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Ucraina, Putin rivendica: “Vicini agli obiettivi. Zelensky illegittimo, dovevamo attaccare prima”. E apre a Trump

Il capo del Cremlino parla nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno e ribadisce che la Federazione è forte e può continuare a combattere

L’economia regge e gli obiettivi che la Russia si è posta in Ucraina si stanno avvicinando. Sono questi i due messaggi che Vladimir Putin ha recapitato al mondo intero durante la consueta conferenza stampa fiume (ben 4 ore e 27 minuti) di fine anno. Il capo del Cremlino, dopo che nei giorni scorsi ha elogiato […]

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L’economia regge e gli obiettivi che la Russia si è posta in Ucraina si stanno avvicinando. Sono questi i due messaggi che Vladimir Putin ha recapitato al mondo intero durante la consueta conferenza stampa fiume (ben 4 ore e 27 minuti) di fine anno. Il capo del Cremlino, dopo che nei giorni scorsi ha elogiato le conquiste record del suo esercito nel corso del 2024, ha dichiarato che la situazione sul campo di battaglia sta cambiando “drasticamente” e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi “obiettivi prioritari“. Così apre a una distensione con gli Stati Uniti dicendo di essere pronto a incontrare Donald Trump. Ma per quanto riguarda il negoziato con l’Ucraina la posizione resta quella della fermezza. Zelensky non ha legittimità, per il capo del Cremlino, che si dice disposto a negoziare con il governo di Kiev solo dopo elezioni: “Parleremo con chiunque, incluso Zelensky, se dovesse andare alle urne e ottenere legittimità”.

Ucraina: “Dovevamo attaccare prima”
Nessun rimpianto, ovviamente, sull’invasione (chiamata alle latitudini di Mosca “operazione militare speciale”) che, rincara la dose Putin, sarebbe dovuta partire molto prima del 24 febbraio 2022. Nonostante ciò, dopo tre anni, sostiene che a Mosca non serve un cessate il fuoco con l’Ucraina, ma “una pace a lungo termine, duratura e con garanzie per la Federazione Russa e i suoi cittadini”, mentre una tregua potrebbe consentire ai soldati ucraini di “riposarsi, procurarsi gli equipaggiamenti e le munizioni necessarie” e “impegnarsi nella formazione, nella riqualificazione e nel rafforzamento del personale”. Parole perfettamente speculari a quelle di Zelensky che ha usato gli stessi termini uscito dal Consiglio Ue. Ma il presidente russo ha poi aggiunto che gli accordi di pace si potranno fare solo con autorità ucraine “legittime”, intendendo con questo che Zelensky dovrebbe sottoporsi a nuove elezioni, dato che il suo mandato è scaduto già da diversi mesi.

Putin: “Economia russa prima in Europa. Le sanzioni non ci uccideranno”
Altro che crisi, sostiene il presidente della Federazione russa, l’economia del suo Paese rimane al momento la prima in Europa e può quindi permettersi di supportare lo sforzo bellico che va avanti ormai da quasi tre anni. Ma questo non è un buon motivo per “adagiarsi” su questa posizione, ha precisato: “Le istituzioni finanziarie ed economiche internazionali hanno posizionato la Russia al primo posto in Europa per volume economico e al quarto posto a livello globale per parità di potere d’acquisto – ha dichiarato – Davanti a noi ci sono Cina, Stati Uniti e India. Abbiamo superato la Germania già lo scorso anno e quest’anno abbiamo lasciato il Giappone dietro di noi. Tuttavia, questo non è un indicatore per ‘addormentarci’ o adagiarci. Tutto si sta sviluppando, tutto sta procedendo attivamente”.

Non può certo negare, però, che l’inflazione sta inviando segnali preoccupanti. “Proprio ieri, mentre mi stavo preparando per l’evento di oggi, ho parlato con la presidente della Banca Centrale che mi ha detto che si aggira intorno al 9,2-9,3%”, ha detto sostenendo però che i salari sarebbero a suo dire “cresciuti del 9% in termini reali” e quindi, secondo lui, “la situazione nel complesso” sarebbe “stabile”. Putin ha inoltre dichiarato che anche le sanzioni hanno un certo impatto sull’inflazione, sebbene a suo dire “non di fondamentale importanza” perché “rendono più costosa la catena logistica”.

Quanto alle sanzioni: “Sono uno strumento sleale per combattere la concorrenza. Interferiscono e creano problemi, ma non saranno in grado di ucciderci completamente”.

