Nuovo round di trattative tra azienda e sindacati nella complessa vertenza Volkswagen. Il gruppo automobilistico tedesco minaccia chiusure e 15mila esuberi, i lavoratori si dicono disponibili ad una temporanea riduzione dei salari per salvare siti e posti ma, per ora, un’intesa sembra molto lontana e il rischio di una escalation si fa più concreto.

“Facciamo appello alla responsabilità della dirigenza, affinché entri in un processo di negoziato che escluda la chiusura delle fabbriche, i licenziamenti di massa e gli attacchi alla buste paga. Il nostro obiettivo è ottenere sicurezza per i dipendenti e per le famiglie entro Natale. Se l’impresa non percorrerà questa strada, il piano di escalation di Ig Metall sarà implementato“, ha detto il leader del sindacato tedesco Ig Metall in Bassa Sassonia, Thorsten Groeger. Secondo il sindacalista, “l’azienda finora non si è mossa per niente”.

“C’è grande delusione nel consiglio di fabbrica a causa dell’assenza di segnali da parte del cda sul fatto che si possa arrivare ad ottenere un orizzonte di sicurezza entro Natale sui posti di lavoro e che si arriverà al passaggio dell’anno in questo clima di incertezza”, ha affermato la presidente del consiglio di fabbrica di Volkswagen Daniela Cavallo. La combattiva leader dalle origini italiane ha ribadito che il consiglio di fabbrica è assolutamente contrario alla chiusura degli impianti, ai licenziamenti di massa e agli attacchi alle buste paga.

Le trattative dovrebbero durare un paio di giorni ma se queste non dovessero portare a una svolta, il sindacato Ig Metall è pronto a indire una votazione alla fine della settimana per avviare scioperi di 24 ore in tutte le fabbriche del gruppo a partire da gennaio. Mobilitazioni si sono già svolte in dicembre, dopo che la società aveva respinto una proposta sindacale che prevedeva la riduzione dei dividendi e il taglio di alcuni bonus.

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