Dalla crisi di Egea qualcuno potrebbe averci guadagnato. Di certo tutti noi abbiamo perso
Più di un anno fa ho provato a raccontare la crisi profonda di Egea, l’azienda multiservizi dell’albese con diramazioni in tutta Italia, a lungo portata come esempio virtuoso di holding mista pubblico/privato, con un unico socio di maggioranza privato, l’ing. Carini, che – attraverso la sedimentazione di concessioni legittimate da quote di partecipazione infinitesimali garantite ai comuni, insieme a opere e welfare a pioggia, meglio se prima delle elezioni – era riuscita a garantirsi mercato e fatturato per decenni.
La crisi nera della potente holding segnava – raccontavo – la crisi di un modello di gestione del territorio, della sua economia, delle sue relazioni, soprattutto quelle politiche. Alba, sede e origine di Egea, è la terra del presidente della Regione Piemonte, AlbertoCirio. Nelle varie società del gruppo siedono, come soci, amministratori e sindaci: alcuni tra i più importanti imprenditori del territorio, le banche locali con i loro amministratori, esponenti politici di tutti gli schieramenti, tanto che Egea si presentava all’esterno con una certa presunzione, come espressione di un territorio virtuoso. Ancora nel luglio 2022, in occasione dell’approvazione del bilancio, Carini, accompagnato dallo stesso Cirio, presentava una situazione florida, nonostante i picchi del prezzo del gas.
Egea S.p.A, secondo il report Ernst & Young del 2021, valeva circa 230 milioni; la partecipazione pubblica l’8%, quindi 20 milioni. Il consulente strategico di Egea da oltre 16 anni, il dott. Feira, partecipa come advisor alla formalizzazione di alcuni finanziamenti alla società, tra i quali uno con Illimity Bank di oltre 100 milioni di euro. Come faceva a ignorare la reale situazione finanziaria di Egea S.p.A.?
I soci le notizie le leggevano sui giornali, erano in allarme. Carlo Bo, l’ex sindaco di Alba, ancora il 30 ottobre scorso affermava di non essere stato informato dalla società se non a cose fatte e di non aver compreso “per incompetenza” che la composizione negoziata della crisi Egea avrebbe portato all’azzeramento del valore della partecipazione in capo al Comune.
Già, perché nel giugno 2023, senza riunire i soci, i vertici di Egea, con a capo l’avvocato Rossetto, un altro ex sindaco di Alba, allora Presidente del Consiglio di Sorveglianza, avviano la composizione negoziata della crisi, vale a dire il risanamento dell’impresa in forte difficoltà con il supporto di un “esperto indipendente” che tratta con i creditori. L’operazione viene presentata alla stampa come un’opportunità di rilancio della società nell’interesse di tutti gli stakeholders. La crisi dell’azienda era ormai evidente, non si trovavano acquirenti e gli amministratori definivano la società (2 mila creditori, 32 banche, 77 obbligazionisti, e 300 soci pubblici e privati) come “tecnicamente fallita”.
Da qui il piano di risanamento economico-finanziario omologato dal Tribunale di Torino: l’intero complesso di attività di Egea (prevalentemente: teleriscaldamento, gestione del servizio idrici e distribuzione del metano) è stato ceduto a una nuova società, Egea Holding, controllata da Iren, nel cui Consiglio di amministrazione siedono anche il solito Feira e Giuliana Cirio, sorella del Presidente della Regione. Per ciò che attiene il dissesto finanziario di Egea, oggetto delle indagini della Procura di Asti, che hanno già portato a ingenti rettifiche di bilancio e la confisca di 3,6mln di euro a Carini, nessuna spiegazione: la crisi della società sarebbe dovuta al solo aumento del prezzo del gas e alla cattiva gestione dei crediti del bonus 110%.
Debiti e oneri vari pregressi restano così in capo a Egea S.p.A. che progressivamente verrà svuotata, evitando il fallimento e un curatore che metta il becco nei conti. I Comuni, che possedevano quote azionarie acquisite nel corso degli anni, rinunciano alle loro parti in azioni e accantonano somme per fare fronte ad eventuali debiti che la vecchia società fosse tenuta a liquidare. Ad esempio, la Città di Alba (5,18% delle quote di Egea S.p.A.) il 31 ottobre scorso è uscita dalla società, rinunciando alle sue azioni (valore 15 milioni di euro circa persi) e accantonando la bellezza di 2,3 milioni di euro per “garantire la piena operatività dell’esercizio 2025”, come ha spiegato il sindaco AlbertoGatto, fresco di elezione a capo di una coalizione di centrosinistra (Pd+civici) in perfetta armonia anche con il centrodestra che governava Alba in precedenza. Lo stesso per gli altri 90 e più comuni già soci.
