Non è forse il caso di dire “rottura”, ma che tra Dusan Vlahovic e la piazza juventina i rapporti siano tesi da tempo è cosa abbastanza risaputa. Soprattutto negli ambienti tifosi bianconeri. Perché l’attaccante da quando è arrivato nel gennaio 2022, per la cifra monstre di 83,5 milioni di euro, non ha mai convinto fino in fondo. I gol sono arrivati ma non sono sempre stati decisivi; le prestazioni in più occasioni si sono rivelate sotto tono. Qualche mugugno già c’era stato, ma senza reazioni eclatanti. Almeno fino a sabato, quando i fischi dei tifosi nei confronti della squadra – non del giocatore – per il risultato deludente contro il Venezia sono stati quasi silenziati da quel brutto gesto che l’attaccante ha rivolto verso la curva. Come a dire: ma che volete da me?
Il gesto, le scuse – Ecco, quella reazione non è proprio andata giù. È diventata oggetto di discussione immediatamente e ancora continua a farlo. Tanto che in giornata, attraverso Instagram, l’attaccante ha cercato di mandare un segnale distensivo. In sintesi: “Capisco il rammarico e avete il diritto di manifestarlo, ripartiamo tutti uniti”. Ma la freddezza dell’ambiente sembra abbastanza evidente e se ne potrà avere un’ulteriore prova martedì prossimo, quando sempre all’Allianz Stadium si giocherà contro il Cagliari in Coppa Italia. Il problema è che già a Firenze Vlahovic si era lasciato molto male con i suoi tifosi ed era sempre in inverno.
Nessuno è incedibile – Ora, i corsi e ricorsi storici lasciano il tempo che trovano, ma che il mercato possa essere un’eventuale soluzione non è così da escludere. Premessa doverosa: per la Juventus al momento il serbo non è in vendita. Anche se nessun giocatore può mai davvero considerarsi “incedibile”. Ma la situazione ambientale può portare ad accelerare certe considerazioni anche in ottica di giugno, quando Thiago Motta – confermatissimo nel progetto a lungo termine che ha in mente Cristiano Giuntoli – tornerà alla carica per avere un attaccante più di movimento.
Quelle difficoltà di Zirkzee – L’ex Bologna a Manchester sta vivendo fortune alterne, non è ancora riuscito a sfondare e, oltre al suo vecchio allenatore, gode anche della stima dell’uomo mercato bianconero. Un matrimonio che potrebbe essere possibile, soprattutto se dovessero arrivare soldi freschi proprio dalla cessione di Vlahovic. Che già l’anno scorso non era proprio certo della sua permanenza a Torino: è noto il discorso avviato con il Chelsea proprio da Giuntoli (allora ds in pectore della Juve) per uno scambio con Romelu Lukaku, che piaceva molto ad Massimiliano Allegri. Sono tutti scenari, potenziali soluzioni al momento non in reale discussione, ma nemmeno da fantamercato. Il campo chiarirà meglio le cose. E anche la risposta dei tifosi, che da Vlahovic si aspettano molto di più rispetto a un post sui social per ricucire davvero.
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Vlahovic, la lite con i tifosi della Juve è un caso: bastano le scuse per ricucire? Possibili scenari
Non è forse il caso di dire "rottura", ma il gesto nei confronti della curva nel finale del match contro il Venezia può accelerare certe considerazioni di mercato. Lui su Instagram: "Capisco, ripartiamo uniti"
Non è forse il caso di dire “rottura”, ma che tra Dusan Vlahovic e la piazza juventina i rapporti siano tesi da tempo è cosa abbastanza risaputa. Soprattutto negli ambienti tifosi bianconeri. Perché l’attaccante da quando è arrivato nel gennaio 2022, per la cifra monstre di 83,5 milioni di euro, non ha mai convinto fino in fondo. I gol sono arrivati ma non sono sempre stati decisivi; le prestazioni in più occasioni si sono rivelate sotto tono. Qualche mugugno già c’era stato, ma senza reazioni eclatanti. Almeno fino a sabato, quando i fischi dei tifosi nei confronti della squadra – non del giocatore – per il risultato deludente contro il Venezia sono stati quasi silenziati da quel brutto gesto che l’attaccante ha rivolto verso la curva. Come a dire: ma che volete da me?
