I risultati dei test sono stati pubblicati su Science Translational Medicine a firma di un team di ricercatori guidati dal National center for Immunization and Respiratory Diseases degli Stati Uniti
Il virus dell’influenza aviaria che ha colpito gli allevamenti di pollame a livello globale e ha anche attraversato la barriera di specie colpendo diversi bovini negli UsA e persone potrebbe presto essere arginato da nuovi vaccini che hanno dato buoni risultati nei test preclinici sugli animali. I risultati dei test sono stati pubblicati su Science […]
Il virus dell’influenza aviaria che ha colpito gli allevamenti di pollame a livello globale e ha anche attraversato la barriera di specie colpendo diversi bovini negli UsA e persone potrebbe presto essere arginato da nuovi vaccini che hanno dato buoni risultati nei test preclinici sugli animali.
I risultati dei test sono stati pubblicati su Science Translational Medicine a firma di un team di ricercatori guidati dal National center for Immunization and Respiratory Diseases degli Stati Uniti. “Il virus dell’influenza aviaria (HPAI) A(H5N1) – scrivono gli autori – pone una elevata minaccia alle popolazioni di uccelli tanto selvatici che in attività, con un considerevole potenziale di trasmissione ai mammiferi e in particolare agli umani. Sebbene il rischio posto da HPAI A(H5N1) alla popolazione generale sia considerato basso, la nuova infettività del virus e il suo livello recente di diffusione tra i mammiferi ha elevato il rischio che il virus riesca a ottenere la capacità di infettare gli esseri umani più efficacemente, eventualmente portando anche a forme di trasmissione da essere umano a essere umano”.
I ricercatori puntano su vaccini mRNA (vale a dire a RNA messaggero, la tecnologia già utilizzata per disegnare i vaccini anti Covid mirati specificamente al clade 2.3.4.4b dell’influenza panzootica A (H5). Questa particolare tipologia del virus si è dimostrata capace di infettare una vasta gamma di specie di mammiferi. Gli studiosi hanno utilizzato dei furetti come cavie che sono stati immunizzati con vaccini mRNA che codificavano o solo emoagglutinina o emoagglutinina e neuraminidasi. È stata valutata la risposta immunitaria e la protezione contro una dose letale del virus A(H5N1).
Due dosi di vaccinazione con mRNA hanno suscitato robusti livelli di anticorpi neutralizzanti contro un virus isolato da un uccello nel 2022 e uno isolato nell’uomo nel 2024. Inoltre, la vaccinazione con mRNA ha conferito protezione dagli esiti letali dell’infezione, mentre tutti i furetti non vaccinati sono morti a causa dell’infezione. Il vaccino infine ha ridotto i titoli virali nei tratti respiratori superiori e inferiori dei furetti infetti. “Questi risultati – concludono i ricercatori – sottolineano l’efficacia dei vaccini mRNA contro l’HPAI A (H5N1), dimostrando il loro potenziale come piattaforma vaccinale per future pandemie influenzali”.
Gianmarco Pondrano Altavilla