In una lunga intervista a Il Messaggero, Susanna Tamaro torna a parlare delle asperità incontrate lungo la sua carriera di scrittrice
“Ho venduto 20 milioni di copie ma sono stata perseguitata per il mio successo“. In una lunga intervista a Il Messaggero, Susanna Tamaro torna a parlare delle asperità incontrate lungo la sua carriera di scrittrice. L’autrice di Va’ dove ti porta il cuore porta in libreria un libro per ragazzi – La strada che ci porta a casa (IlBattelloaVapore) –sequel di Tutti abbiamo una stella dove incontriamo nuovamente il giovane protagonista Sam che nel primo volume, un po’ come la protagonista di Pane e tulipani venne abbandonato in un autogrill. “I bambini hanno bisogno di libri che li induriscano”, ha spiegato la Tamaro.
“In tutte le fiabe c’è un eroe un po’ disgraziato che scopre il male e capisce di essere capace di lottare. Io stessa ho fatto arti marziali per quarant’anni. I tempi, d’altronde, sono abbastanza inquietanti, bisogna far capire ai bambini cosa succede intorno a loro”. Tamaro ricorda che nel suo libro per ragazzi del 1994, Il cerchio magico, un orco prendeva il potere attraverso i teleschermi e il suo motto era: un mondo pulito e obbediente, pancia piena e in testa niente. “Oggi i bambini vivono in un mondo virtuale, hanno perso il contatto con la realtà, la fisicità. In questo libro volevo infondere loro coraggio: la vita è piena di complicazioni, ma noi abbiamo le risorse per affrontarle”. Nell’intervista si torna a parlare del suo ritiro in campagna: “Io sto benissimo con la natura, con gli animali. Ci sono asini, pecore, cani, galline. Soffro della malattia di Asperger, sono solitaria e ho bisogno di un ritmo lento. Sono ingenua, dico le cose che penso, senza pensare ai danni che posso provocare. È una fattoria. Da piccola il mio mito era Nonna Papera”.
Ma è un vero fiume in piena quando si ritorna al grande successo di trent’anni fa, Va’ dove ti porta il cuore, oltraggiato per ragioni politiche (“la Fallaci mi disse: Se mi avessero fatto un quarto di quello che hanno fatto a te, io sarei morta”): “Persecuzioni continue, odio, minacce, cose spaventose. E ne sono uscita. Tu non sei una scrittrice, sei un fenomeno sociale, mi hanno detto una volta. Ho venduto 20 milioni di copie dei miei libri, tradotti in 46 lingue. Un po’ di stima potrei meritarla”.
Tamaro è un fiume in piena rispetto alla elite letteraria italiana e a tutti i suoi riti: “Ho vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi (nel 2016 con Salta, Bart!, ndr), ma non se ne ricorda nessuno. Se vinci lo Strega per adulti, sei Premio Strega tutta la vita. Come un nobile, praticamente. Come Veronesi”. Infine, ricordando come i movimenti LGBT hanno preso male il fatto che si sia definita eterosessuale pur vivendo con una donna, Tamaro ha spiegato che quando era piccola legava sempre con una ragazza della sua classe, “seguivo lei per capire come comportarmi. Una sorta di guida. Sono stata perseguitata per questo per tutta l’infanzia e l’adolescenza. Ma come, non si può vivere con un’amica e non essere interessati a quello? Ci sono tanti tipi di rapporti nella vita. Oggi c’è il bisogno assoluto di etichettare tutto. Di chiuderti in una gabbia”. Infine, la considerazione: “Mi prenderò un periodo di riposo. A 67 anni, voglio fermarmi un po’. Non so se vivrò ancora molto, i miei genitori sono morti a 70 anni”.