Il gesto, le scuse – Ecco, quella reazione non è proprio andata giù. È diventata oggetto di discussione immediatamente e ancora continua a farlo. Tanto che in giornata, attraverso Instagram, l’attaccante ha cercato di mandare un segnale distensivo. In sintesi: “Capisco il rammarico e avete il diritto di manifestarlo, ripartiamo tutti uniti”. Ma la freddezza dell’ambiente sembra abbastanza evidente e se ne potrà avere un’ulteriore prova martedì prossimo, quando sempre all’Allianz Stadium si giocherà contro il Cagliari in Coppa Italia. Il problema è che già a Firenze Vlahovic si era lasciato molto male con i suoi tifosi ed era sempre in inverno.
Nessuno è incedibile – Ora, i corsi e ricorsi storici lasciano il tempo che trovano, ma che il mercato possa essere un’eventuale soluzione non è così da escludere. Premessa doverosa: per la Juventus al momento il serbo non è in vendita. Anche se nessun giocatore può mai davvero considerarsi “incedibile”. Ma la situazione ambientale può portare ad accelerare certe considerazioni anche in ottica di giugno, quando Thiago Motta – confermatissimo nel progetto a lungo termine che ha in mente Cristiano Giuntoli – tornerà alla carica per avere un attaccante più di movimento.
Quelle difficoltà di Zirkzee – L’ex Bologna a Manchester sta vivendo fortune alterne, non è ancora riuscito a sfondare e, oltre al suo vecchio allenatore, gode anche della stima dell’uomo mercato bianconero. Un matrimonio che potrebbe essere possibile, soprattutto se dovessero arrivare soldi freschi proprio dalla cessione di Vlahovic. Che già l’anno scorso non era proprio certo della sua permanenza a Torino: è noto il discorso avviato con il Chelsea proprio da Giuntoli (allora ds in pectore della Juve) per uno scambio con Romelu Lukaku, che piaceva molto ad Massimiliano Allegri. Sono tutti scenari, potenziali soluzioni al momento non in reale discussione, ma nemmeno da fantamercato. Il campo chiarirà meglio le cose. E anche la risposta dei tifosi, che da Vlahovic si aspettano molto di più rispetto a un post sui social per ricucire davvero.
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Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Con squilli di fanfara il governo Meloni ha firmato accordi per miliardi con l’Arabia Saudita. Quel regime contro cui Giorgia Meloni si scagliava perché diceva negli anni passati che ‘c’era la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. Una Nazione fondamentalista ecc.' Immagino che tutto ciò sia stato risolto prima della sua visita. Giusto presidente Meloni?". Lo scrive su Twitter Nicola Fratoianni, di Avs.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Meloni ha un tono molto elevato, alza sempre il torno ma se vuoi durare il tono deve essere a bassa voce, deve avere una sua continuità. Non si può pensare di saltare sempre più in alto, questo la Meloni sta facendo". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "L'articolo della Bild su Sinner mi ha fatto venire in mente il trattamento di Unicredit per Commerzbank. C'è ancora tensione in Europa, c'è ancora da fare, ma bisogna farlo, no abbiamo altre speranze". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Elly Schlein ha recuperato una valanga di voti ma non potrà mai vincere da sola. Il problema partito è risolto, il problema governo no". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ci vuole il coraggio di qualcuno che sappia mettere insieme tutti. La ledership si conquista, ma oggi nei partiti non c'è il desiderio di diventare leader ma di conservare quel poco che si ha. Così non si vince". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole parlando del centrosinistra.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Un tempo si diceva che l'unione fa la forza. L'dea che la disunione fa la forza può essere un gioco, ma uno può governare quando si armonizzano i programmi, si fanno esaminare da esperti, si discutono con le persone e si va di fronte all'elettorato con una linea comune". Lo ha detto Romano Prodi, a 'In altre parole', commentando l'intervista di Dario Franceschini sul centrosinistra.
"Devi avere un programma comune, un obiettivo forte, devi dire voglio riformare questo e questo. Quando io ho fatto il programma ho discusso un anno intero, poi mi hanno accusato perché era troppo articolato. Ma questa è la democrazia", ha spiegato l'ex premier.
"D fronte agli elettori si deve andare con una linea comune, poi ci possono essere delle idee diverse, ma non nella direzione in cui si marcia", ha sottolineato Prodi.