Le complesse operazione per portare in salvo la speleologa intrappolata a 585 metri di profondità da sabato pomeriggio nell'Abisso Bueno Fonteno
Ha sicuramente delle fratture facciali, traumi alle vertebre e alle costole, oltre che a un ginocchio. Queste la prima diagnosi di Ottavia Piana, la 33enne incastrata in una grotta nella bergamasca.”Parla molto poco, ma dice che non entrerà più in una grotta” racconta Rino Bregani, il medico del Soccorso alpino che l’ha visitata. La donna […]
Ha sicuramente delle fratture facciali, traumi alle vertebre e alle costole, oltre che a un ginocchio. Queste la prima diagnosi di Ottavia Piana, la 33enne incastrata in una grotta nella bergamasca.”Parla molto poco, ma dice che non entrerà più in una grotta” racconta Rino Bregani, il medico del Soccorso alpino che l’ha visitata. La donna ha spiegato di voler “abbandonare la speleologia per sempre”. Per poter essere riportata fuori dalla grotta ‘Abisso Bueno Fonteno’, dove si trova bloccata da sabato sera a seguito di una caduta, dovrà probabilmente attendere fino a mercoledì sera: questi sono i tempi stimati dai soccorritori che, con grande fatica, stanno cercando di recuperarla e di spostarla con la barella. “La ferita è molto molto grave, è politraumatizzata. La situazione è critica e raggiungerla nella grotta è stato più difficile di quanto ci avessero prospettato. Portando i materiali con noi, abbiamo impiegato sette ore” ha spiegato il medico.
I soccorsi – Piana data per “vigile e collaborativa” lunedì mattina è intrappolata a 585 metri di profondità da sabato pomeriggio dopo una caduta da una parete rocciosa che le ha causato diverse fratture. All’interno della grotta – tra tunnel e gallerie sotterranee, per la buona parte ancora inesplorate – sono presenti circa 20 soccorritori. Domenica la speleologa è stata raggiunta e trasportata in un punto all’interno della grotta dove è stato allestito un campo base riscaldato. Manovre difficili quelle dei soccorritori, che riescono – nel poco spazio a disposizione – a recuperare la donna con le corde e adagiarla sulla barella spinale. Lei ha cercato subito di rassicurare sulle sue condizioni di salute e ha chiesto ai soccorritori di avvertire il suo fidanzato, dicendogli che sta bene.
Alle 18 di domenica sono iniziate le attività di disostruzione del tratto più stretto nel quale la barella, per mano dei soccorritori, ha iniziato a muoversi poco dopo. La Prefettura di Bergamo, che coordina l’attività di soccorso, ha dovuto autorizzare la Questura per poter consentire ai vigili del fuoco, tramite un passaggio anche con il Comune di Fonteno, alcune microcariche esplosive (che non sono state usate) per far saltare i punti più stretti della cavità che i soccorritori hanno incontrato nel percorso tra Ottavia Piana e l’uscita. In particolare, un passaggio di circa cento metri piuttosto angusto, non ancora superato: subito dopo inizia un lungo tragitto, sempre impervio ma più lineare. Il luogo dell’incidente si trova, infatti, a circa tre chilometri dall’ingresso della grotta, raggiungibile in quattro ore di tempo. Una squadra del Soccorso alpino ha installato una linea telefonica attraverso un cavo lungo circa 3 chilometri, che permette di comunicare tra l’interno e l’esterno. Le attività di soccorso sono complesse anche per l’assenza di una mappa geomorfologica della grotta: la stessa che stavano realizzando proprio Ottavia Piana e i suoi colleghi.
Chi è la speleologa – Piana, originaria di Adro (Brescia), era rimasta intrappolata nella stessa grotta per 48 ore già nel luglio del 2023, in un punto non lontano da quello in cui si trova ora. L’Abisso Bueno Fonteno è una grande cavità naturale che si trova tra la parte settentrionale del lago d’Iseo e il lago di Endine. Le tempistiche di recupero sono ancora incerte, ma sicuramente lunghe. Il Soccorso Alpino sottolinea che le operazioni proseguiranno senza sosta, che sono previsti numerosi cambi alle squadre di soccorritori all’interno della grotta.
“Le ricerche che lei e il suo gruppo speleologico stanno conducendo nella grotta dell’incidente non sono solo un’impresa sportiva, ma rappresentano un contributo fondamentale alla mappatura del sottosuolo e all’analisi di risorse vitali come l’acqua che beviamo” evidenzia Sergio Orsini. “L’operazione di salvataggio è affidata alle mani esperte dei medici e dei volontari del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico, un’organizzazione che ha già dimostrato innumerevoli volte la sua straordinaria competenza – prosegue -. A nome della Società Speleologica Italiana Ets esprimiamo il nostro sostegno e facciamo un sentito augurio per il successo di questa operazione”.
Dentro la grotta – All’interno della grotta sono presenti una ventina di soccorritori, che si alternano nel trasporto della barella e nelle attività di disostruzione dei meandri più stretti, che vengono aperti non tramite l’utilizzo delle microcariche esplosive, ieri portate nella grotta dai vigili del fuoco, ma di specifici martelli demolitori. Ottavia viene nel frattempo riscaldata grazie a una particolare tuta detta piovra che, grazie a una cella a carbone e a un ventilatore a batteria, fa girare aria calda nei quattro ‘tentacoli’ posizionati sugli arti. Viene inoltre alimentata con dei prodotti energizzanti. A collaborare con il personale del Soccorso alpino sono anche gli 8 colleghi di Piana che, assieme a lei o comunque nei momenti precedenti, erano stati nella grotta di Fonteno: stanno fornendo indicazioni utili a ricostruire gli spazi all’interno della labirintica grotta. Sono intanto emersi alcuni dettagli sulla dinamica dell’incidente, avvenuto attorno alle 18 di sabato, quando Ottavia Piana stava risalendo una forra (ovvero una profonda gola a pareti verticali, nella quale scorre un corso d’acqua sotterraneo) quando, per un chiodo che ha ceduto o per una roccia più friabile, ha perso l’appiglio ed è precipitata all’indietro, atterrando di schiena.