Distensione con l’America?
Il presidente è tornato a ribadire, come successo negli scorsi mesi, che la Russia è pronta per “negoziati” e “compromessi”, ma il governo ucraino finora si rifiuta di farlo. “La politica è l’arte del compromesso e noi abbiamo sempre detto che siamo pronti ai negoziati e ai compromessi. È solo che l’altra parte si è rifiutata di negoziare, ma noi siamo sempre pronti”. E apre poi a un incontro con Trump che a gennaio tornerà a essere presidente di quello che è il grande avversario mondiale di Mosca, non solo sullo scenario ucraino: gli Stati Uniti. “Non lo vedo da quattro anni”, ha detto dicendosi disponibile a un incontro. Per Biden, invece, Putin ha solo parole di comprensione rispetto alla scelta di graziare il figlio Hunter Biden: “È sempre importante quale parte di te è più forte: il politico o l’essere umano. In Biden, ha prevalso il lato umano. E non lo biasimo per questo”, ha detto il leader di Mosca senza nascondere la scarsa stima per l’ex presidente Usa.

Poi sfida gli Usa sui missili ipersonici
Nel corso della conferenza, Putin ha trovato anche il tempo di lanciare una sfida puramente militare agli Stati Uniti. E per farlo ha tirato in ballo la corsa allo sviluppo di nuovi e sempre più potenti missili ipersonici da parte di entrambi i Paesi. “Possono designare un obiettivo a Kiev e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento – ha detto il capo del Cremlino – Non ci sono possibilità di abbattere l’Oreshnik. Se gli esperti (occidentali) credono che sia possibile, propongo di fare un esperimento, un duello tecnologico. Lasciamo che loro determinino un obiettivo a Kiev, concentrino tutti i loro sistema di difesa missilistica lì e noi lanciamo l’Oreshnik. Siamo pronti per un tale esperimento e vedremo cosa accadrà. Sarà interessante per noi. Un tale duello tecnologico sarà utile sia per noi che per loro”.

Nessuna data per la riconquista del Kursk
La spina nel fianco del presidente è senza dubbio la perdita di territorio russo nel Kursk, dopo il successo dell’avanzata di Kiev. L’esercito di Mosca, supportato anche da militari della Corea del Nord, ha già iniziato le operazioni per riprendersi la regione al confine con il Paese di Zelensky, ma il capo del Cremlino non è ancora in grado di dire quando la riconquista sarà completata: “Non voglio indicare una data esatta perché in tal caso le truppe si sentirebbero costrette ad accelerare le operazioni, a rischio di perdite maggiori”, ha detto Putin per giustificare la mancata risposta. Ciò che ha voluto aggiungere per cercare di trasmettere ottimismo è che nella regione sono stati distrutti più mezzi corazzati ucraini che in qualsiasi altra zona di guerra nell’ultimo anno.

Attentato a Kirillov: “Errore grave delle forze dell’ordine”
Il presidente russo ha anche parlato dell’omicidio del generale Igor Kirillov, ucciso in un attentato dinamitardo rivendicato da Kiev martedì. Le forze dell’ordine e i servizi speciali russi devono migliorare il loro lavoro per prevenire situazioni come queste, ha detto Putin. Quanto avvenuto “significa che le nostre forze dell’ordine e i nostri servizi speciali devono migliorare il lavoro e non permettere errori così gravi”.

Un ricordo affettuoso per Berlusconi. “In Italia simpatia per la Russia”
In un altro passaggio del discorso Putin ha anche citato Silvio Berlusconi come uno dei leader del passato con cui “prenderebbe una tazza di tè”, se ne avesse la possibilità. Oltre all’ex presidente del Consiglio italiano, Putin ha fatto i nomi anche dell’ex cancelliere tedesco, Helmut Kohl e dell’ex presidente francese, Jacques Chirac. Non quello di Angela Merkel. Berlusconi era una persona “molto calda nei rapporti, molto operosa, molto tenace”, ha spiegato Putin, e “ha fatto molto per lo sviluppo dei rapporti tra Italia e Russia”. Rapporti che, secondo Putin, restano solidi: “Nonostante quello che succede ora, noi percepiamo nella società italiana una certa simpatia per la Russia, così come noi l’abbiamo per l’Italia”. Un commento che certo non farà piacere all’attuale premier Giorgia Meloni, che ha schierato l’Italia sull’asse più oltranzista dei Paesi occidentali rispetto al conflitto in Ucraina.

Le confessioni dello “zar”: “In questi tre anni ho quasi smesso di ridere”
Nel discorso di Putin c’è anche spazio per un affresco psicologico del leader. I tre anni di conflitto con l’Ucraina sono stati “una prova seria per tutti”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che lui stesso ha “quasi smesso di ridere”. “Ho cominciato a scherzare meno e ho quasi smesso di ridere. E ho cominciato a migliorare la mia capacità di concentrarmi sui problemi chiave e su come risolverli”, ha affermato Putin durante la conferenza stampa fiume di fine anno.