La presidente della Commissione ribadisce la linea dura nei confronti di Mosca e allontana così la tregua nell'est dell'Europa
L’Unione europea si prepara a chiudere il 2024 a suon di sanzioni contro la Russia e promesse, ancora da rispettare del tutto, di sostegno finanziario e militare all’Ucraina. È chiaro dalle parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che dopo il via libera del Consiglio Affari Esteri al 15esimo pacchetto di sanzioni a […]
L’Unione europea si prepara a chiudere il 2024 a suon di sanzioni contro la Russia e promesse, ancora da rispettare del tutto, di sostegno finanziario e militare all’Ucraina. È chiaro dalle parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che dopo il via libera del Consiglio Affari Esteri al 15esimo pacchetto di sanzioni a Mosca afferma che Palazzo Berlaymont sta già lavorando al 16esimo. La Russia, però, non ci sta, e con la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, parla di misure “illegittime” e promette ritorsioni: “Bruxelles continua a danneggiare il nostro Paese con decisioni che, in verità, minacciano anche la sicurezza energetica globale e la stabilità dei legami economici mondiali. Misure di ritorsione alle azioni illegali anti-russe dell’Unione europea non tarderanno ad arrivare”, ha promesso.
Le caratteristiche dell’economia russa, ormai a tutti gli effetti un’economia di guerra, spingono Bruxelles a cercare di colpire determinati comparti così da indebolire in maniera più evidente le casse della Federazione, ha spiegato von der Leyen. “Oggi un terzo del bilancio della Russia è dedicato alla spesa militare – ha dichiarato – È un’economia di guerra, quindi è essenziale minare i potenziali ricavi di Vladimir Putin. La settimana scorsa abbiamo adottato il quindicesimo pacchetto di sanzioni che colpisce la flotta ombra e i canali di aggiramento” delle misure restrittive “e il sedicesimo pacchetto è già in preparazione. Le sanzioni stanno pesando sull’economia russa, il rublo è ai minimi dall’inizio della guerra, malgrado le massicce contromisure adottate dalla banca centrale l’inflazione ha raggiunto il 70% in alcuni settori dell’economia. Lanciamo un chiaro messaggio al Cremlino, ossia che più a lungo dura la guerra e maggiore sarà il prezzo che l’economia russa dovrà pagare”.
Anche perché, afferma, il sostegno europeo a Kiev non si fermerà fino a quando non sarà Volodymyr Zelensky a ritenere giunto il momento di sedersi a un tavolo con Mosca. Promesse che, però, non tengono conto della volontà di alcuni dei governi dei 27 Stati membri, l’Ungheria su tutti, che da mesi ormai bloccano lo stanziamento di ulteriori 6,6 miliardi di euro destinati proprio all’Ucraina. “L’Ue verserà a Kiev 13 miliardi di euro l’anno prossimo – ha affermato von der Leyen – E a partire da gennaio inizieremo a trasferire la nostra parte del prestito del G7, finanziata con i proventi delle attività russe immobilizzate. Si tratta di oltre 18 miliardi di euro per il 2025. Questo darà all’Ucraina stabilità economica e finanziaria fino alla fine del 2025 e libererà spazio fiscale per l’acquisto di attrezzature militari. In altre parole, la strategia di Putin per spingere Kiev nel disastro finanziario è completamente fallita”.
L’inverno, però, sta ormai iniziando e in questi mesi la Russia ha adottato una strategia tanto criminale quanto efficace per cercare di garantirsi una più agevole avanzata nel Donbass: bombardare le infrastrutture energetiche compromettendo così l’approvvigionamento di vaste aree del Paese che rischia così di rimanere al freddo e al buio con le temperature che sono già crollate. Per questo, ammette anche von der Leyen, “la sfida più immediata è il sistema energetico dell’Ucraina. Abbiamo già fatto molto su questo fronte. Abbiamo fornito all’Ucraina migliaia di generatori di corrente, trasformatori, componenti elettrici, e milioni di lampadine a LED. Ma dobbiamo fare di più. C’è ancora un notevole divario di capacità. Domani (giovedì, ndr) al Consiglio europeo chiederò ai leader di fare di più per le riparazioni, di potenziare ulteriormente la rete di connessione e di fare di più per la generazione decentrata di elettricità. In questi giorni più bui dell’anno dobbiamo tenere accendere le luci e mantenere viva la speranza. E al di là dell’inverno, dobbiamo mantenere la stabilità economica e finanziaria di base dell’Ucraina. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato il deficit di finanziamento dell’Ucraina a oltre 42 miliardi di dollari per il 2025. Ma stiamo colmando questo gap, insieme ai nostri partner del G7 e alle istituzioni finanziarie internazionali”.
Il tutto passa anche dal processo di adesione all’Ue che nel 2025 potrebbe vivere un’ulteriore accelerate, stando almeno alle parole della presidente della Commissione: “Dobbiamo continuare a sostenere politicamente gli ucraini – ha concluso – Hanno fatto enormi progressi verso l’adesione alla nostra Unione. E se continueranno a impegnarsi dovremmo essere pronti ad aprire i negoziati sul cluster dei fondamentali all’inizio del 2025 e su altri cluster durante l’anno. Gli ucraini stanno lottando per il loro futuro nella nostra Unione e devono sapere che i loro sforzi stanno dando i loro frutti. La bandiera dell’Ucraina sventolerà nel cuore della nostra Unione”.