Tre militari, Lorenzo Sabatino, Francesco Di Sano, Massimiliano Colombo Labriola, hanno rinunciato alla prescrizione
In primo grado erano stati tutti condannati. Oggi la procura generale ha chiesto l’assoluzione per tre carabinieri, Lorenzo Sabatino, Francesco Di Sano e Tiziano Testarmata “perché il fatto non costituisce reato”, di dichiarare la prescrizione per altri tre, il generale Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo e Luciano Soligo, e di confermare le condanne per Massimiliano Colombo […]
In primo grado erano stati tutti condannati. Oggi la procura generale ha chiesto l’assoluzione per tre carabinieri, Lorenzo Sabatino, Francesco Di Sano e Tiziano Testarmata “perché il fatto non costituisce reato”, di dichiarare la prescrizione per altri tre, il generale Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo e Luciano Soligo, e di confermare le condanne per Massimiliano Colombo Labriola e Luca De Cianni, imputati nel processo di appello sugli ipotizzati depistaggi seguiti al pestaggio e alla morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano, arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini.
Tre militari, Lorenzo Sabatino, Francesco Di Sano, Massimiliano Colombo Labriola, hanno rinunciato alla prescrizione nel processo dove nel frattempo è intervenuta la revoca della costituzione di parte civile di Ilaria Cucchi e del padre. Nel procedimento nato dall’inchiesta del pm Giovanni Musarò, il 7 aprile 2022 erano stati condannati in primo grado tutti gli otto carabinieri imputati: a 5 anni il generale Alessandro Casarsa, 4 anni per Francesco Cavallo e Luciano Soligo, 2 anni e mezzo per Luca De Cianni, un anno e 9 mesi per Tiziano Testarmata, un anno e 3 mesi per Francesco Di Sano, un anno e tre mesi per Lorenzo Sabatino e un anno e nove mesi per Massimiliano Colombo Labriola. Le accuse contestate agli otto militari dell’Arma, a vario titolo e a seconda delle posizioni, vanno dal falso, al favoreggiamento, all’omessa denuncia e calunnia.
Gli otto imputati erano stati rinviati a giudizio nel luglio del 2019 e il processo era iniziato nel novembre successivo. Il militare più alto in grado è Casarsa, ex comandante del corpo dei corazzieri del Quirinale, accusato di falso in atto pubblico insieme agli altri ufficiali indagati per aver ordinato, secondo l’accusa, di cambiare le due relazioni di servizio redatte nella stazione di Tor Sapienza sulle condizioni del giovane arrestato la sera del 15 ottobre 2009. Al colonnello Sabatino era stato contestato il favoreggiamento insieme al capitano Testarmata: secondo l’accusa, delegati dalla Procura ad acquisire gli atti di tutte le stazioni da cui era passato Cucchi, evitarono di produrre la versione originale delle due annotazioni di Tor Sapienza, limitandosi a quella modificata dal tenente colonnello Cavallo, accusato di falso ideologico. Per il pestaggio di Cucchi invece è definitiva la condanna per omicidio preterintenzionale emessa dalla Cassazione il 4 aprile 2022.
“Mi compiaccio della richiesta del Procuratore generale di assoluzione dell’appuntato Di Sano, ma resto convinto dell’assoluta innocenza anche dell’altro mio assistito, il luogotenente Colombo Labriola, all’epoca comandante della Stazione di Tor Sapienza. Infatti, entrambi hanno rinunciato alla prescrizione, così respingendo ogni via d’uscita dal processo diversa dall’assoluzione piena e nel merito. Confido che i giudici di appello trovino nel nostro atto di impugnazione tutti i chiarimenti necessari per accertare la regolarità dei comportamenti contesti ai due militari” dichiara l’avvocato Giorgio Carta, legale dei due carabinieri.