La procedura di composizione negoziata prevedeva che Iren acquisisse il 50% delle quote azionarie nella “nuova” Egea Holding (per arrivare al 100% entro il 2028). Il rimanente 50% è andato a MidCo 2024 che rappresenta i creditori. Sono passati soli 6 mesi e Iren comunica che può anticipare l’integrazione azionaria con quattro anni di anticipo, grazie “al sacrificio di tutto il territorio”. Considerato che, secondo gli stessi cantori del successo odierno, meno di due anni prima Egea S.p.A. era un’azienda tecnicamente fallita, qualche perplessità si affaccia anche fra i meno scettici: qualcuno potrebbe aver fatto un affare. Chi?
Difficile dirlo con certezza, per questo conviene cominciare da chi certamente ci ha perso. Lo Stato in primis (tutti noi) ha perso circa 300 milioni di crediti fiscali. Gli obbligazionisti hanno recuperato meno del 30% dell’investimento, lo stesso i creditori. Gli azionisti neanche quello.
Una vittoria il mantenimento dell’occupazione: Egea S.p.A ha condotto l’operazione di trasformazione conservando le 200mila utenze, domestiche e industriali, e salvaguardando i circa 800 dipendenti. Vittoria anche per gli amministratori, consulenti e advisor, sindaci e garanti, che riescono a evitare possibili azioni di responsabilità nei loro confronti. Infatti, Egea ha deciso di affidare la procedura a professionisti “ereditati” dalla gestione precedente, Valotti e Feira. Non solo non vengono chiamati in causa, ma li ritroviamo nella nuova Egea Holding. Nel marzo scorso “l’esperto indipendente” per la composizione negoziata della crisi di Egea è stato nominato presidente di Intesa Vita (Banca Intesa era il maggior creditore). Le banche recuperano fra il 60% e 80% del capitale esposto, evitando soprattutto la revocatoria dei crediti già incassati. Un caso?
Egea Holding figura fra gli sponsor delle luminarie che allietano il centro cittadino di Alba. Agli albesi costano care: 15 milioni, 500 euro a testa.
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La Redazione
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "I vigliacchi di Hamas ancora una volta esibiscono ostaggi, ma si mostrano a volto coperto. Perché sono dei codardi. Sono protagonisti di un’azione terroristica che dimostra la loro impossibilità di proporsi come uno Stato". Lo dice Maurizio Gasparri.
"O i palestinesi si liberano di questa setta di terroristi vigliacchi o non potranno essere interlocutori della comunità internazionale. Non si può parlare di due popoli e di due Stati quando c'è uno stato democratico, un popolo perseguitato, Israele e gli israeliani, e c'è un popolo palestinese che si fa comandare da questi vili criminali, che si nascondono perché non hanno il coraggio di mostrare il loro volto da assassini al mondo intero", aggiunge il presidente dei senatori di FI.
Roma, 15 feb. (Adnkronos) - Non saranno sempre "una cosa bellissima", come diceva l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, ma le tasse restano stabilmente nella top ten dei temi 'divisivi' del centrosinistra. L'ultima accesa discussione, e non è certo la prima volta, è scoppiata sulla patrimoniale. Un 'evergreen', dall'Ulivo al campo largo. Che adesso vede, appunto, coinvolti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e tutto il fronte alternativo al centrodestra.
A far (ri) scoppiare la polemica è stato lo stesso Fratoianni che, ad un convegno sui sistemi fiscali si è rivolto ai compagni di viaggio, seduti al suo fianco per ascoltare le relazioni del premio nobel Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e dell'economista Hayati Ghosh. "Mi rivolgo a voi: verrà presto il momento di formulare una proposta per l’alternativa e bisogna dire che per una patrimoniale sulle grandi ricchezze è arrivato il momento, non si può rinviare", ha detto il leader di SI a Schlein e Conte.
