Salute

“Mai più ultimi” ma per le cure fuori Regione la Campania è sempre laggiù

“Mai più ultimi!”, è stato lo slogan scelto dal candidato alle Primarie del Pd per la Presidenza della Regione Campania (2015), Vincenzo De Luca. Eravamo ultimi in tutti i parametri sia di salute che di buona gestione sanitaria. L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) in data 12 dicembre 2024 ha presentato dettagliata un’analisi sulle principali dinamiche della mobilità sanitaria interregionale nel nostro Paese che si aggiunge alle numerose altre analisi sulla Campania presentate nel corso del 2024 da altre istituzioni (Agenzie Ue, Ispra, Istat, Legambiente, Soc. It Epidemiologia, Svimez, ecc ). Per mobilità sanitaria passiva siamo ancora ultimi.

A fronte dell’ennesimo saldo negativo, meno 211 milioni di euro/anno, Agenas fa rilevare però che “la Campania ha ridotto i costi legati alla mobilità passiva del 6%, mentre ha incrementato i ricavi grazie a un aumento dei ricoveri in mobilità attiva di alta complessità nel periodo 2019-2023”. Ciò conferma che sono i medici che curano in eccellenza al costo sanitario procapite più basso di Italia (Agenas novembre 2024).

I media locali fanno notare che “la Campania va meglio”. In metafora calcistica, è come se il Venezia, ultimo in classifica in serie A, gioisse sui media per avere incassato meno 6% di goal negli ultimi 4 anni pur restando sempre, e saldamente, ultimo in classifica. Il Direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Francesco Vaia, ha rilanciato la necessità per salvare il SSN di puntare soprattutto sulla prevenzione primaria (cura dell’Ambiente e riduzione delle cause di malattia) che ci farebbe risparmiare il 60% delle malattie croniche e cronico-degenerative e il 40% dei tumori.

Facendo sintesi tra i report 2024, vediamo quale aderenza ci sia a tali principi di prevenzione primaria in Campania e in particolare a Napoli per il nostro boom economico regionale.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente per la Campania indica un eccesso di mortalità evitabile (confermata dai dati Istat di maggio 2024) pari a circa dodici cittadini al giorno che muoiono in eccesso ed in maniera evitabile, non meno di quattro soltanto a Napoli e Provincia. Questi dati fanno riferimento al solo inquinamento della matrice aria che vede a Napoli Aeroporto e Porto di Napoli responsabili da soli del 40% delle polveri sottili assassine, e nessuno lo contesta.

Nessuno nega che oggi in pieno centro a Napoli incombano ogni giorno gli inquinanti assassini provenienti da non meno di 300mila auto diesel equivalenti (aeroporto) e non meno di 150mila (Porto), rispetto alle non più di 150mila auto diesel vere uniche ad essere bloccate dalle ordinanze sindacali. I dati Istat di maggio 2024 hanno confermato che persino negli anni bui del Covid (2019-2020) è stata Napoli e non Milano la città capoluogo di Provincia a detenere in Italia il record di morti evitabili e non evitate per inquinamento ambientale, che comprende ovviamente Terra dei Fuochi che non si è mai spenta, come confermato da tutti i dati Ispra e Legambiente.

Delle 2746 discariche non a norma censite da Ispra (aprile 2023) soltanto qualcuna, e grazie all’intervento straordinario del Prefetti antiroghi e delle Forze dell’Ordine su eccezionale pressione della Chiesa cattolica, comincia a vedere concretizzarsi qualche azione di bonifica in partenza. Sino ad oggi quindi Terra dei Fuochi continua ad uccidere ogni giorno come confermato persino dai dati dei registri tumori (dal 2015 al 2020), specie per territori ormai simbolo nazionale del concetto di disastro ambientale, come Acerra e Giugliano in Campania.

In termini di sviluppo economico invece la Campania è oggetto di un notevole boom (Svimez) pur restando top nazionale per evasione fiscale di tutte le attività manifatturiere. Sembrerebbe positivo il fatto che non abbiamo mai avuto una produzione così intensa ed “esplosiva” sul territorio regionale di farmaci sotto brevetto ad altissimi costi ma stiamo parlando di ditte straniere che esportano il 97% della produzione: potrebbero sparire da un giorno all’altro e i profitti non restano in Italia tantomeno nelle tasche dei dipendenti con il salario più basso di Europa (dati Svimez) e una inflazione alle stelle.

In parallelo non abbiamo mai avuto una così grave carenza di farmaci per curarci nelle nostre farmacie territoriali con circa 3700 principi attivi carenti (dati Aifa). Di peggio c’è che la quasi totalità dei principi attivi dei farmaci fuori brevetto sono prodotti tutti in monopolio da potenze straniere come India e Cina, importate in Italia, “impacchettate” in qualità specie nel nolano e trasportate in giro per l’Italia ed il Mediterraneo solo via tir, eppure avremmo disponibile anche l’enorme aereo porto di Grazzanise vuoto.

I passaggi tir (ognuno pari a circa 15 auto diesel medie) nel già inquinatissimo nolano che detiene il record di mortalità per tutte le cause (Atlante Regione Campania febbraio 2020) sono quindi passati da 4mila a non meno di 8mila al giorno. Nel 2024, nel frattempo, la centralina Arpac “Nuovo Pellegrini-Capodichino” conquista il secondo posto assoluto tra gli sforamenti record di pm assassine.

“Mai più ultimi!”. Infatti eravamo e restiamo i primi, e già da oltre 10 anni, per incidenza di tutte le patologie cronico degenerative, cancro incluso, sterilità e quindi azzeramento della natalità. Noi ammalati ci sentiamo sempre più soli (rapporto Censis), senza medici e con troppi farmaci da pagare in proprio. Nel frattempo, e per la prima volta nella mia vita, ho dovuto prendere atto che, al 14 dicembre 2024, il basilico sul mio balcone sta ancora benissimo: la crisi climatica è già qui.