La battaglia giudiziaria per la morte di Michele Merlo non è ancora giunta al termine. I familiari del cantante di Amici scomparso il 6 giugno 2021 per una leucemia fulminante hanno infatti deciso di citare in giudizio davanti al tribunale civile il medico di base dell’artista, Pantaleo Vitaliano, nei confronti del quale il giudice per le indagini preliminari di Vicenza, Nicolò Gianesini, aveva archiviato in sede penale l’ipotesi di omicidio colposo. Lo fa sapere il Corriere del Veneto, che aggiunge come anche l’Usl 7 Pedemontana, azienda sanitaria di riferimento del medico, dovrà affrontare il processo, la cui prima udienza è già stata fissata per la prossima primavera.
Marco Antonio Dal Ben, avvocato dei genitori di Michele Merlo, spiega le motivazioni della famiglia dell’artista: “Ci siamo rivolti al giudice civile per ottenere l’accertamento della responsabilità del medico per la morte di Michele e il risarcimento del danno sia patrimoniale che non patrimoniale”. Della prima tipologia di indennizzo fanno parte le spese mediche e quelle funerarie sostenute dai familiari del cantautore, ma anche una stima, attraverso una perizia specifica, del danno economico subìto dai suoi cari vista la carriera che Michele avrebbe potuto fare nel mondo della musica. Il secondo risarcimento ha invece a che fare con la perdita di un familiare, “per cui si applicano dei criteri tabellari stabiliti dal tribunale di Milano”. L’avvocato Dal Ben specifica come nei mesi scorsi si sia avanzato un tentativo di mediazione con il dottore e con l’Usl, “ma non ha portato nulla”.
Lo scorso giugno, infatti, era stato organizzato un incontro tra le parti a Made in Vicenza, organo della Camera di commercio che si occupa della mediazione tra coinvolti in un procedimento prima di mettere in piedi una causa civile. Le controparti, però, riporta la fonte, si erano sottratte al confronto. Dopo qualche giorno, poi, è arrivata dal tribunale di Vicenza la notizia dell’archiviazione. Secondo il gip il medico non ha avuto alcuna responsabilità nel decesso dell’artista, che il 26 maggio 2021 si era recato nell’ambulatorio di Vitaliano per un controllo. “Hanno archiviato tutto perché secondo loro non c’era la certezza, oltre ogni ragionevole dubbio, del nesso di causa tra la negligenza del dottore e il decesso di Michele – conclude il legale della famiglia – che è necessaria per condannare in sede penale ma non in quella civile, dove basta il criterio di probabilità”.