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Natale senza birra Guinness a Londra: i pub introducono il razionamento. Decisivo l’aumento dei consumi tra i più giovani a causa dei “Guinnfluencers”

Scarseggiano le riserve della popolare birra scura di origine irlandese. E i pub ricorrono al razionamento: a causare la penuria sarebbe l'improvviso interesse da parte dei giovani

Dovranno rimanere a bocca asciutta tutti i cittadini inglesi amanti della Guinness. Scarseggiano, infatti, le riserve della popolare birra scura di origine irlandese, che rappresenta uno dei simboli dei pub londinesi e britannici. Che hanno quindi dovuto introdurre il razionamento. Non proprio una bella notizia considerando specialmente il periodo natalizio e i giorni di altissima stagione che avrebbero potuto far lievitare gli affari di tutti gli imprenditori del settore. Ma come si è giunti a una scelta così drastica? A causare la penuria del marchio Guinness in giro per la Gran Bretagna sarebbe stato un improvviso aumento delle richieste. E pare che gli influencer, in particolare Kim Kardashian, abbiano avuto un ruolo neanche tanto secondario negli acquisti di massa dello storico marchio irlandese.

Lo rivela un reportage pubblicato dall’agenzia di stampa France Presse. La situazione che si è venuta a delineare negli scorsi giorni avrebbe costretto i pub ad adottare una decisione assolutamente in controtendenza rispetto al passato: razionare la Guinness. “Sono un po’ scioccata perché è Natale – spiega Kate Davidson, la comproprietaria del pub londinese Old Ivy House – Non avrei mai immaginato che fossero esauriti in questo periodo dell’anno”. Ovvero quando i locali sono affollati di persone che, in clima di festa, vorrebbero solo sorseggiare una birra in compagnia di amici e parenti. E se scarseggiano le dosi, aumentano i bicchieri di Guinness vuoti sul bancone: si segnala così il prosciugamento dei (pochi) barili rimasti.

Una carenza inaspettata. Perché Davidson, ad esempio, si è accorta del problema solo quando, negli scorsi giorni, ha ordinato 8 barili di Guinness dal suo fornitore. Ma gliene sono arrivati solo 4: “Hanno confermato che venivano razionati da Diageo (il gruppo multinazionale produttore della birra irlandese, ndr), e così hanno razionato anche noi”, aggiunge. È nata così l’idea di una tessera di razionamento: i consumatori, per acquistare una Guinness, dovranno prima ordinare altre due bevande. “Nessuno se n’è andato dal pub”, rivela l’imprenditrice.

L’impennata imprevista degli acquisti, che avrebbe poi provocato la penuria attuale, sarebbe arrivata nel trimestre luglio-ottobre. E anche Diageo ha dovuto iniziare a razionare i volumi venduti ai pub. Una decisione dovuta all’aumento della domanda, sia sul web, sia negli stessi locali. A causare l’imprevisto sarebbe stato un improvviso interesse da parte di un target che non rientra tra i classici consumatori di questo particolare tipo di birra. Sarebbe aumentato, infatti, il consumo di Guinness da parte dei giovani, e soprattutto delle giovani donne, contrariamente alla tradizionale diffusione della stout tra gli appassionati di rugby e gli uomini di una certa età. Ed è questo che avrebbe provocato l’impennata di vendite, che la società d’indagine CGA by NIQ stima intorno al 21% tra luglio e ottobre, e, di conseguenza, l’inaspettato esaurimento delle scorte in questo periodo natalizio.

Lo ha confermato anche l’amministratore delegato di Diageo, Debra Crew, che ha stimato un aumento del 24% del consumo di Guinness da parte delle donne. Un incremento dovuto ad una strategia di marketing ben precisa: assoldare influencer per attirare nuovi consumatori, su tutti, i giovani. Sono stati ribattezzati i Guinnfluencers e hanno alimentato il rinnovato successo della celebre birra scura. A capitanare il gruppo dei content creator è Kim Kardashian, in grado di smuovere le masse (359 milioni di follower su Instagram, circa 6 volte la popolazione italiana) con un semplice post. In questo casa una Story Instagram, pubblicata a gennaio, in cui l’influencer si è mostrata mentre sorseggiava una Guinness. È stato sufficiente a far maturare nei più giovani il desiderio di bere la stout irlandese? A quanto pare, sì.

Ma ora le riserve scarseggiano. E c’è anche chi ipotizza soluzioni drastiche tanto quanto il razionamento: “Far smettere ai giovani di bere Guinness e non ci saranno più problemi. Teniamola per gli anziani“, rivela il 79enne Howard Thomas ad AFP.