“Il 2024 sta finendo e sta per iniziare il 2025, quindi ci stiamo preparando per le nuove battaglie dell’anno a venire. E anche quest’anno è stato un anno ricco di scoop. Spesso li avete letti in esclusiva in anteprima sul Fatto Quotidiano. Ne ricordo soltanto qualcuno così a volo d’uccello: dal caso Sgarbi, che siamo riusciti a far dimettere dal governo, al caso Sangiuliano–Boccia, che abbiamo affrontato non dal lato del gossip ma dal lato dell’interesse pubblico, della disciplina dell’onore e della ricattabilità del ministro, che poi si è dimesso. Le inchieste su Chiara Ferragni, sugli altri influencer, su tutti gli altri casi di beneficenza ‘pelosa’. E poi il caso di Fassino e delle sue imprese di Fiumicino, le inchieste sulla Santanchè che speriamo segua presto l’esempio di Sgarbi e Sangiuliano, le imprese del duo Renzi-Carrai in giro per il mondo, l’eredità Agnelli, lo scandalo Tavares, le guerre che ci hanno visti prendere una posizione originale che all’inizio veniva spacciata per filorussa, quando noi non abbiamo mai scritto una sola riga in difesa dell’autocrazia di Putin. Abbiamo raccontato la guerra asimmetrica, se così vogliamo chiamare la guerra di Israele a Gaza e ormai dilagante in tutto il Medio Oriente, adesso anche in Siria, con decine di migliaia di morti ammazzati, con un mandato di cattura per crimini di guerra e contro l’umanità. E anche lì siamo stati tra i pochi a chiamare le cose con il loro nome, mentre tutti facevano finta di niente e incoraggiavano una realtà drammatica. Abbiamo dato anche con la nostra fondazione umanitaria un aiuto importante a Medici Senza Frontiere che lavora sul campo con tutti i rischi che voi conoscete. Abbiamo raccontato le post democrazie occidentali degli Stati Uniti che hanno cercato fino all’ultimo di nascondere le condizioni del presidente. E poi le democrazie in Europa.
Tutte queste cose le abbiamo raccontate, continueremo a raccontarle senza avere paura delle diffamazioni, delle calunnie che ci vengono lanciate. La prima battaglia del 2025 la conoscete perché dopo mesi di leggi delega stop and go si è arrivati al dunque, cioè all’approvazione del decreto delegato sulla legge bavaglio che punisce i giornalisti precisi e attendibili, cioè quelli che citano testualmente le ordinanze cautelari dei giudici e quindi spiegano esattamente per quale motivo una persona viene arrestata o comunque gli viene ristretta la libertà affinché la gente si possa rendere conto di chi ha fatto cosa. Quindi noi faremo obiezione di coscienza. L’abbiamo già detto e continueremo a pubblicare testualmente tutti i documenti giudiziari, dopo avere verificato che abbiano interesse pubblico e che siano autentici. Queste sono le uniche due verifiche che faremo. Ci beccheremo un sacco di processi e speriamo che questi processi sfocino in una sentenza della Corte Costituzionale o della Corte di Giustizia europea che a Strasburgo sancisca anche per la legge bavaglio ciò che ha sancito già in tante altre sentenze, condannando gli Stati che puniscono i giornalisti quando pubblicano documenti veri e di interesse pubblico.
Questo avviene nel nostro sedicesimo anno di età; ci stiamo avvicinando a diventare maggiorenni e vi ringraziamo naturalmente per il sostegno che ci avete fornito in tutti questi anni passati insieme. Noi continueremo a fare quello che abbiamo fatto, cercando di farlo sempre meglio. Sbaglieremo, ma mai per conto terzi, sempre per i nostri limiti che sono i limiti umani. E quando sbaglieremo chiederemo scusa e rettificheremo prima ancora che qualcuno ce lo chieda. Naturalmente questo modo di fare il giornalismo inutile che ve lo nasconda ha un prezzo. Veniamo continuamente diffamati, calunniati, screditati, querelati, citati per danni in sede civile.
Abbiamo bisogno di sostegno e non un di un “sostegno assistenziale”. Noi non vogliamo soldi dallo Stato e anzi ci battiamo contro eventuali aumenti dei finanziamenti pubblici all’editoria che mantengono giornali e editori che non hanno lettori. Noi vogliamo un sostegno che sia un do ut des: noi vi diamo delle informazioni e voi acquistate il giornale o vi abbonate. Già lo state facendo e avete capito di che sostegno abbiamo bisogno. E infatti il nostro giornale, nella catastrofica crisi dell’editoria della carta stampata, è praticamente l’unica testata che da mesi e mesi ha sempre il segno “più”. Perché avete apprezzato il nostro lavoro e avete deciso di premiarlo e di tenere la luce accesa per vedere esattamente quello che succede.
Quindi, da un lato vi ringraziamo per il sostegno, dall’altro vi chiediamo di continuare a supportarci. Perché è ovvio, non possiamo permettervi un anno di buone notizie. Quelle non dipendono da noi. Possiamo promettere un anno di buona informazione sulle notizie buone o cattive che ci toccherà raccontare. Anche quest’anno potete regalarvi o regalare ad altri un abbonamento o più abbonamenti annuali al Fatto Quotidiano e approfittare del forte sconto che abbiamo pensato per queste feste natalizie e di fine anno che vi darà accesso alla lettura in digitale del Fatto Quotidiano da smartphone, app e pc; inoltre vi darà la possibilità di accedere alla nostra piattaforma televisiva tv, TvLoft e infine otterrete una grande offerta scontata anche per i corsi in partenza nel 2025 della nostra Scuola di cittadinanza dedicata al grande Mimmo De Masi. Questa offerta è valida soltanto fino al 6 gennaio 2025. Regalare a voi stessi o ad altri un abbonamento al Fatto Quotidiano, tra l’altro, è un gesto semplice e veloce che non richiede nemmeno ,di uscire di casa e che vi può risparmiare le code negli acquisti natalizi in mezzo al traffico.
Vogliamo ringraziare, però, in modo particolare, anche tutti quelli che scelgono il sistema tradizionale, cioè di uscire ogni mattina e di recarsi nell’edicola vicino casa o spesso anche lontano da casa. Perché non dobbiamo mai dimenticare gli edicolanti? Gli edicolanti sono degli eroi, sono delle sentinelle, sono delle vedette che tengono aperta un’attività in tempi così burrascosi di crisi e quindi li dobbiamo difendere. Li dobbiamo sostenere esattamente come dobbiamo sostenere i giornalisti e i giornali liberi, perché facciamo parte tutti della libertà di informazione. Immaginate che democrazia sarebbe un paese senza edicole e senza libera stampa”. Così il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, si rivolge ai lettori del Fatto per Natale.
“Qui al Fatto cosa scrivere e come scrivere lo decidiamo solo noi. Qui scriviamo e pubblichiamo tutte le notizie che siamo in grado di trovare e possiamo anche sostenere delle posizioni che sono completamente diverse da quelle della stampa nazionale. Perché? Non solo perché ci crediamo, perché crediamo alla pace, perché crediamo a un modello di sviluppo diverso, ma anche perché non dobbiamo stare col cappello in mano. In questi giorni prima di Natale tutti gli editori protestano perché il governo non fornisce altri finanziamenti all’editoria. Bene, noi non li vogliamo, vogliamo i vostri. Se vi piace questa stampa libera anche di sbagliare, dovete abbonarvi e sostenerci perché un cittadino informato è un cittadino pericoloso”, prosegue il condirettore Peter Gomez, augurando buon Natale ai lettori.
Buone feste dal Fatto Quotidiano.