Dmitri Medvedev alza il tono e, anche se soltanto a parole, mette letteralmente nel mirino “i funzionari della Nato“. Se Igor Kirillov era un obiettivo militare legittimo, ha scritto su Telegram il vicesegretario del Consiglio di sicurezza nazionale della Federazione, lo sono anche “tutti i funzionari della Nato che hanno preso la decisione sull’assistenza militare all’Ucraina di Bandera e stanno partecipando ad una guerra ibrida o convenzionale contro la Russia”.

L’ex presidente russo si riferisce a un articolo nel quale il Times di Londra definisce un atto di difesa legittimo l’uccisione del comandante delle forze speciali per la protezione da contaminazione radiologica, chimica e biologica delle forze armate di Mosca. Anche dall’Ucraina l’omicidio del generale russo è stato definito obiettivo legittimo. “E’ impossibile – scrive Medvedev – ignorare la pubblicazione sul Times. I bastardi in un editoriale hanno definito l’attacco terroristico contro Kirillov e il suo assistente un ‘atto di difesa legittimo’”.

Come già avvenuto ieri, Mosca definisce l’attentato a Kirillov un atto di terrorismo. Oggi è Dmitri Peskov a puntare esplcitamente il dito contro Kiev: gli investigatori russi stanno lavorando “in modo efficace e veloce” per identificare i responsabili dell’attentato del generale Igor Kirillov, ha detto il portavoce del Cremlino, “ma è già chiaro chi sono i mandanti, gli organizzatori di questo atto terroristico“, cioè l’Ucraina. “E’ confermato ancora una volta che il regime di Kiev non disdegna i metodi terroristici di lavoro”, ha aggiunto Peskov. La collega al ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha annunciato che la Russia solleverà la questione il prossimo 20 dicembre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Questa mattina i servizi ucraini hanno reso noto di aver aumentato la sicurezza a Kiev. Lo ha annunciato su Telegram lo stesso Sbu (Služba bezpeky Ukraïny), che parla di “misure di controspionaggio (sicurezza) pianificate nel distretto Pechersk di Kiev, in particolare nel quartiere governativo della capitale”. Le misure – condotte in collaborazione con il Dipartimento di protezione, la polizia e il servizio militare dell’Esercito – servono “a testare la protezione antisabotaggio delle strutture statali ed aumentare la sicurezza dei residenti di Kiev e delle persone sotto protezione statale”.

Lo Sbu pubblica poi un elenco delle misure intraprese, che include l’ispezione del territorio e dei singoli locali (appartamenti, uffici, aree comuni di condomini, strutture di servizio pubblico, ecc.) e controlli sui cittadini che si trovano nel quartiere governativo di Kiev.
Le misure di sicurezza vengono eseguite in conformità con il regime legale della legge marziale, precisa il Servizio. Esse, aggiunge, “possono comportare restrizioni al passaggio e al traffico nelle strade della capitale, il controllo dei documenti dei cittadini e l’ispezione dei veicoli”.

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