Matteo Salvini costituisce più di altri il simbolo negativo dei tempi assolutamente tristi e decadenti che l’Italia sta vivendo. Da ultimo preoccupato dell’inchiesta aperta contro di lui per l’illegittima chiusura dei porti, aveva indossato, in modo oltremodo ridicolo, i panni di difensore delle sacre frontiere della Patria. Una sorta di milite noto del Terzo Millennio col Mediterraneo al posto del Piave e dei poveri migranti, in parte minorenni, al posto delle armate austro-ungariche. Uno spreco di retorica assolutamente eccessivo ma evidentemente necessario per intestarsi il tema, che le destre considerano estremamente vantaggioso dal punto di vista propagandistico, dell’”invasione”, della “sostituzione etnica” e via delirando.
Non entro nel merito giuridico dell’assoluzione di Salvini, dato che per farlo occorrerà aspettare le motivazioni della sentenza. Mi associo tuttavia alle considerazioni svolte da Domenico Gallo, che ha giustamente constatato come la decisione avrà purtroppo probabilmente effetti negativi sulla condizione dei migranti in alto mare, alimentando ulteriormente la tremenda strage che ha già provocato decine di migliaia di vittime in pochi anni, e, su di un piano ancora più generale, si teme possa allargare in modo inaccettabile la nozione di “atto politico non suscettibile di valutazione giudiziaria”, contribuendo quindi allo smantellamento in atto dello Stato di diritto in Italia.
Tanto è vero che è ripresa la canea di coloro che vorrebbero liquidare l’indipendenza della magistratura, che costituisce un cardine fondamentale del sistema costituzionale vigente. Costoro vorrebbero neutralizzare i giudici, trasformandoli in docili cagnolini al servizio del potere, pronti ad avallare ogni reato commesso dalle alte sfere, e a punire invece in modo inflessibile e sproporzionato ogni anelito di rivolta e ogni manifestazione di dissenso, sia pure condotta, a norma dell’obbrobrioso disegno di legge 1660, in modo assolutamente pacifico e non violento.
Il modello vincente sul piano internazionale è del resto quello dell’autocrate spietato che non recede di fronte ad ogni possibile crimine, come Benjamin Netanyahu, perseguito per atti di corruzione nell’ordinamento israeliano e soprattutto colpevole del tremendo genocidio del popolo palestinese in atto in quello internazionale, dove è perseguito come individuo dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, mentre la Corte internazionale di giustizia sta valutando le accuse di genocidio presentate da vari Stati contro Israele, le cui sorti ha malamente retto a lungo.
Non è del resto un mistero per nessuno da quale corrispondenza di amorosi sensi siano da sempre legati Salvini e il genocida di Tel Aviv. È quindi plausibile che i nostrani odiatori dei giudici non sottomessi estendano senz’altro la loro avversione alle giurisdizioni internazionali che osano incriminare il potere, specie se di osservanza atlantica e occidentale, e del resto il governo degli Stati Uniti sta intensificando i propri sforzi volti ad annientare la Corte penale internazionale, mentre aumenta la sua ostilità nei confronti del sistema delle Nazioni Unite all’interno del quale si trova in posizione di minoranza ed isolamento crescenti.
Un altro governante di successo, quantomeno all’estero, è anche Erdogan, che si accinge a ricevere ulteriori molto cospicui fondi europei nel momento in cui approfitta del crollo del regime di Assad per occupare parte della Siria e scatenare le sue milizie contro l’autogoverno democratico della Rojava, esempio di coesistenza interetnica e liberazione della donna per il Medio Oriente e per il mondo intero.
Ma il sostegno nei confronti dei governanti di questo genere è prerogativa gelosa di tutte le destre, come pure di parte non trascurabile della finta opposizione, che converge con Meloni & C., con qualche farsesca e finta riserva da parte di Salvini, nel sostegno alla linea di guerra folle ed autodistruttiva contro la Russia fatta propria dall’Europa dei dementi guidata da von der Leyen. E’ in questo quadro catastrofico segnato dalla corsa verso una guerra terminale, che prende corpo il tentativo di sostituire alle attuali élite antidemocratiche europee le destre estreme spalleggiate da Musk e dai suoi finanziamenti miliardari che fanno leva sull’avversione alle migrazioni per costruire un senso comune di massa antisociale basato in ampia misura sul razzismo e la disumanizzazione.
Per porre un argine al disastro abbiamo presentato sei mesi fa, con vari avvocati e cittadini italo-palestinesi, un esposto denuncia relativamente alle complicità dell’Italia e del suo governo nei confronti del genocidio di Netanyahu e insisteremo su di esso nonostante lo sconfortante precedente rappresentato dalla decisione dei giudici palermitani.
Tornando al nostro “eroe”, la sua insistenza sulle politiche volte a contrastare, ma solo sul piano propagandistico, le migrazioni, fa il paio colle costose quanto inutili invenzioni albanesi della signora Meloni. Per il resto hanno da offrire al popolo italiano e al mondo intero solo miseria e guerra. Comune ai due “alleati concorrenziali” della destra, come pure a Forza Italia è inoltre la volontà di eliminare ogni controllo giurisdizionale per avere le mani totalmente libere su questo come altri piani. Un disegno che va contrastato e fatto fallire nel nome della Costituzione repubblicana.