Da lì, il dibattito è partito incontenibile. Ai leader di sinistra, c'è da dire, è arrivato l'abbrivio di Stiglitz che, citando il Papa, ha sottolineato: "Le tasse sono uno strumento importante per proteggere i poveri". Ma a sinistra non c'era certo bisogno dell'endorsement di un premio Nobel per accendere la miccia sul fisco. I più 'nostalgici' ricordano la mossa elettorale di Rifondazione comunista. Correva l'anno 2006, il partito di Nichi Vendola era al governo (quello con Padoa Schioppa ministro) e per le elezioni pensò di riempire le città con i manifesti con la foto di un panfilo e lo slogan preso da una telenovela degli anni '70: 'Anche i ricchi piangano'. Da lì a poco la stagione dell'Ulivo arrivò al capolinea.
(Adnkronos) - Eppure l'idea del 'prelievo forzoso' sulla quale i progressisti sono messi da sempre all'indice dagli avversari politici non è una idea di sinistra. A inventarlo, in Italia, è il governo Nitti nel 1919 per far quadrare i conti traballanti. Ma lo fa anche Mussolini, dopo la guerra in Etiopia, nel '36. Per gli stessi motivi. Eppure è sempre a sinistra che si guarda (e si polemizza) quando si parla di tasse. Silvio Berlusconi ha costruito una campagna anti sinistra, una costante della sua carriera politica, sin quando parlava del prelievo "con il favore delle tenebre" a proposito del 6xmille retroattivo sui conti correnti imposto dal governo Amato nel '92 per arginare le falle dei conti pubblici.
E le polemiche su Matteo Renzi e l'Imu? "Elimineremo noi, perché gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati", annunciò l'allora premier all'assemblea del Pd, finendo nel mirino con l'accusa di 'berlusconismo'. Ma gli esempi sono tanti, anche più recenti. Alle elezioni del 2022 Enrico Letta lanciò la proposta della dote ai 18enni, un capitale di circa 10mila euro da spendere in formazione, casa o per avviare una attività. "Sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari", spiegò il segretario del Pd, subito accusato di voler introdurre la patrimoniale in maniera surrettizia.
A distanza di anni i progressisti si trovano ancora, sempre, alle prese con la discussione sul fisco e sulle varie ricette per le tasse. Con Schlein che oggi dice: "Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni", indicando però una soluzione "almeno a livello europeo" sulle orme di quella suggerita dal presidente brasiliano Lula al G20. E Conte che invita a parlare di tasse ma "in modo intelligente", per "contrastare il capitalismo parassitario".
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Nella giornata di oggi, 15 febbraio, presso i locali della federazione provinciale del Pd in corso Mazzini, si è svolto l’incontro fra la delegazione del Partito democratico, composta da Vittorio Pecoraro, segretario provinciale, Rosi Caligiuri, segretaria cittadina, e Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale, con il sindaco di Cosenza, Franz Caruso". Lo spiegano in una nota congiunta gli stessi Pecoraro, Caligiuri e Alimena.
"Nell’esprimere il proprio sostegno all’esperienza amministrativa, il Partito democratico, ribadendo la propria unità, ha rappresentato al sindaco la sua proposta per il completamento della giunta con l’indicazione dell’avvocata Maria Locanto quale vicesindaca", proseguono i dem.
"Il sindaco ha ascoltato la valutazione del Pd e, nel rispetto delle proprie prerogative, si è riservato di esaminare con attenzione tale richiesta. L’indicazione di Maria Locanto è l’espressione del territorio ed è stata formulata a livello cittadino, provinciale e regionale del Partito, nonché dalle rispettive rappresentanze istituzionali. La scelta di Maria Locanto testimonia in modo chiaro l’unità del Pd, essendo presidente provinciale del Partito e avendo sempre lavorato con equilibrio e senso di responsabilità per la crescita della nostra comunità", sottolineano ancora gli esponenti Pd.
(Adnkronos) - "La delegazione del Pd ha, nel contempo, espresso al Sindaco la volontà di un impegno unitario perché la riorganizzazione della giunta non si espliciti soltanto attraverso una mera sostituzione assessorile ma sia opportunità per un rilancio strategico dell'azione amministrativa, affinché la seconda metà della consiliatura possa essere la fase di pieno compimento della attuazione del programma di governo su cui la maggioranza degli elettori cosentini ha espresso fiducia nella proiezione del progetto "Cosenza 2050'", concludono i dirigenti dem.
