Tennis

Nadal svela: “Interi giorni a casa a piangere, pensai di prendermi una pausa dal tennis. Ecco come ne sono uscito”

Lo spagnolo: "Mi dissero che probabilmente non avrei mai più giocato a tennis a livello professionistico"

“Ci sono stati mesi in cui ho pensato di prendermi una pausa completa dal tennis per purificare la mia mente”. Rafael Nadal ha ammesso di aver avuto questo dubbio in passato. Tuttavia, lo spagnolo ha superato quel momento andando sempre avanti e “lentamente sono tornato me stesso”. L’ex tennista ha scritto un lungo articolo su The Player’s Tribune intitolato “Il dono” in cui ha parlato di alcuni difficili episodi che ha vissuto durate la sua strepitosa carriera.

“Ero molto abituato al dolore fisico, ma c’erano momenti in campo in cui avevo difficoltà a controllare il respiro e non riuscivo a giocare al massimo livello. Ora non ho problemi a dirlo. Dopotutto, siamo esseri umani, non supereroi”, ha svelato Nadal. Che ha poi proseguito: “Fortunatamente, non sono arrivato al punto di non riuscire a controllare cose come l’ansia, ma ci sono momenti in cui è difficile controllare la propria mente e quando ciò accade è difficile avere il controllo totale del proprio gioco. Alla fine, ci ho lavorato ogni giorno per migliorare”.

Il 38enne si è ritirato dopo aver giocato per la Spagna in Coppa Davis a novembre, in seguito a due stagioni piene di problemi di infortuni che lo hanno molto limitato. Nell’articolo ha descritto anche il dolore cronico al piede sinistro che è emerso per la prima volta quando aveva 17 anni. “Mi dissero che probabilmente non avrei mai più giocato a tennis a livello professionistico. Ho trascorso molti giorni a casa a piangere, ma è stata una grande lezione di umiltà e sono stato fortunato ad avere un padre, la vera influenza che ho avuto nella mia vita, che è sempre stato così positivo”, ha affermato Nadal. Lo spagnolo ha poi riflettuto su cosa spera che abbia lasciato nel mondo del tennis dopo il ritiro: “Mi auguro che la mia eredità sia quella di aver sempre cercato di trattare gli altri con profondo rispetto. Questa era la regola d’oro dei miei genitori”.