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Corruzione e traffico di influenze: Sarkozy condannato a tre anni, uno col braccialetto elettronico

La Cassazione ha respinto il ricorso dei suoi legali. Si tratta di una condanna senza precedenti per un ex capo dello stato francese

Tra un mese dovrebbe indossare il braccialetto elettronico, perché dei tre anni di condanna uno è senza condizionale e prevede l’uso del dispositivo. Nicholas Sarkozy, 69 anni, è stato condannato per corruzione di magistrato e traffico di influenze: si tratta di una sentenza senza precedenti per un ex capo dello stato francese. La Corte di […]

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Tra un mese dovrebbe indossare il braccialetto elettronico, perché dei tre anni di condanna uno è senza condizionale e prevede l’uso del dispositivo. Nicholas Sarkozy, 69 anni, è stato condannato per corruzione di magistrato e traffico di influenze: si tratta di una sentenza senza precedenti per un ex capo dello stato francese. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso contro la condanna definitiva in appello ma gli avvocati hanno annunciato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Ritengono infatti che la giurisprudenza della Corte stessa è contraria a quanto stabilito oggi dalla Cassazione, ha dichiarato Patrice Spinosi, una dei suoi legali. “È la prima volta in Francia si condanna una persona solo sulla base di comunicazioni telefoniche con il suo avvocato, intercettato. Le intercettazioni fra un avvocato e un suo cliente non possono essere usate contro il cliente stesso, è una regola che fa parte delle libertà fondamentali e che giustifica il nostro ricorso”.

Sarkozy fra un mese dovrebbe vedere applicata la pena di un anno di limitazione della propria libertà con la predisposizione del braccialetto elettronico per lui. In realtà, proprio fra un mese l’ex presidente compirà 70 anni e potrà chiedere di non scontare l’anno di braccialetto elettronico. Nella vicenda comunemente nota con il nome di “Bismuth”, usato dall’ex presidente per contatti riservati, Sarkozy era stato riconosciuto colpevole di aver allacciato, nel 2014, insieme con il suo avvocato storico, Thierry Herzog, un “patto di corruzione” con Gilbert Azibert, alto magistrato alla Corte di Cassazione, perché questi gli comunicasse informazioni e tentasse di influenzare i magistrati su un ricorso di Sarkozy in un altra vicenda, quella del caso Bettencourt. Ciò avveniva in cambio di “una mano” promessa al giudice per uno posto onorario nel principato di Monaco. I tre imputati hanno sempre negato gli illeciti, ricordando che il traffico di influenze non si è verificato poiché il magistrato non ha mai ottenuto la protezione desiderata.

Ma i suoi guai giudiziari non finiscono qui: a gennaio tornerà in tribunale dal prossimo gennaio nel quadro del processo sui presunti finanziamenti della Libia di Muhammar Gheddafi alla sua vittoriosa campagna presidenziale del 2007. L’ex presidente sarà di ritorno alla sbarra, assieme a tre ex ministri, per sospetta corruzione internazionale. Al termine di un’inchiesta durata 10 anni, la magistratura francese ritiene di avere prove sufficienti per il rinvio a giudizio del Républicain ex titolare dell’Eliseo. “Favole”, protesta il diretto interessato, che ha sempre negato le accuse. Il processo si terrà dal 6 gennaio al 10 aprile 2025. Sarkozy rischia dieci anni di carcere e una multa da 375mila euro.