Protesta delle opposizioni in Senato contro i ritardi nella Manovra. Italia Viva, Movimento 5 stelle e Pd si sono lamentati del metodo ormai diventato quasi prassi con cui si procede all’analisi della legge di bilancio. Un metodo che porta quasi a un “monocameralismo di fatto” che umilia il Parlamento.
Questo rito, ha evidenziato il capogruppo di Italia Viva Enrico Borghi, rischia di diventare “stanco e trascinato e con un tasso di ipocrisia che sfiora l’insopportabilità”. “Sappiamo tutti che le procedure non saranno rispettate: non ci sarà sarà nessun emendamento che verrà affrontato, discusso e votato. Questo ramo del Parlamento è costretto a dove assistere – spero non silenziosamente – alla trasformazione di una modalità che mi auguro non diventi prassi. Dobbiamo prendere che atto questa procedura non è più sopportabile”, ha aggiunto, in riferimento al fatto che “il Senato non potrà in alcun modo intervenire nel processo di formazione della principale legge dell’anno”.
Dietro di lui il capogruppo del Movimento 5 stelle, Stefano Patuanelli, che ha puntato il dito non solo contro l’ultima Manovra ma anche contro i metodi utilizzati gli scorsi anni, fin dal 2018, da quando cioè la legge di bilancio “viene affrontata in un unico ramo del Parlamento”. Per questo è necessario “predisporre una cura”. “Anche quest’anno, uno dei due rami del Parlamento viene mortificato e privato delle proprie competenze. Abbiamo davanti un anno di tempo – ha aggiunto – prima di affrontare la prossima legge di Bilancio: da gennaio se ne cominci a discutere, a partire dalla conferenza dei capigruppo”.
“La sensazione – ha aggiunto il capogruppo dem Francesco Boccia – è che siamo qui per una manovra arrivata morta, arrivata inerme”, ha detto il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Francesco Boccia. “Vorrei che quando la commissione Bilancio si riunirà il presidente prenda l’impegno di annunciare un ddl di modifica delle modalità della legge di contabilità. È da sei mesi che ne chiediamo la modifica ed è da 6 mesi che non abbiamo risposte, ora l’umiliazione del Parlamento è sotto gli occhi di tutti. Noi non consentiremo l’anno prossimo che succeda quello che è avvenuto quest’anno alla Camera”, ha aggiunto.
Un tema condiviso sul piano generale anche da Maurizio Gasparri, capogruppo di Fi: “Nella sostanza condivido anch’io i richiami sulla sovranità dal Parlamento e delle due assemblee legislative”.