Matteo Salvini è stato assolto nel processo per il caso Open Arms. “Il fatto non sussiste”, hanno decretato i giudici del Tribunale di Palermo. Era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso Open Arms: nell’agosto 2019, quando era ministro dell’Interno nel governo Conte I, negò per 19 giorni lo sbarco in Italia di 147 migranti soccorsi dalla nave della ong spagnola.

La procura di Palermo aveva chiesto sei anni di reclusione per l’allora capo del Viminale, che ad avviso dei pm era obbligato a far sbarcare i migranti in un porto sicuro dopo che il Tar aveva annullato il divieto d’ingresso. Il diniego, avevano sostenuto avvenne “nell’intenzionale e consapevole spregio delle regole”. Non andò così secondo i giudici che durante il dibattimento, iniziato il 15 settembre del 2021 e durato 24 udienze, hanno ascoltato 45 testimoni.

Salvini ha reagito stringendo i pugni nel segno di vittoria e abbracciando chi gli è capitato vicino. Poi è stato raggiunto dalla fidanzata Francesca Verdini, in lacrime, e si sono abbracciati a lungo. “Siete stati tutti bravi”, ha detto il ministro rivolgendosi anche alla sua avvocata, la parlamentare leghista Giulia Bongiorno, anche lei commossa.

“Sono felice: dopo tre anni ha vinto la Lega, ha vinto l’Italia. Difendere la Patria non è un reato ma un diritto. Andrò avanti ancora più determinato di prima”, è stata la reazione a caldo del ministro. Poi ha aggiunto a se stesso: “Scrivere ai figli”. Si è appartato quindi per comunicare l’assoluzione ai suoi più stretti parenti. Tre anni di processo, quattro se si considerano le udienze preliminari, finiscono in pochi secondi nella brevissima sentenza pronunciata dal presidente della seconda sezione, Roberto Murgia, che depositerà le motivazioni entro 90 giorni.

Un’assoluzione che fa scoppiare scene di giubilo tra gli uomini della Lega: “Mi ha quasi rotto una costola”, dice Luca Sammartino, mister preferenze catanese, passato alla Lega da un paio d’anni, accorso in serata per dare solidarietà a Salvini. Ad ascoltare la sentenza anche il capo della procura, Maurizio De Lucia, che non era ancora in quella posizione quando è stato chiesto il rinvio a giudizio di Salvini, all’epoca guidata da Francesco Lo Voi. Immediatamente dopo la lettura i magistrati si sono avvicinati a Bongiorno e Salvini per fare i complimenti.

“Il dispiacere è soprattutto per le persone, che come abbiamo detto dal primo minuto, sono state private della loro libertà. Adesso attendiamo le motivazioni dei giudici e valuteremo se appellare la sentenza, come speriamo anche la procura”, ha detto il fondatore di Open Arms Oscar Camps. “Con questo processo – ha aggiunto – che è unico nella storia italiana e europea, abbiamo voluto restituire dignità alle 147 persone trattenute a bordo. Salvare vite è quello che Open Arms fa da 10 anni. Il nostro lavoro non si ferma”.

Quello di Palermo era il secondo procedimento a carico di Salvini legato al trattenimento di migranti a bordo di navi. Una prima sentenza di non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, era stata emessa il 14 maggio 2021 nell’aula bunker del carcere di Bicocca per i tempi di sbarco nel luglio del 2019 di 131 migranti dalla nave Gregoretti, della Guardia costiera italiana, nel porto di Augusta, nel Siracusano. Per il giudice dell’udienza preliminare Nunzio Sarpietro, che condivise la tesi della procura e della difesa, non c’era stato alcun sequestro di persona né abuso.

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