Non è chiaro se la città stia cambiando o soffocando. D'Agostino: "Il caso del rapper? Questo Pd non ha connessione con la città"
La questione, all’ingrosso, resta quella di sempre: Roma fa schifo o è caput mundi? Roberto Gualtieri più che un sindaco è mister Prezzemolo, influencer per assenza di prove, oppure è il teorico fortunato della fabbrica progressiva permanente, dell’impasto virtuoso delle idee con i soldi e dei soldi con gli appalti? Famo a capisse, semo de […]
La questione, all’ingrosso, resta quella di sempre: Roma fa schifo o è caput mundi? Roberto Gualtieri più che un sindaco è mister Prezzemolo, influencer per assenza di prove, oppure è il teorico fortunato della fabbrica progressiva permanente, dell’impasto virtuoso delle idee con i soldi e dei soldi con gli appalti? Famo a capisse, semo de Roma: Gualtieri sta cambiando la città o la sta soffocando? La tiene in campo per la testa o la tira all’ingiù per i suoi piedi?
Una di queste sere al Campidoglio solito conclave a porte chiuse, assessori sparsi, alcuni collaboratori e lui, il sindaco: “In periferia Roma fa schifo, hanno ragione quelli che hanno titolato così il loro sito. In certi snodi urbani è inguardabile, in certe movenze della burocrazia è ingestibile. Perché negarlo?”.
Poi al parco Alessandrino diretta social. Il professore di storia economica già ministro dell’Economia con Giuseppe Conte, già capoccione pd nell’Europarlamento di Bruxelles, si trasforma e diviene il tiktoker con una discretuccia propensione all’autostima: “Inquadratura perfetta. Guardate amici, sto piantando un leccio, ne tuteliamo lo sviluppo allestendo intorno un tappetino in fibra di cocco, ecco qua. In questo parco metteremo a dimora cinquemila alberi che animeranno un nuovo bosco. A proposito, sapete quanti alberi nel prossimo futuro pianteremo in città? Un milione, amici! E sapete quanti boschi faremo rinascere e rivivere? Sessantacinque! E quanti chilometri quadrati di verde? Dieci, cari amici, dieci chilometri quadrati”.
Cinquecento milioni di euro cash, da spendere sperabilmente senza inciampare, né finanziare e intortare gli elettori o – peggio – insozzare la città. E’ la provvista del piano straordinario per la capitale, anzi: la caput mundi. Chi in Italia ha un portafogli così ricco da svuotare in poco più di due anni nella città più popolare al mondo, cuore del Cristianesimo? Roberto Gualtieri, of course. Che confida agli amici: “I soldi me li sono andati a prendere io. Il Pnrr Roma ha per titolo “Caput mundi” ed è una mia idea. I cantieri sono partiti e si chiuderanno come previsto”.
Millantatore, propagandista, illusionista invece per chi, per esempio a destra, aspetta che arrivi l’urna e fare i conti e issare sul Campidoglio un vero patriota come Fabio Rampelli, il candidato possibile e anche il più temuto, un altro dei Gabbiani di Colle Oppio, la covata della destra romana oggi meloniana.
L’accusa è quella di sempre: Roma è ammaccata di lamiere e di cordoli, di sbuffi di catrame, zolfite all’aperto, transenne, clacson, vigili disperati ed esausti. Tutto un vaffanculo per via dell’ira funesta degli automobilisti in infinita colonna, dei corrieri Amazon in crisi di nervi, delle mamme sbandate. Persino i sensatetto in fibrillazione e i perdigiorno disorientati dal casino pregiubilare, dall’incubo della discesa in una città chiusa per lavori dei pellegrini del mondo.
Non bastava però il Giubileo, i cardinali alle calcagna, il traffico impazzito. Da ieri anche il caso Tony Effe, rapper ripudiato e concertone di Capodanno raso al suolo per via di una censura improvvisata e ingiustificabile. Roberto D’Agostino, che da Dagospia, il sito che su Roma zozzona e caciarona ha un occhio particolare, risolve la questione da par suo: “Magari al Circo Massimo il nostro Gualtieri, brava persona sia chiaro, schitarrerà Bandiera rossa dal palco, lui suona sta chitarra d’altura. La censura conferma che questo Pd non ha connessione con la città, pensa che Tony Effe sia un maniaco sessuale. Invece è un ragazzo che parla come i suoi coetanei e ha gli stessi pensieri. Le borgate sono pieni di Tony Effe. Poi dici il partito della Ztl, ma diamine! Roma per adesso è un cronicario di cemento: gli appalti avanzano al passo di tartaruga, come da tradizione. Non per dire, ma avevo i capelli corvini è iniziata la costruzione della metro C e ancora s’attende di inaugurare le ultime due fermate”.
Roma però appare un po’ meno disastrosa. Come se qualcosa, finalmente ma lentamente, stesse andando per il verso giusto. Per la cronaca cittadina: Via Ottaviano, lo stradone appena dietro il colonnato di san Pietro, era ridotto a casbah, un mercato disordinato. Ora completamente rifatto, ritrova senso e gusto architettonico. Tra tre giorni tocca inaugurare Piazza Pia, lo slargo che unirà il Vaticano a Roma, liberato dalle auto grazie al sottopasso che dovrebbe ridurre la consueta nevrosi da clacson. Poi ci sarà piazza San Giovanni tirata a lucido, poi piazza Risorgimento recuperata, poi arriverà il restyling di Termini, ora davvero infrequentabile. E c’è l’asfalto delle strade, all’80 per cento rifatte, la gestione un pizzico più efficiente di Ama, tutti i grandi monumenti all’aperto in corso di restauro. Cambierà Roma? Si che cambierà, giura Massimiliano Smeriglio, l’assessore alla Cultura succeduto a Miguel Gotor: “Siamo dentro una trasformazione epocale che comporta fatica. Per questo chiediamo ai romani di avere ancora un po’ di pazienza. Le Vele di Tor Vergata saranno pronte l’anno prossimo, e avanzeremo con i parchi sul Tevere, i nuovi bus, cento dei quali già in servizio e totalmente elettrici, i tre mega interventi in periferia: Tor Bella Monaca, Corviale e Santa Maria della Pietà completamente recuperate”.
E dunque: Roma fa schifo o è caput mundi?