Una distesa infinita di ghiacciai bianchi in cui l’orizzonte scompare e lo sguardo sembra perdersi. Appare così l’Antartide. Almeno fino a quando non ci si imbatte nelle cosiddette Blood Falls, le Cascate di Sangue, un flusso d’acqua color rosso intenso che ricorda l’effetto che farebbe il sangue a contatto con l’acqua. Un fenomeno particolarissimo, di cui solo recentemente si è scoperta la causa.
Le acque “sanguigne” sgorgano nei pressi del Taylor Glacier, un ghiacciaio immenso, che si estende per 54 km. E il nome non è casuale, dal momento che deriva dallo scienziato che lo ha scoperto all’inizio del Novecento, Thomas Griffith Taylor, e che ha studiato il fenomeno delle Cascate di Sangue.
A tinteggiare di rosso quel tratto del ghiacciaio, secondo Taylor, sarebbero state delle alghe rosse che rilasciavano quel colore nelle acque. Ma non sarebbe questa la teoria più idonea a spiegare il fenomeno. E per decenni, dunque, le Cascate di Sangue sono rimaste senza una spiegazione scientifica. Sarebbe da ricondurre ai sali di ferro che si ossidano a contatto dall’acqua. Dando così quel colore sanguigno alla distesa bianca dei ghiacciai, i cui movimenti, che premono sul lago sottostante, permettono all’acqua di sgorgare. Un fenomeno naturale emozionante, ma che, purtroppo, non è possibile visitare.
Questo perché bisognerebbe attraversare l’Antartide e si tratta di un luogo fin troppo impervio per essere visitato, anche insieme a gruppi specializzati. L‘unica speranza per visitare le Cascate di Sangue sarebbe addentrarsi nelle spedizioni di ricerca che, in alcuni rari casi, potrebbero decidere di accogliere anche i visitatori.
(Crediti foto: Peter Rejcek)