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Latina, la scritta “Littoria” sulle maglie in una gara ufficiale della Lega Pro. Che ha dato l’ok

Il presidente Terracciano: "E' un'iniziativa per celebrare l'anniversario della fondazione della città, il 18 dicembre 1932"

Una vista aerea della città, distorta come in un caleidoscopio dalla mente colorata del futurista Pierluigi Bossi. Sulla schiena, giusto sopra il cognome del giocatore, la scritta: “Littoria“. Ovvero il nome con cui la città fu fondata da Benito Mussolini nel 1932, caduto insieme al fascismo e rimasto a circolare per oltre 70 anni solo […]

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Una vista aerea della città, distorta come in un caleidoscopio dalla mente colorata del futurista Pierluigi Bossi. Sulla schiena, giusto sopra il cognome del giocatore, la scritta: “Littoria“. Ovvero il nome con cui la città fu fondata da Benito Mussolini nel 1932, caduto insieme al fascismo e rimasto a circolare per oltre 70 anni solo nella chincaglieria venduta nei mercatini della memoria e nelle fantasie dei nostalgici. Fino a lunedì pomeriggio, quando è tornato a campeggiare sulla divisa del Latina Calcio in una gara ufficiale della Lega Pro.

Sotto le luci dello stadio “Domenico Francioni”, il Latina Calcio 1932 ha indossato la versione colorata della maglia prodotta da Ezeta nella partita persa con l’Audace Cerignola per 1 a 0: “La collezione è un omaggio al genio futurista di Pierluigi Bossi, in arte Sibò – si legge sul sito dell’azienda -. Un viaggio nella storia della città, dalla fondazione di Littoria all’attuale Latina”. Dove però i richiami al regime che fu fanno inumidire di dolcezza gli occhi di molti. Così, dice ancora l’azienda, “in occasione della settimana che celebra la nascita dell’artista e la fondazione della città, la collezione ‘Sibò Futurista’ è il nostro omaggio al patrimonio culturale pontino”.

La settimana in questione è quella del 18 dicembre 1932, giorno in cui il Duce in persona si decise a recarsi nel punto esatto dell’Agro Pontino in cui era cominciata la costruzione della più grande tra le città di fondazione. Per inaugurarla di persona finalmente, perché la posa della prima pietra era avvenuta sei mesi prima, il 18 giugno. “A Mussolini – racconta il Comune sul suo sito – non piaceva che quel che doveva essere un nuovo centro rurale, solo un villaggio amministrativo di riferimento, fosse pensata dall’Opera Nazionale Combattenti come una città vera e propria” e “decise di boicottare la cerimonia”. Ma poi “la città venne inaugurata il 18 dicembre del 1932 con un massiccio impegno propagandistico affinché potesse diventare il nuovo simbolo del regime fascista”.

Ora, con il centenario che si avvicina, il centrodestra in Comune, Fratelli d’Italia a Palazzo Chigi, nonché ex generali che sventolano senza contraddittorio il vessillo della sanguinaria Decima Mas, a Latina e non solo i nostalgici avvertono nell’aria il profumo della giovinezza che fu. La legge portata a casa a tempo di record dal senatore Nicola Calandrini farà piovere sulla città un bel gruzzolo di milioni per celebrare tra otto anni la nascita della città. Che venne “inaugurata con il nome di Littoria”, tenne a precisare Cesare Bruni, capogruppo di Fdi in consiglio comunale, il giorno dell’approvazione in Parlamento.

Un richiamo che nell’Agro redento esercita sempre fascino, al punto che l’azienda produttrice ha inserito nella “Sibò Collection” anche una allusiva versione nera della maglia. “Lo spirito non era quello di fare rievocazioni – spiega il presidente Antonio Terracciano -, non è stata una scelta politica. L’idea è soltanto quella di celebrare il giorno della nascita della città. Già per la prossima partita a Caserta torneremo a indossare la divisa tradizionale”. Con il nome “Littoria” che per la prima volta nella storia compare sulla maglia di una società professionistica, anche con l’avallo della Lega Calcio: “Come in ogni occasione di ogni gara abbiamo informato le autorità sportive competenti e gli arbitri, mostrando loro come da regolamento la divisa che la squadra avrebbe indossato”, chiosa il presidente.

Lo prevede l’articolo 12 del “Regolamento divise da gioco”: “Le Società sono tenute ad ottenere l’approvazione scritta della Lega Italiana Calcio Professionistico, relativa alla conformità al presente Regolamento delle divise da gioco e delle fasce da capitano, prima del loro utilizzo in gare di competizioni ufficiali della Lega stessa”. Senza l’ok non si scende in campo. E la Lega sulla scritta “Littoria” non ha avuto nulla da ridire. Contattata dal Fatto.it, l’organizzazione non ha rilasciato commenti.