È la storia dello spettacolo teatrale "Secondo lei", scritto, diretto e recitato dalla stessa attrice, che si presenta sul palco con Federico Vigorito
Un’ora e dieci di racconto con al centro la coppia, una storia che invita a riflettere sulla società e le condizioni di donne e uomini nelle loro scelte fondamentali e nei loro legami più intimi. Caterina Guzzanti è in giro per i teatri d’Italia con “Secondo lei”, scritto, diretto e recitato dalla stessa attrice, che si presenta sul palco con Federico Vigorito.
Il punto, come dice la Guzzanti stessa a Il Corriere della Sera, è “capire se non ci si aspetti troppo da questi uomini che, di fatto, sono sempre più confusi: si sentono in dovere di fare tutto e forse si stressano, non vivono felici“.
E aggiunge: “Se poi si arriva a una perdita di libido o addirittura a una disfunzione fisica per cui non si fa più l’amore sì. Succede a tantissime coppie, anche apparentemente felici. E quindi, alla fine di tutto, mi chiedo che cosa succede se, in una coppia, una donna vuole fare amore e l’uomo no. Come si sente lei”.
La Guzzanti rivela: “Quando è successo a me, mi sono sentita sporca. Spiace dirlo, ma è ancora forte la percezione che la donna non debba chiedere di avere un rapporto fisico, perché deve essere sempre desiderabile e desiderata. E quindi se non succede, spesso si tace. Io ho sopportato, ma fino a quanto bisogna farlo in una situazione in cui non si è felici per la mancanza di contatto fisico?“.
Nello spettacolo non si nasconde nulla e si mette tutto sul tavolo davanti agli spettatori “per indagare anche quel silenzio che si crea di fronte alla mancanza del desiderio maschile e come viene affrontata da una donna che convive con una non risposta dell’uomo che è al suo fianco. Poi, aggiungo, gli uomini non vogliono parlare quasi mai di questa cosa, sfuggono in tutti i modi”.
Accade dopo che “ti senti responsabile. E non più attraente. Ti vai subito a specchiare e a controllare. Inoltre sai che non ne devi parare e se parli fai peggio. In modo quasi ancestrale torna a farsi sentire quella vocina che ha addestrato noi donne a fare finta di niente e aspettare pazientemente. È una cosa dolorosissima, tanto che si crede non possa essere risolta, ed è incredibile. Le defaillance non si accettano. Ho indagato a lungo e pare che questo genere di problemi siano esplosi durante il lockdown, quando c’era molto più tempo per rendersene conto“.
Non se ne parla perché “non ci si vuole ferire, si cerca di offrire tranquillità di fronte a quello che è senza dubbio un problema. Ci sono tanti stereotipi e solo abbandonando l’ipocrisia si vede quanto ancora siano radicati. Siamo tutte femministe, io lo sono nel modo più sincero e puntuale possibile, eppure nonostante questo mi aspetto che un uomo sia anche virile e passionale, nonostante tante altre pretese mettano in crisi questa idea”.