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Oggi si vota in 101 province per il congresso di Azione, un esercizio organizzativo molto complesso, ma necessario per riportare i partiti a essere quello che erano: luoghi di confronto democratico sulle idee e sulla linea politica. Siamo molto felici di come è andato". Lo dice Carlo Calenda.
"Ringrazio tutti i militanti, gli iscritti, i garanti congressuali e le persone che in questi mesi si sono attivati per tenere viva e rendere più forte la nostra comunità", aggiunge il leader di Azione.
Sanremo, 15 feb. - (Adnkronos) - “Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.
Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.
Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.
Torino, 15 feb. - (Adnkronos) - “Sui dazi la storia dimostra che fanno male a tutti, anche a chi li impone. Poi naturalmente colpiscono di più i paesi che hanno una forte capacità di esportazione, quindi può essere che l’Italia sia un pochino più colpita di altri Paesi come primo impatto. Ma non dimentichiamo che l’Italia ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell’andamento dai mercati e dei prezzi. Quindi io sono abbastanza ottimista sulla capacità dell’Italia di minimizzare o comunque contenere i danni che possano derivare da questa guerra delle tariffe che si preannuncia". Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del congresso Assiom Forex in corso a Torino." Naturalmente - osserva - nessun paese riuscirà a sfuggire al fatto che una guerra delle tariffe fa sempre male a tutti".
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - Sono in corso verifiche dell'Ambasciata italiana a Bogotà sulla presunta morte del boss Giovanni Motisi, inserito nella lista dei latitanti mafiosi più pericolosi. La Procura di Palermo ha allertato i poliziotti del Servizio centrale operativo. A lanciare la notizia è il sito del giornale 'Gente'. Secondo il settimanale sarebbe morto di tumore in una clinica di Cali. Motisi aveva fatto perdere le sue tracce dal 1998.
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Mariano Turigliatto
Docente, scrittore, pedagogista, coltivatore di speranza
Economia & Lobby - 18 Dicembre 2024
Dalla crisi di Egea qualcuno potrebbe averci guadagnato. Di certo tutti noi abbiamo perso
Più di un anno fa ho provato a raccontare la crisi profonda di Egea, l’azienda multiservizi dell’albese con diramazioni in tutta Italia, a lungo portata come esempio virtuoso di holding mista pubblico/privato, con un unico socio di maggioranza privato, l’ing. Carini, che – attraverso la sedimentazione di concessioni legittimate da quote di partecipazione infinitesimali garantite ai comuni, insieme a opere e welfare a pioggia, meglio se prima delle elezioni – era riuscita a garantirsi mercato e fatturato per decenni.
La crisi nera della potente holding segnava – raccontavo – la crisi di un modello di gestione del territorio, della sua economia, delle sue relazioni, soprattutto quelle politiche. Alba, sede e origine di Egea, è la terra del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Nelle varie società del gruppo siedono, come soci, amministratori e sindaci: alcuni tra i più importanti imprenditori del territorio, le banche locali con i loro amministratori, esponenti politici di tutti gli schieramenti, tanto che Egea si presentava all’esterno con una certa presunzione, come espressione di un territorio virtuoso. Ancora nel luglio 2022, in occasione dell’approvazione del bilancio, Carini, accompagnato dallo stesso Cirio, presentava una situazione florida, nonostante i picchi del prezzo del gas.
Egea S.p.A, secondo il report Ernst & Young del 2021, valeva circa 230 milioni; la partecipazione pubblica l’8%, quindi 20 milioni. Il consulente strategico di Egea da oltre 16 anni, il dott. Feira, partecipa come advisor alla formalizzazione di alcuni finanziamenti alla società, tra i quali uno con Illimity Bank di oltre 100 milioni di euro. Come faceva a ignorare la reale situazione finanziaria di Egea S.p.A.?
I soci le notizie le leggevano sui giornali, erano in allarme. Carlo Bo, l’ex sindaco di Alba, ancora il 30 ottobre scorso affermava di non essere stato informato dalla società se non a cose fatte e di non aver compreso “per incompetenza” che la composizione negoziata della crisi Egea avrebbe portato all’azzeramento del valore della partecipazione in capo al Comune.
