Marco Pesatori è l’astrologo intellettuale, anzi l’intellettuale astrologo. Una ventina i libri pubblicati fra saggi e romanzi. Sono testi che raccontano l’astrologia da punti di vista inediti, tracciano parallelismi con l’arte, con la letteratura, con la musica e con la filosofia. E’ in uscita la nuova edizione di “Segni” (edito da Mimesis), un classico della scena astrologica, che rappresenta uno dei suoi lavori più venduti. E’ un libro che entra nei meccanismi del carattere, “quello che William Reich – spiega lui stesso – chiamava gabbia caratteriale” per descrivere i simboli di base dei segni astrologici. In esclusiva per FqMagazine, Pesatori anticipa alcuni contenuti di questo suo raffinato pensiero sui simboli dello zodiaco.
“Tutto nasce da ciò che era prima del primo, il simbolo dei Pesci. Il mio libro inizia proprio con i Pesci, ed è la prima volta che succede nella storia dell’astrologia. L’ultimo dei segni qui diventa il primo. Perché? Se è vero che il primo segno dello zodiaco è l’Ariete, luce, esplosione, immediatezza, caldo, bollore, scatto, passione, mi sono chiesto cosa ci sia prima della nascita dell’universo segnata dal big bang arietino. Ci sono i Pesci, il segno che precede la vita: l’infinitezza, forse il divino, il magico, tutto quello che è indescrivibile. Nei Pesci troviamo la sintonia con il mondo di Schopenhauer, dell’Oriente, del religioso, la meditazione un passo prima di trasformarsi in qualcosa che può essere conosciuto. In questo vuoto cosmico c’è qualcosa che è tutto e niente, pura potenzialità. All’opposto dei Pesci, ecco il secondo segno, la Vergine, che gli si oppone come diceva Lao-Tzu, così: “Una distinzione sottile come un capello, cielo e terra sono separati”. La Vergine è questa separazione. La Vergine rompe l’indifferenziato. È l’Hegel che stabilisce che la vita è solo concetto. E’ il segno di Adorno, il segno della critica. Tutto è divisione, separazione, rottura, dettaglio, particolare: l’esatto contrario dei Pesci che nel cerchio dello zodiaco si oppongono alla Vergine. Il finito pratico concreto contro l’indefinito.
Dalla dialettica Vergine-Pesci si crea quel misterioso innesto che dà origine all’universo. Ecco il big bang bollente e caldo dell’Ariete, passione pura, travolgente, calda, vivace, immediata. L’Ariete dilaga nell’universo, lo crea, è universo in espansione. Ma è solo e unico. All’opposto, nel cerchio zodiacale, troviamo la Bilancia, il segno del due e della dialettica da un punto di vista psicologico opposto all’egoismo arietino, all’importanza data all’ego. Bilancia è il segno della ratio, del due che si oppone all’uno. Per la Bilancia accanto all’uno c’è l’altro. Il suo problema è proprio il pensare troppo agli altri, dare troppo spazio al mondo e al senso del collettivo dimenticandosi di sé stesso. Il suo è sacrificio che nega l’individualismo e la solitudine arietini. Difesa dall’arbitrarietà attraverso la legge.
Dalla dialettica Ariete-Bilancia nasce il Toro. La Bilancia dice all’Ariete: “Stai al tuo posto”. L’Ariete si calma e si raffredda e diventa Toro che dice a sè stesso: “Questo è il mio posto”. Vengono in mente Marx, Freud, Kant. Nel Toro tutto si pacifica e si armonizza: è un segno di pace. Il carattere taurino tende a rimuovere le contraddizioni, ha fretta di superarle, non può rimanere angosciato e fermo in una logica dolorosa. Ecco che, opposto al Toro, lo Scorpione è proprio il segno della dialettica che nega questa serenità e pace taurine. Scorpione è il segno del nagativo. Tutto ciò che vive è guerra, tensione, scontro, come scriveva Eraclito. Il negativo per lui è vita. Se tutto il mondo fosse rosa il rosa non esisterebbe. Ma grazie a questa negazione il rosa si manifesta. Con la sua provocazione lo Scorpione dà linfa al vivente. Dalla dialettica Scorpione-Toro, dove il primo dice al secondo: “Spostati da quel luogo di pace”, emerge il Gemelli, il segno del movimento, della frenesia, del moto perpetuo. Il Gemelli cerca e ricerca, si muove attraverso il mondo come facevano Whitman e Dylan, come la Yourcenar: personaggi curiosi della vita in tutte le sue forme.
Il Gemelli è il puer aeternus che deve crescere ricercando con mente agitata scherzosa, ironica, dinamica, socievole. Ma il suo movimento ha all’opposto il Sagittario che gli dice: “Per fare il salto di qualità devi essere più audace e coraggioso. Parti per avventure, non girare sempre attorno a casa per tornare nelle quattro mura della famiglia”. Il Sagittario è il segno dell’avventura, dello slancio immediato che cerca l’impossibile. Idealista, visionario ideologico, vuole rivoluzionare il mondo inseguendo un’idea di giustizia quasi impossibile. Vitale e coraggioso ha fame di esperienza e non sopporta tutto ciò che è statico o ripetitivo. Ma il Sagittario è anche un segno pieno di sé come tutti segni di fuoco. Come il Sagittario Spinoza è convinto che Dio sia ovunque anche dentro sè stesso. Per cui si crede un po’ il dio che insegna all’idraulico come si aggiustano i rubinetti.
Dalla dialettica di azione e movimento del corpo e della mente ecco comparire il Cancro. E’ il segno che dice: “Basta con il movimento, voglio la mamma, voglio una famiglia, voglio una casa. Voglio stare tranquillo in pace e soprattutto voglio che qualcuno che mi coccoli”. Come Proust che inizia la sua “Recherche” angosciato per non aver avuto il bacio della buonanotte o Kafka che dichiara di aver paura del padre anche quando gli sorride. Il Cancro ha bisogno d’affetto e di dolcezza. Per lui la vita non esiste se non c’è quest’amore. Più è caldo, avvolgente è soffocante è, meglio. Il suo opposto è il Capricorno. Freddo, gelido, glaciale, è il segno della neve, della ragione logica spietata in analogia con le altre vette di montagna: a venti gradi sotto zero non si scherza e le parole non servono. Quelli sono luoghi di concretezza e silenzio. Precisazione: se un Cancro vede due mele verdi vede gli occhi della sua mamma, se un Pesci vede due mele verdi vede un sogno impossibile, se il Capricorno vede due mele verdi sta a guardare quanto impiegano a cascare dall’albero.
Il Capricorno è il segno di Keplero: visione logica assoluta e quadratissima. Il controllo delle emozioni qui è esagerato. Ecco che in questa dialettica degli opposti il Cancro è l’inconscio del Capricorno nella cui ombra si manifesta il bisogno di qualcuno che con una copertina dell’amore scaldi da questo gelo eterno. Dalla dialettica Capricorno-Cancro dove il primo dice al secondo: “Diventa grande,” compare il Leone, il più grande di tutti, il narcisista bisognoso di conferme, il king dello zodiaco. A lui si oppone l’Acquario con questa esclamazione: “Ma dove vai? Siamo tutti uguali, tutti destinati a tramontare. Non fare il prepotente”. L’Acquario è il vento placido, è la brezza di febbraio che annuncia la primavera. Ma è anche il soffio potente che sconvolge tutti gli scenari. La sua parola chiave è cambiamento, eterna mutazione e trasformazione”.