell’emendamento”.
In questa maniera, denuncia, si “vincola indebitamente l’esercizio della volontà parlamentare” e si entra “in contrasto con i principi di chiarezza e trasparenza legislativa che dovrebbero caratterizzare l’attività normativa”. Ma non finisce qui. Pd, M5s, Iv e Avs denunciano con “preoccupazione” anche “la mancanza di una relazione tecnica allegata all’emendamento ostacola gravemente l’analisi approfondita del contenuto e degli effetti normativi proposti”. In sostanza, non sarebbe “possibile verificare con precisione” né le coperture finanziarie né l’efficacia delle misure e nemmeno la coerenza normativa poiché l’emendamento “interviene in modo frammentario su molteplici settori legislativi, creando il rischio di sovrapposizioni o conflitti con disposizioni già vigenti”.