Già, perché nel giugno 2023, senza riunire i soci, i vertici di Egea, con a capo l’avvocato Rossetto, un altro ex sindaco di Alba, allora Presidente del Consiglio di Sorveglianza, avviano la composizione negoziata della crisi, vale a dire il risanamento dell’impresa in forte difficoltà con il supporto di un “esperto indipendente” che tratta con i creditori. L’operazione viene presentata alla stampa come un’opportunità di rilancio della società nell’interesse di tutti gli stakeholders. La crisi dell’azienda era ormai evidente, non si trovavano acquirenti e gli amministratori definivano la società (2 mila creditori, 32 banche, 77 obbligazionisti, e 300 soci pubblici e privati) come “tecnicamente fallita”.
Da qui il piano di risanamento economico-finanziario omologato dal Tribunale di Torino: l’intero complesso di attività di Egea (prevalentemente: teleriscaldamento, gestione del servizio idrici e distribuzione del metano) è stato ceduto a una nuova società, Egea Holding, controllata da Iren, nel cui Consiglio di amministrazione siedono anche il solito Feira e Giuliana Cirio, sorella del Presidente della Regione. Per ciò che attiene il dissesto finanziario di Egea, oggetto delle indagini della Procura di Asti, che hanno già portato a ingenti rettifiche di bilancio e la confisca di 3,6mln di euro a Carini, nessuna spiegazione: la crisi della società sarebbe dovuta al solo aumento del prezzo del gas e alla cattiva gestione dei crediti del bonus 110%.
Debiti e oneri vari pregressi restano così in capo a Egea S.p.A. che progressivamente verrà svuotata, evitando il fallimento e un curatore che metta il becco nei conti. I Comuni, che possedevano quote azionarie acquisite nel corso degli anni, rinunciano alle loro parti in azioni e accantonano somme per fare fronte ad eventuali debiti che la vecchia società fosse tenuta a liquidare. Ad esempio, la Città di Alba (5,18% delle quote di Egea S.p.A.) il 31 ottobre scorso è uscita dalla società, rinunciando alle sue azioni (valore 15 milioni di euro circa persi) e accantonando la bellezza di 2,3 milioni di euro per “garantire la piena operatività dell’esercizio 2025”, come ha spiegato il sindaco Alberto Gatto, fresco di elezione a capo di una coalizione di centrosinistra (Pd+civici) in perfetta armonia anche con il centrodestra che governava Alba in precedenza. Lo stesso per gli altri 90 e più comuni già soci.
La procedura di composizione negoziata prevedeva che Iren acquisisse il 50% delle quote azionarie nella “nuova” Egea Holding (per arrivare al 100% entro il 2028). Il rimanente 50% è andato a MidCo 2024 che rappresenta i creditori. Sono passati soli 6 mesi e Iren comunica che può anticipare l’integrazione azionaria con quattro anni di anticipo, grazie “al sacrificio di tutto il territorio”. Considerato che, secondo gli stessi cantori del successo odierno, meno di due anni prima Egea S.p.A. era un’azienda tecnicamente fallita, qualche perplessità si affaccia anche fra i meno scettici: qualcuno potrebbe aver fatto un affare. Chi?
Difficile dirlo con certezza, per questo conviene cominciare da chi certamente ci ha perso. Lo Stato in primis (tutti noi) ha perso circa 300 milioni di crediti fiscali. Gli obbligazionisti hanno recuperato meno del 30% dell’investimento, lo stesso i creditori. Gli azionisti neanche quello.
Una vittoria il mantenimento dell’occupazione: Egea S.p.A ha condotto l’operazione di trasformazione conservando le 200mila utenze, domestiche e industriali, e salvaguardando i circa 800 dipendenti. Vittoria anche per gli amministratori, consulenti e advisor, sindaci e garanti, che riescono a evitare possibili azioni di responsabilità nei loro confronti. Infatti, Egea ha deciso di affidare la procedura a professionisti “ereditati” dalla gestione precedente, Valotti e Feira. Non solo non vengono chiamati in causa, ma li ritroviamo nella nuova Egea Holding. Nel marzo scorso “l’esperto indipendente” per la composizione negoziata della crisi di Egea è stato nominato presidente di Intesa Vita (Banca Intesa era il maggior creditore). Le banche recuperano fra il 60% e 80% del capitale esposto, evitando soprattutto la revocatoria dei crediti già incassati. Un caso?
