di Michele Versace
Il problema del welfare (inesistente) americano è argomento di discussione da molto tempo, ne parlava già Giovanni Minoli in una puntata di Mixer alcuni decenni fa.
Chiunque non abbia un lavoro e/o non ha la possibilità di pagarsi una polizza sanitaria, deve sperare in qualche organizzazione caritatevole o rinunciare a curarsi. Se la polizza fornita dal datore di lavoro (che varia a seconda del livello di inquadramento) non è sufficientemente cospicua, c’è il rischio che determinati interventi, come un trapianto cardiaco, debbano essere pagati dal paziente, nonostante l’esborso assicurativo.
Da quanto è stato diffuso dai media, sembrerebbe che alcune compagnie di assicurazioni abbiano trovato il modo, attraverso cavilli legali, per non pagare il servizio sanitario generosamente pagato dagli assicurati, e questa sarebbe la ragione che ha spinto Luigi Mangione a farsi giustizia da sé. Il fatto che il processo sarà impostato per consentire anche una eventuale pena capitale è un sintomo da non sottovalutare, perché l’obiettivo secondo me non è quello di punire severamente un omicidio, ma punire in maniera esemplare (che serva da monito a potenziali proseliti) chi ha osato sfidare un sistema consolidato, anche se abusa del suo potere per lucrare sulla pelle dei più deboli.
Il processo a Luigi Mangione potrebbe provocare un giro di vite del potere finanziario sui cittadini, oppure creare una frattura fra i diversi strati della popolazione e mettere in moto un salutare cambiamento.