Il nuovo capo della Chiesa fiorentina, scelto da Papa Francesco, ricuce lo strappo con la comunità delle Piagge, quartiere povero e "eretico". Nel 2009 il parroco fu sanzionato dall'arcidiocesi per aver celebrato le nozze di un'ex trans
Fece scalpore, il 26 ottobre 2009, la celebrazione a Firenze, nel quartiere popolare delle Piagge, nord-ovest della città, delle nozze, celebrate da don Alessandro Santoro, di Sandra Alvino – presidente dell’Associazione italiana transessuali – con il suo compagno Fortunato Talotta. Scandalo, polemiche. Giuseppe Betori, da un anno arcivescovo di Firenze, sospese il prete “disobbediente” dalla […]
Fece scalpore, il 26 ottobre 2009, la celebrazione a Firenze, nel quartiere popolare delle Piagge, nord-ovest della città, delle nozze, celebrate da don Alessandro Santoro, di Sandra Alvino – presidente dell’Associazione italiana transessuali – con il suo compagno Fortunato Talotta. Scandalo, polemiche. Giuseppe Betori, da un anno arcivescovo di Firenze, sospese il prete “disobbediente” dalla “cura pastorale” della comunità delle Piagge ed esiliato per alcuni mesi a riflettere sulla bibbia. Quindici anni dopo, il prossimo Natale, lo strappo delle Piagge sarà ricucito dal nuovo arcivescovo Gherardo Gambelli che ha deciso di recarsi nella comunità di don Santoro a celebrare la messa natalizia. “Il giorno di Natale andrò a celebrare la messa alle Piagge, alla periferia della città: il mio vuole essere un segno di attenzione alle situazioni sociali più complesse e disagiate e per questa volta ho scelto questo luogo”, spiega l’arcivescovo. Nel frattempo il cardinale Betori, che dal giugno scorso ha lasciato la diocesi fiorentina per raggiunti limiti di età, celebrerà la messa di mezzanotte in Cattedrale. Immagine plastica di come sia cambiata in pochi mesi la Chiesa fiorentina: Betori in Duomo, il nuovo arcivescovo nel quartiere povero e “eretico” delle Piagge. Prima di Natale Gambelli giovedì 19 celebrerà la messa per i detenuti nel carcere di Sollicciano e venerdì 20 nella Cappella del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Careggi.
Tre tappe simbolo della linea del nuovo arcivescovo: il carcere (è stato cappellano di Sollicciano fino al maggio scorso, amico stretto dell’imam fiorentino Hamdan Al-Zeqri), i malati, la sanità e infine un quartiere degradato di Firenze, luogo di eresia e dissenso religioso e anche politico (don Santoro, prima delle elezioni, ha aderito all’associazione 11 Agosto di Tomaso Montanari).
Le Piagge, dove vivono cinesi, africani, sinti, operai, senza lavoro, ex detenuti, giovani con brutte storie di emarginazione. Lo chiamavano il Bronx di Firenze. Nel 1994 l’ex arcivescovo Silvano Piovanelli ci mandò don Alessandro Santoro, un giovane prete dalle scelte molto radicali a favore dei poveri e degli ultimi. Le Piagge è diventata per don Santoro terra di missione. Lì sono nate cooperative di lavoro, laboratori culturali di stile milaniani per ragazzi e analfabeti, esperienze di microcredito, luogo di incontri di credenti e non credenti. Le Piagge di don Santoro sono diventate un punto di riferimento anche in Italia. Qui sono approdati un po’ tutti le principali figure del progressismo cattolico, da padre Alex Zanotelli a don Luigi Ciotti.
Poi nell’ottobre del 2009 le nozze trans e la condanna dell’arcivescovo Betori, ex braccio destro del potente Camillo Ruini, presidente della Cei per 16 anni. E con la Curia fiorentina è caduto il gelo della distanze e dell’indifferenza. Durate quindici anni. A Natale la pace, il superamento dello strappo e le Piagge di don Santoro di nuovo al centro della Chiesa fiorentina.