Sono gli ultimi giorni di vita del regime di Bashar al-Assad, i ribelli hanno già conquistato le città di Aleppo e Hama e si stanno dirigendo a una velocità inaspettata verso Homs, prima, e Damasco, poi. La cinquantennale dittatura siriana ha le ore contate, ma forse non lo sa ancora. In quei giorni, in quelle ore, cerca sostegno dagli alleati storici come Russia, Iran, Hezbollah o le milizie sciite irachene, ottenendo ben poco. Ma secondo un documento interno all’intelligence siriana mostrato in esclusiva in un video di Independent Arabic emerge che a offrire aiuto al presidente siriano e al suo esercito sono stati anche i servizi segreti italiani.

Ilfattoquotidiano.it non è stato in grado, al momento, di verificare in maniera indipendente l’autenticità del documento. Ciò che si può riportare è il contenuto che non ha attirato l’attenzione della redazione in arabo del quotidiano britannico, impegnata a mostrare le immagini dei tunnel segreti del regime. Dopo una lunga spiegazione della situazione sul terreno, la presunta relazione destinata direttamente alla presidenza siriana e mostrata nelle riprese del media britannico cita il generale italiano Giovanni Caravelli, direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise): “Ho ricevuto su sua richiesta – scrive il capo dell’intelligence siriana Hassan Luqa – una telefonata dal tenente generale Giovanni Caravelli, capo dei servizi segreti italiani, in cui ha sottolineato il sostegno del suo Paese alla Siria in questo momento difficile, indicando che il sostegno russo alla Siria sarà una questione importante in questa fase”. Non è poi possibile andare oltre nella lettura, dato che l’immagine tagliata si interrompe, ed è quindi difficile capire di che tipo di sostegno si tratti. Ciò che è sicuro, sempre considerando valido il documento, è che contatti ci siano stati e che l’Italia abbia deciso di offrire il proprio sostegno al regime, insidiato dall’avanzata delle truppe islamiste ribelli capitanate dal leader di Hayat Tahrir al-Sham, Abu Muhammad al-Jolani.

Sulla questione si è espresso anche l’analista del Middle East Institute, Charles Lister, che non ha usato mezzi termini per criticare la posizione italiana: “Per usare un eufemismo, è una cosa preoccupante – ha scritto su Twitter – Giorni dopo la caduta di Aleppo, il Foreign Intelligence Service (AISE) dell’Italia stava offrendo il suo supporto al regime di Assad. Nel frattempo, le scuole cristiane venivano bombardate dagli aerei di Siria e Russia”. Non è da escludere che l’interesse italiano per le sorti del regime fosse collegato però al fatto che appena una settimana prima la Farnesina aveva deciso di riaprire la propria ambasciata a Damasco.

Foto da video Independent Arabic

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