Egea Holding figura fra gli sponsor delle luminarie che allietano il centro cittadino di Alba. Agli albesi costano care: 15 milioni, 500 euro a testa.
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Roma, 15 feb (Adnkronos) - "I vigliacchi di Hamas ancora una volta esibiscono ostaggi, ma si mostrano a volto coperto. Perché sono dei codardi. Sono protagonisti di un’azione terroristica che dimostra la loro impossibilità di proporsi come uno Stato". Lo dice Maurizio Gasparri.
"O i palestinesi si liberano di questa setta di terroristi vigliacchi o non potranno essere interlocutori della comunità internazionale. Non si può parlare di due popoli e di due Stati quando c'è uno stato democratico, un popolo perseguitato, Israele e gli israeliani, e c'è un popolo palestinese che si fa comandare da questi vili criminali, che si nascondono perché non hanno il coraggio di mostrare il loro volto da assassini al mondo intero", aggiunge il presidente dei senatori di FI.
Roma, 15 feb. (Adnkronos) - Non saranno sempre "una cosa bellissima", come diceva l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, ma le tasse restano stabilmente nella top ten dei temi 'divisivi' del centrosinistra. L'ultima accesa discussione, e non è certo la prima volta, è scoppiata sulla patrimoniale. Un 'evergreen', dall'Ulivo al campo largo. Che adesso vede, appunto, coinvolti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e tutto il fronte alternativo al centrodestra.
A far (ri) scoppiare la polemica è stato lo stesso Fratoianni che, ad un convegno sui sistemi fiscali si è rivolto ai compagni di viaggio, seduti al suo fianco per ascoltare le relazioni del premio nobel Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e dell'economista Hayati Ghosh. "Mi rivolgo a voi: verrà presto il momento di formulare una proposta per l’alternativa e bisogna dire che per una patrimoniale sulle grandi ricchezze è arrivato il momento, non si può rinviare", ha detto il leader di SI a Schlein e Conte.
Da lì, il dibattito è partito incontenibile. Ai leader di sinistra, c'è da dire, è arrivato l'abbrivio di Stiglitz che, citando il Papa, ha sottolineato: "Le tasse sono uno strumento importante per proteggere i poveri". Ma a sinistra non c'era certo bisogno dell'endorsement di un premio Nobel per accendere la miccia sul fisco. I più 'nostalgici' ricordano la mossa elettorale di Rifondazione comunista. Correva l'anno 2006, il partito di Nichi Vendola era al governo (quello con Padoa Schioppa ministro) e per le elezioni pensò di riempire le città con i manifesti con la foto di un panfilo e lo slogan preso da una telenovela degli anni '70: 'Anche i ricchi piangano'. Da lì a poco la stagione dell'Ulivo arrivò al capolinea.
(Adnkronos) - Eppure l'idea del 'prelievo forzoso' sulla quale i progressisti sono messi da sempre all'indice dagli avversari politici non è una idea di sinistra. A inventarlo, in Italia, è il governo Nitti nel 1919 per far quadrare i conti traballanti. Ma lo fa anche Mussolini, dopo la guerra in Etiopia, nel '36. Per gli stessi motivi. Eppure è sempre a sinistra che si guarda (e si polemizza) quando si parla di tasse. Silvio Berlusconi ha costruito una campagna anti sinistra, una costante della sua carriera politica, sin quando parlava del prelievo "con il favore delle tenebre" a proposito del 6xmille retroattivo sui conti correnti imposto dal governo Amato nel '92 per arginare le falle dei conti pubblici.
E le polemiche su Matteo Renzi e l'Imu? "Elimineremo noi, perché gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati", annunciò l'allora premier all'assemblea del Pd, finendo nel mirino con l'accusa di 'berlusconismo'. Ma gli esempi sono tanti, anche più recenti. Alle elezioni del 2022 Enrico Letta lanciò la proposta della dote ai 18enni, un capitale di circa 10mila euro da spendere in formazione, casa o per avviare una attività. "Sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari", spiegò il segretario del Pd, subito accusato di voler introdurre la patrimoniale in maniera surrettizia.
