L’interrogazione a risposta in Commissione dei deputatati M5s ai ministri dell’Ambiente e delle Imprese e del Made in Italy
Dalla tempistica con cui Sogin ha notificato la contaminazione di un operaio, avvenuta il 21 novembre 2024 al Centro di ricerca (ex centrale nucleare) di Casaccia, alla periferia nord di Roma, fino al ruolo del capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente “dipendente di Sogin, ma in comando al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica”. […]
Dalla tempistica con cui Sogin ha notificato la contaminazione di un operaio, avvenuta il 21 novembre 2024 al Centro di ricerca (ex centrale nucleare) di Casaccia, alla periferia nord di Roma, fino al ruolo del capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente “dipendente di Sogin, ma in comando al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica”. C’è anche questo nell’interrogazione a risposta in Commissione, appena depositata dal deputato del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti e firmata anche dal vicepresidente della Camera Sergio Costa e le parlamentari Emma Pavanelli e Ilaria Fontana. I quattro deputati chiedono ai ministri dell’Ambiente e delle Imprese e del Made in Italy, spiegazioni e aggiornamenti su quanto avvenuto nel Centro di ricerca dove, come comunicato dall’Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) la contaminazione interna subita dal lavoratore è risultata principalmente dovuta ad “americio”, elemento metallico radioattivo e non a plutonio. I deputati contestano a Sogin, la società incaricata di smantellare gli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, di aver notificato l’accaduto “solamente il 25 novembre – si legge nell’interrogazione – quattro giorni dopo mentre la notizia dell’incidente è stata diffusa il 29 novembre 2024, otto giorni dopo”. Ma i deputati chiedono a Pichetto Fratin di intervenire anche su un altro fronte: “Un conflitto di interessi determinato dalla nomina al vertice della segreteria tecnica del Mase, di Francesca Salvemini, dipendente di Sogin in comando presso il dicastero”.
La comunicazione della contaminazione da parte di Sogin – L’ex centrale è stata realizzata negli anni sessanta per le attività di ricerca sulle tecnologie per produrre elementi di combustibile nucleare. Alla chiusura del programma nucleare, però, le attività sono terminate e dal 2003 il sito è gestito da Sogin, anche perché ha bisogno di costanti interventi di messa in sicurezza. Lì sono rimasti solo alcuni grammi di plutonio, mentre la maggior parte è stata trasferito da tempo negli Stati Uniti. Il 21 novembre 2024 i sistemi di sicurezza hanno rilevato un’anomalia nell’impianto ‘Plutonio’ gestito dalla Sogin. “L’evento è stato notificato dalla Sogin solamente il 25 novembre 2024” si legge nel testo. In base a quanto disposto dal decreto legislativo 101 del 31 luglio, però, il datore di lavoro “è tenuto a comunicare tempestivamente e, comunque non oltre i tre giorni – scrivono i deputati – all’Isin, Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, all’ispettorato territoriale del lavoro e agli organi del Sistema sanitario nazionale, competenti per territorio, il verificarsi di incidenti nonché esposizioni che abbiamo comportato il superamento dei valori limite”.
Il M5s segnala il conflitto di interessi – Ma nell’interrogazione, i deputati chiedono anche “quali iniziative di competenza il ministro Pichetto intenda assumere per rimuovere tempestivamente il conflitto di interessi determinato dalla nomina di Francesca Salvemini al vertice della segreteria tecnica”. Funzionaria di Sogin per circa un decennio, Salvemini è stata responsabile Supporto normativo e reportistica e rapporti con i ministeri di Sogin dal novembre 2010 al 15 gennaio 2023. E dal 16 gennaio 2023, dal curriculum vitae risulta in “regime di distacco temporaneo a tempo pieno presso gli Uffici di diretta collaborazione del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica”. Da quasi due anni è capo della segreteria tecnica del Mase. “La Sogin è vigilata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica” scrivono i deputati, sottolineando che Francesca Salvemini è proprio a capo della segreteria tecnica “che svolge attività di supporto anche in materia nucleare, sia nella fase delle problematiche da affrontare che in quella di elaborazione delle decisioni di competenza del Ministro”. E non potrebbe essere diversamente, dato che l’articolo 24 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 128 del 29 luglio 2021 stabilisce che la “segreteria tecnica svolge attività di supporto tecnico al ministro per l’elaborazione e il monitoraggio delle politiche ambientali ed energetiche, operando in raccordo con i dipartimenti e le direzioni generali e gli altri Uffici di diretta collaborazione, sia nella fase di rilevazione delle problematiche da affrontare che in quella di elaborazione delle decisioni di competenza del ministro”.
Le informazioni sulla contaminazione – La notizia della contaminazione dell’operaio è stata diffusa il 29 novembre dai media: data all’ora di pranzo da Ageei, l’Agenzia di stampa sull’energia e le infrastrutture, è stata confermata dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare. Nel pomeriggio la Nucleco, la società del gruppo Sogin che si occupa delle bonifiche radioattive, aveva riferito all’agenzia di essere “vicina all’operaio colpito” e che, comunque, non avrebbe superato il limite di esposizione annuo fissato in 20 millisievert. Nel corso della seconda ispezione, avvenuta il 3 dicembre, come ricostruisce l’interrogazione “sono stati acquisiti ulteriori elementi e ascoltati il lavoratore contaminato, alcuni operatori della squadra presenti il 21 novembre e la direzione dell’impianto” e, in base alla ricostruzione di quanto accaduto “la contaminazione interna, verificata con l’analisi degli escreti e delle urine, sarebbe da attribuire a una anomalia verificatasi in fase di rimozione della maschera interofacciale, al termine delle operazioni in fase di svestizione”. Ma anche in questo caso il Movimento 5 Stelle chiede a Pichetto Fratin di conoscere “gli elementi e i dati acquisiti e verificati in contraddittorio dagli ispettori dell’Isin” ma anche “quali tipi di controlli e di verifiche l’Isin abbia effettuato” e, in particolare, se per l’elaborazione delle conclusioni abbia acquisito e verificato anche la provenienza dei materiali e degli strumenti sui quali si basano le informazioni fornite.