L'uomo ha manifestato l’intenzione di risarcire i danni e sottoporsi a un percorso di supporto sociale
“Grave e pericolosa insensibilità“. Va agli arresti domiciliari l’uomo che, dopo aver investito un passeggino spinto da una madre, non si era fermato. Il giudice di Milano nel provvedimento ha sottolineato come “le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi” per la bimba travolta, soccorsa e portata in ospedale per essere medicata. Dopo l’impatto, A. […]
“Grave e pericolosa insensibilità“. Va agli arresti domiciliari l’uomo che, dopo aver investito un passeggino spinto da una madre, non si era fermato. Il giudice di Milano nel provvedimento ha sottolineato come “le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi” per la bimba travolta, soccorsa e portata in ospedale per essere medicata. Dopo l’impatto, A. Z., 61 anni, dirigente del Comune di Milano, non si era fermato.
Davanti al giudice Franco Cantù Rajnoldi, nell’udienza per direttissima, l’uomo si è giustificato: “È stata una reazione istintiva. Mi sono spaventato e sono andato nel mio vecchio ufficio”. L’incidente era avvenuto poche ore prima, alle 9 del mattino, all’incrocio tra piazza Durante e via Casoretto. Il suv Audi Q3 bianco guidato dall’uomo aveva travolto una carrozzina sulle strisce pedonali, ferendo lievemente una bambina di tre anni e terrorizzando la madre, che è rimasta illesa. “Non mi sono accorto del passeggino — ha spiegato il 61enne — ho sentito solo un botto sul lato destro della macchina. Guardando nello specchietto non ho visto nulla e, sopraffatto dallo stress e dalla paura, non mi sono fermato. Ho sbagliato e faccio mea culpa”.
Secondo il pm Nicola Rossato, la versione dell’indagato è lacunosa e contraddittoria: “Si è reso conto di aver travolto una bambina”, ha sottolineato il magistrato. Dopo l’impatto, infatti, il dirigente ha guidato contromano e ha attraversato un semaforo rosso per allontanarsi velocemente. Due ore dopo, è persino tornato sul luogo dell’incidente, notando i vigili impegnati nei rilievi. “In quel momento ho iniziato a sospettare che fosse accaduto qualcosa di grave“, ha ammesso. La bambina ha riportato solo un trauma e contusioni guaribili in tre giorni. Al momento dell’incidente l’uomo risultava sospeso per un procedimento disciplinare. “Ero sotto stress psicologico per una crisi familiare“, ha dichiarato l’uomo, difeso dall’avvocato Ciro Paparo. L’uomo ha manifestato l’intenzione di risarcire i danni e sottoporsi a un percorso di supporto sociale.