di Carblogger

La velocità è tra le prime cause di incidenti stradali mortali in Italia. Una strage continua. Silvio Buttazzoni, funzionario della Polstrada, ci ricorda questo e altro in uno spot tv del ministero dell’Interno: insieme a una collega, l’agente informa del decesso i parenti delle vittime. Spot dolente, mai quanto la realtà: nel 2016 a Trieste, Buttazzoni ha perso una figlia di 15 anni, investita mentre attraversava le strisce pedonali. Oggi è anche testimonial del progetto Chirone della Polizia di Stato, cui dobbiamo rispetto e sostegno.

Il 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo Codice della strada, voluto dal ministro Matteo Salvini. Un testo molto discusso, basato più sulla repressione che sulla prevenzione, che tiene conto dell’eccesso di velocità fino a un certo punto, riducendo per esempio il numero di multe a una sola per infrazione ai limiti, pur se commessa più volte nello stesso tratto di strada e nello stesso giorno. Spiega meglio di altri il rischio di questa scelta Giordano Biserni, presidente di Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale.

“Un’altra problematica – dice Biserni in una intervista in cui il giudizio sul Codice è di un ‘bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto’ – riguarda i limiti che vengono posti sull’utilizzo degli autovelox, che non va nella direzione quanto meno della sicurezza stradale. Serve certamente una razionalizzazione nell’utilizzo di questo strumento, ma c’è una filosofia che ci preoccupa. Con questo procedimento, se si volesse trasformare un’area urbana in Zona 30 come già accaduto a Bologna, non sarebbe possibile collocare un autovelox per controllare il limite di velocità. Si va ad appesantire un percorso che nasce dalla criminalizzazione completa e continua dei misuratori di velocità, sfociata nei famosi ‘Fleximan’ con operazioni di sfoltimento addirittura beatificate da alcuni. E’ una situazione che ci preoccupa, perché bisogna ricordare che la velocità è la prima causa o concausa degli effetti sull’incidente stradale. La velocità viene sottostimata, mentre si sopravvalutano le capacità di guida. Bisogna tener conto delle leggi della fisica, ricordando che l’energia si accumula con il quadrato della velocità”.

Filippo Tommaso Marinetti inneggiava nel 1909 a una “bellezza nuova: la bellezza della velocità”. Marinettismo di cui la destra italiana di Salvini e camerati si è appropriata, basta vedere la discussa (anche dal New York Times) mostra sul Futurismo in corso a Roma. “Un cretino fosforescente” diceva di Marinetti Gabriele D’Annunzio. Sempre cose da destra italiana.

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