Che i ministri non parlamentari guadagnino meno degli altri non è “giusto”, ma “è assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche“. Per questo, scrive su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto, “abbiamo chiesto ai relatori di ritirare l’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari ed evitare inutili polemiche”. L’esponente di FdI, a sua volta non parlamentare, fino a sabato era sembrato difendere la proposta di cui al momento tutta la maggioranza disconosce la paternità. Anche se aveva consigliato di far scattare la novità dal prossimo governo. Ora ufficializza la linea dell’esecutivo: stop all’equiparazione delle indennità dei componenti di governo che sono anche deputati e senatori a quelle dei colleghi che non sono stati eletti. La norma alla fine non dovrebbe essere messa ai voti. Si stanno valutano le modalità per comunicare al meglio la scelta.

“È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura”, commenta Crosetto riferendosi alla disparità di trattamento. “La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli interni o della difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, né a me né ai miei colleghi. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo. Quello che non sarebbe comprensibile per nessuna altra professione e cioè che due persone che fanno lo stesso lavoro, nella stessa organizzazione, abbiano trattamenti diversi, per chi fa politica deve essere messo in conto”.

“Diamo ragione a Crosetto”, commenta il capogruppo di Avs in commissione Bilancio alla Camera, Marco Grimaldi. “Ogni minuto in più su questo emendamento è perso. Fate ridere: in Italia la gran parte dei contratti sono fermi, non un minuto in più su queste stupidaggini. Ha ragione Crosetto, ritirate quell’emendamento”. Sulla stessa linea anche il capogruppo Dem Ubaldo Pagano e Daniela Torto di M5s.

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