UnitedHealth è il gruppo che negli ultimi anni ha fatto più profitti. Nelle sue casse è finito il 40% dei 371 miliardi di dollari di utili registrati dai 5 big del settore da quando è pienamente in operativo l'Affordable Care Act, nel 2014. Azioni cresciute del 1660%
Dopo l’uccisione dell’amministratore delegato della UnitedHealth, con i social invasi da commenti favorevoli al killer, negli Stati Uniti fioccano le ricostruzioni su malefatte ed eccessi delle assicurazioni mediche, perno del sistema sanitario a stelle e strisce. Si cercano di capire le ragioni di un malcontento che forse non si pensava potesse avere questa estensione e […]
Dopo l’uccisione dell’amministratore delegato della UnitedHealth, con i social invasi da commenti favorevoli al killer, negli Stati Uniti fioccano le ricostruzioni su malefatte ed eccessi delle assicurazioni mediche, perno del sistema sanitario a stelle e strisce. Si cercano di capire le ragioni di un malcontento che forse non si pensava potesse avere questa estensione e profondità. Le cifre che provocano maggiore indignazione sono quelle relative ai giganteschi profitti incassati dalle compagnie negli ultimi anni a fronte di un servizio offerto ai loro clienti sempre più spesso giudicato di cattiva qualità. UnitedHealth, in particolare, si è distinta per essere la compagnia che ha respinto più richieste di accesso alle cure e o di rimborsi per spese mediche sostenute, ben il 32%, il doppio della media.
UnitedHealth è però anche il gruppo che negli ultimi anni ha fatto più profitti. Nelle sue casse è finito il 40% dei 371 miliardi di dollari di utili registrati dai 5 big del settore da quando è pienamente in operativo l’Affordable Care Act, nel 2014. Si tratta di un sistema di aiuti pubblici che permette ai cittadini che non ne hanno la possibilità, di stipulare una polizza per le cure mediche con assicuratori privati. Da quanto è operativa la misura ha garantito ai cinque più grandi gruppi del settore ricavi per oltre 9mila miliardi di dollari. Gli altri quattro sono Cigna; Kaiser Permanente; Elevance Health, la società madre di Anthem Blue Cross Blue Shield; e CVS Health. Iniseme controllano più della metà dell’intero mercato. Solo nel 2023, i rispettivi cinque amministratori delegati hanno incassato 75 milioni di dollari.
Dei quasi 400 miliardi di profitti, oltre 120 miliardi sono stati utilizzati per programmi di riacquisto di azioni proprie, una tecnica usata per far salire il valore dei titoli e premiare così i soci (oltre a migliorare indicatori come l’utile per azione a cui sono solitamente legati i bonus per il management). La sola UnitedHealth ha speso a tal fine 54 miliardi. Questi buyback, sono aumentati dopo che l’amministrazione Trump ha tagliato il carico fiscale alle aziende, nel 2017. I sostenitori del provvedimento affermavano che i risparmi sarebbero finiti in ricerca e posti di lavoro. In realtà sono finiti soprattutto agli azionisti.
Dal 2010 ad oggi il valore delle azioni UnitedHealth è aumentato del 1.660%, quelle di Cigna dell’836%. I maggiori beneficiari di questa bonanza sono i soliti colossi della finanza americana: Blackrock che possiede l’8,8% di Cigna e il 6% di UnitedHealth; Vanguard che ha in mano il 9,3% di Cigna e il 9,2% di United, State Street (4,3% di Cigna e 4,9% di UnitedHealth) e Jp Morgan con il 2,8% di United.
Nel frattempo il costo delle polizze è in continuo aumento e il gradimento per il livello del servizio in calo. La spesa per la copertura sanitaria privata supererà quest’anno i 1.500 miliardi di dollari. Il premio assicurativo medio per persone in età lavorativa è salito del 6% a 9mila dollari. I costi delle coperture familiari sono cresciuti in media del 7% a quasi 26mila dollari. Dal 2014, il costo medio del premio familiare è aumentato del 52%, ben oltre l’inflazione.
Nonostante la sottoscrizione delle polizze sono tante le prestazioni che non vengono rimborsate, per varie ragioni, agli assistiti che spesso sono costretti a pagare di tasca propria parcelle esorbitanti. Quasi il 10% degli statunitensi ha un debito legato a spese mediche (in tutto circa 88 miliardi di dollari) e per oltre 3 milioni di cittadini questo fardello supera i 10mila dollari, come riporta il sito The Lever. Un americano su quattro, infine, afferma di aver dovuto rinunciare a delle cure a causa dei costi eccessivi.