La tradizionale bevanda alcolica giapponese, che di recente è stata riconosciuta patrimonio UNESCO, potrebbe essere presto al centro di un nuovissimo progetto 'spaziale'
È la bevanda alcolica per eccellenza in Giappone, con una tradizione plurisecolare a cui è difficile far risalire la data esatta della sua invenzione. Ma il sakè è molto più di una semplice bibita, è un momento di convivialità e leggerezza gradito a molti cittadini giapponesi. Ed è quindi normale che altrettante aziende lo producano, consapevoli di avere una folta clientela di riferimento. Ma c’è chi vuole andare oltre e sperimentare qualcosa che nessuno ha mai nemmeno ipotizzato prima: produrre il sakè nello spazio.
Sarebbe questa l’ultima audace idea dell’azienda Asahi Shuzo, parte del più noto brand di sakè Dassai, che vorrebbe inviare tutti gli ingredienti necessari per innescare sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) la fermentazione con cui si ottiene la popolare bibita alcolica giapponese.
Se l’esperimento avrà successo, una sola bottiglia da 100 ml potrebbe essere venduta a 100 milioni di yen, circa 620 mila euro al cambio attuale, riporta CNN. E considerando che una porzione standard equivale a 80 ml, questa speciale tipologia di sakè rientrerebbe tra le bevande alcoliche più costose al mondo. “Non c’è nessuna garanzia di successo al 100% per quanto riguarda i test di fermentazione”, spiega Souya Uetsuki, il mastro birraio responsabile del progetto. Il problema principale riguarda in primis la differenza di gravità, che influenzerebbe pesantemente sul modo in cui il calore si disperde nei liquidi, innescando quindi un processo di fermentazione diverso rispetto a quello che tipicamente si verifica sulla Terra. Ed è proprio per risolvere questa problematica che l’azienda avrebbe chiesto all’Agenzia Spaziale Giapponese un permesso per eseguire dei test in un “ambiente speciale in microgravità”.
Il sakè è composto da riso, acqua, lievito e koji (una particolare tipologia di muffa) e si ottiene mediante un meticoloso processo di cottura, mescolamento e fermentazione che generalmente impiega circa due mesi per essere completato. Di recente, la bevanda è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio culturale dell’umanità, a simboleggiare l’importanza che essa rappresenta nella cultura, nell’immaginario e nella tradizione millenaria giapponese. “In un futuro in cui gli esseri umani potranno viaggiare liberamente tra la luna e la Terra, alcuni visiteranno la luna come turisti. Questo progetto vuole creare un sakè che possa essere gustato sulla luna, permettendo ai visitatori di vivere momenti indimenticabili”, conclude infine Uetsuki.
(Foto generata con AI)