Da un lato c’è chi ha assunto marijuana molte ore prima del controllo e rischia il ritiro della patente e l’arresto da sei mesi a un anno. Dall’altro ci sono sostanze stupefacenti come il fentanyl o il metadone che, invece, non vengono rilevate dai test salivari utilizzati dalle forze dell’ordine. È questo un altro paradosso del nuovo Codice della Strada (dopo il pasticcio sulla cannabis terapeutica) che – entrato in vigore sabato – è al centro del dibattito pubblico, non solo politico. Pochi giorni fa è stato anche l’argomento dello scontro tra Vasco Rossi e il ministro Matteo Salvini (principale sponsor della riforma). Al centro il nuovo articolo 187 del Codice che elimina il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica” per chi guida dopo avere assunto sostanze stupefacenti: la sola positività alle droghe comporterà così la punibilità, anche se il risultato del test è stato causato da un’assunzione avvenuta molte ore prima e il soggetto non presenta alcuno stato di alterazione. “Se avete fumato una canna anche una settimana prima potete essere arrestati”, ha attaccato il rocker, mentre il leader della Lega ha replicato invitandolo a confrontarsi “con i parenti di che è morto coinvolto in un incidente stradale che ha visto come protagonista qualcuno che guidava sotto effetto di stupefacenti”.
L’avere eliminato la necessità di appurare il fatto che il guidatore si trovi in uno stato di alterazione determinato dall’assunzione di sostanze stupefacenti, rende centrale e determinante il ruolo dei test rapidi salivari a disposizione delle forze dell’ordine: basta risultare positivi a questi per vedersi ritirata la patente di guida, rischiando il processo penale. Il problema però è il tempo di permanenza delle sostanze stupefacenti nella saliva: queste, infatti, possono essere rilevate anche dopo diversi giorni, quando gli effetti di alterazione psico-fisica possono essere già da tempo terminati. Come si legge in uno studio dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – datato ottobre 2023 e basato sulle analisi tossicologiche di 292 pazienti del Servizi per le Dipendenze patologiche – i test salivari hanno dato risultato positivo fino a 22,5 ore dal consumo di Thc (il principio attivo presente nella cannabis), 25 ore dal consumo di oppiacei e 31,23 ore dopo il consumo di cocaina. “I tempi di permanenza delle sostanze stupefacenti nella saliva per la cocaina ed oppiacei è stata anche di 96 ore e per i casi di Thc si è riscontrato anche dopo 48 ore dal consumo”, si legge nelle conclusioni.
Il test rapido utilizzato nell’analisi dell’Asst bergamasca era il “SoToxa Mobile Test System“, lo stesso utilizzato dalla Polizia Stradale (come riscontrabile dalle procedure di fornitura pubblicate sul sito internet della Polizia). Ma tra gli aspetti negativi del test salivare evidenziati nello studio si parla del “limite delle sostanze analizzate che ad oggi non analizza metadone, buprenorfina e fentanyl“. Quest’ultima è una sostanza molto diffusa Nord America e che suscita tanta preoccupazione per l’aumento della sua circolazione anche in Europa e in Italia. Il “SoToxa” è ritenuto comunque uno strumento “facile da usare e affidabile” ma, come da scheda tecnica, rileva solo 6 sostanze: Anfetamina, Benzodiazepine, Cannabis (Thc), Cocaina, Metanfetamina e Oppiacei.
In realtà il test utilizzato dalla Polizia stradale rileva addirittura una sostanza in più (Benzodiazepine) rispetto a quello fornito ai Carabinieri. Si tratta, in questo caso, del “DrugWipe 5S“: la procedura di fornitura di 50.790 di questi test salivari è stata aggiudicata il 14 maggio scorso. Nessuno dei due, come si evince dai siti della case produttrici, rileva neppure la Ketamina. Tra i due test in possesso delle due forze dell’ordine, tra l’altro, ci sono anche differenze sui limite di rilevabilità: ad esempio in quello in possesso dei Carabinieri il risultato è positivo se la concentrazione nella saliva di Thc è di almeno 10 ng/ml, mentre in quello utilizzato dalla polizia Stradale il limite sale a 25 ng/ml. Un altro paradosso di una riforma che continua a fare discutere.