Un’operazione dei finanzieri del comando provinciale di Palermo ha colpito la famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, fedelissima del boss Matteo Messina Denaro, con l’arresto di 17 persone: in 7 sono finiti in carcere, 10 ai domiciliari e per una è scattato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale.
Le indagini, coordinate dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, diretto dal colonnello Carlo Pappalardo, e hanno permesso di far luce sugli affari del mandamento di Mazara del Vallo che spaziavano dai supermercati, alle aste fallimentari, del catering, fino ai pascoli e alla gestione dei pescherecci per la pesca del gambero rosso. Tra gli arrestati anche Luigi Prenci, un grosso imprenditore nel settore della distribuzione alimentare.
L’indagine ha ricostruito le dinamiche mafiose che hanno portato all’ascesa di Domenico Centonze, formalmente allevatore di ovini, che, agendo come braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto, è divenuto nel tempo il punto di riferimento delle più svariate attività criminali. Secondo i magistrati, Centonze controllava la riscossione di crediti insoluti, dirimeva controversie, organizzava traffici di stupefacenti tra Palermo e i territori del mandamento. Le investigazioni hanno consentito di documentare anche diversi episodi di violenza legati al mancato rispetto di accordi presi per la spartizione di alcuni immobili. L’attività investigativa ha fatto emergere anche “un penetrante potere di controllo economico del territorio, esercitato mediante la gestione mafiosa delle aree di pascolo e delle aste fallimentari”, spiegano le Fiamme gialle.
Nel corso delle investigazioni è stato anche possibile ricostruire le dinamiche criminali che hanno favorito lo sviluppo, nel Trapanese, di una capillare rete di supermercati riconducibile all’imprenditore Luigi Prenci, 54 anni che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Forte di un rapporto diretto con il vertice storico del mandamento mafioso di Mazara del Vallo sin dalla metà degli anni 2000, Prenci avrebbe potuto espandere la propria sfera di affari in diversi settori acquisendo la proprietà e la gestione di numerose società. In cambio del sostegno garantitogli dall’associazione mafiosa, l’imprenditore avrebbe assicurato a Cosa nostra l’assunzione di affiliati e di loro parenti, aiuti finanziari per l’avvio di nuove attività economiche e l’acquisto di beni messi all’asta e riconducibili a prestanomi in modo da farli tornare nella disponibilità dei boss.