di Stefano Briganti
In questi tre anni di conflitto russo-ucraino non sono riuscito a capire per quali motivi l’Europa voglia andare al suicidio in un conflitto con la Russia. Fino a tre mesi fa potevo imputarli ad un vassallaggio totale all’amministrazione Biden che ha come obiettivo una sconfitta strategica della Russia tramite questa guerra. Pensavo che la volontà suicida si sarebbe dissolta con l’avvento di Trump e il nuovo corso che mira a terminare rapidamente il conflitto e invece no.
La formazione della Commissione europea, le dichiarazioni di von der Leyen e le risoluzioni del parlamento Ue rivelano la ferma intenzione della Unione Europea di voler continuare la conflittualità con la Russia, aprendo una pericolosa nuova Guerra Fredda anche con un ridotto supporto Usa. Il discorso di VdL del 28 febbraio 2024 dà il segnale alla Ue: “ La pace permanente è un’illusione. La minaccia di una guerra può non essere imminente ma non è impossibile. Dobbiamo essere preparati…dobbiamo ricostruire, ripristinare e modernizzare le forze armate degli stati membri”. A queste parole sono seguite le dichiarazioni della Francia (febbraio) e della Polonia (maggio) di considerare l’invio di soldati in Ucraina. Tutto però rientrò rapidamente.
A giugno è la Germania, nel solco tracciato dalla Vdl, a fare una dichiarazione bellica quando il ministro della Difesa afferma che la Germania deve essere pronta ad una guerra con la Russia entro il 2029 e a mettere a budget 100B$ per la difesa: “Noi riteniamo che Putin non si fermerà ai confini ucraini” è la spiegazione priva di dettagli, poi distribuisce istruzioni per la sopravvivenza e per costruire bunker. Un mese fa Mark Rutte afferma: “..il pericolo per noi [da Mosca] sta arrivando a tutta velocità… ciò che sta succedendo in Ucraina succederà anche a noi… dobbiamo essere pronti” ma neppure lui spiega in modo esaustivo perché Mosca invaderà l’Europa.
La situazione del conflitto però volge a sfavore di Kiev e si capisce che senza un intervento Nato sul campo, Zelensky non potrà cambiare le sorti della guerra. A settembre con il suo “piano di vittoria” Zelensky chiede l’autorizzazione a usare missili Nato a lunga gittata per colpire la Russia. La UK e la Francia sono pronte a dare l’ok per i loro missili ma gli Usa frenano anche perché Putin ha modificato la sua dottrina di guerra proprio in vista di questo sviluppo. A novembre Trump vince le elezioni e meno di un mese dopo Biden da il via libera a Kiev a usare gli Atacms per colpire la Russia. Francia e UK seguono. Trump intervistato da Times dice: “Io sono veementemente in disaccordo con il lanciare missili a centinaia di miglia nella Russia. Perché stiamo facendo questo? Noi stiamo solo scalando la guerra e farla peggiorare”.
Finalmente sembra si possa arrivare in tempi brevi al termine di questa follia, perché Trump è per l’apertura di negoziati con Mosca e ad un’ipotesi di congelamento del conflitto sulla linea del fronte, Donbass a Mosca, adesione Nato rimandata. Zelensky fa una piroetta da guitto par suo e si adegua, mentre dall’Europa arriva l’idea per continuare il suo percorso bellico-suicida.
La creazione di una forza di “peacekeeping” per garantire il rispetto dei futuri accordi. Francia e Polonia propongono l’invio di 40.000 soldati, non come caschi blu Onu ma truppe europee sotto la “bandiera Nato”. Così entrerebbero in Ucraina in pianta stabile soldati di paesi Nato europei mascherati da peacekeepers. Nel frattempo si rimette in sesto l’esercito ucraino e si attende. La secessione del Donbass sarà una forzatura per Kiev tant’è che Zelensky già parla di poterlo riprendere “per via diplomatica”. Sarà sufficiente una violazione, da imputare a Mosca, che porti ad uno scontro tra soldati “peacekeeper-Nato” e soldati russi per poter accendere la miccia di un nuovo conflitto Europa-Russia. Così, invece di ridurre il conflitto cogliendo al volo la “carta Trump”, l’Europa alza l’asticella del rischio impiantando un ordigno ad orologeria nella polveriera ucraina.