A distanza di anni i progressisti si trovano ancora, sempre, alle prese con la discussione sul fisco e sulle varie ricette per le tasse. Con Schlein che oggi dice: "Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni", indicando però una soluzione "almeno a livello europeo" sulle orme di quella suggerita dal presidente brasiliano Lula al G20. E Conte che invita a parlare di tasse ma "in modo intelligente", per "contrastare il capitalismo parassitario".
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Nella giornata di oggi, 15 febbraio, presso i locali della federazione provinciale del Pd in corso Mazzini, si è svolto l’incontro fra la delegazione del Partito democratico, composta da Vittorio Pecoraro, segretario provinciale, Rosi Caligiuri, segretaria cittadina, e Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale, con il sindaco di Cosenza, Franz Caruso". Lo spiegano in una nota congiunta gli stessi Pecoraro, Caligiuri e Alimena.
"Nell’esprimere il proprio sostegno all’esperienza amministrativa, il Partito democratico, ribadendo la propria unità, ha rappresentato al sindaco la sua proposta per il completamento della giunta con l’indicazione dell’avvocata Maria Locanto quale vicesindaca", proseguono i dem.
"Il sindaco ha ascoltato la valutazione del Pd e, nel rispetto delle proprie prerogative, si è riservato di esaminare con attenzione tale richiesta. L’indicazione di Maria Locanto è l’espressione del territorio ed è stata formulata a livello cittadino, provinciale e regionale del Partito, nonché dalle rispettive rappresentanze istituzionali. La scelta di Maria Locanto testimonia in modo chiaro l’unità del Pd, essendo presidente provinciale del Partito e avendo sempre lavorato con equilibrio e senso di responsabilità per la crescita della nostra comunità", sottolineano ancora gli esponenti Pd.
(Adnkronos) - "La delegazione del Pd ha, nel contempo, espresso al Sindaco la volontà di un impegno unitario perché la riorganizzazione della giunta non si espliciti soltanto attraverso una mera sostituzione assessorile ma sia opportunità per un rilancio strategico dell'azione amministrativa, affinché la seconda metà della consiliatura possa essere la fase di pieno compimento della attuazione del programma di governo su cui la maggioranza degli elettori cosentini ha espresso fiducia nella proiezione del progetto "Cosenza 2050'", concludono i dirigenti dem.
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Oggi si vota in 101 province per il congresso di Azione, un esercizio organizzativo molto complesso, ma necessario per riportare i partiti a essere quello che erano: luoghi di confronto democratico sulle idee e sulla linea politica. Siamo molto felici di come è andato". Lo dice Carlo Calenda.
"Ringrazio tutti i militanti, gli iscritti, i garanti congressuali e le persone che in questi mesi si sono attivati per tenere viva e rendere più forte la nostra comunità", aggiunge il leader di Azione.
Sanremo, 15 feb. - (Adnkronos) - “Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.
Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.
Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.
Torino, 15 feb. - (Adnkronos) - “Sui dazi la storia dimostra che fanno male a tutti, anche a chi li impone. Poi naturalmente colpiscono di più i paesi che hanno una forte capacità di esportazione, quindi può essere che l’Italia sia un pochino più colpita di altri Paesi come primo impatto. Ma non dimentichiamo che l’Italia ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell’andamento dai mercati e dei prezzi. Quindi io sono abbastanza ottimista sulla capacità dell’Italia di minimizzare o comunque contenere i danni che possano derivare da questa guerra delle tariffe che si preannuncia". Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del congresso Assiom Forex in corso a Torino." Naturalmente - osserva - nessun paese riuscirà a sfuggire al fatto che una guerra delle tariffe fa sempre male a tutti".
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - Sono in corso verifiche dell'Ambasciata italiana a Bogotà sulla presunta morte del boss Giovanni Motisi, inserito nella lista dei latitanti mafiosi più pericolosi. La Procura di Palermo ha allertato i poliziotti del Servizio centrale operativo. A lanciare la notizia è il sito del giornale 'Gente'. Secondo il settimanale sarebbe morto di tumore in una clinica di Cali. Motisi aveva fatto perdere le sue tracce dal 1998.