Trash-Chic

Capodanno senza botto a Napoli. Crollo delle prenotazioni del 50%. Ma la propaganda del sindaco dice il contrario. Fiato alle trombe cominciano i festeggiamenti

Stefano De Martino al Teatro Politeama è sold out. Per imitare il suo Lato B il comico Luigi Esposito si è infilato tre mutande imbottite con il quale stappa le bottiglie di champagne. Auguri!

Napoli, sospesa tra odio e amore, due sentimenti contrapposti, eppure interscambiabili. Due facce della stessa medaglia. Odi et amo, Catullo lo diceva circa 2000 anni fa. Napoli é più vecchia, ha 2500 anni. I greci la fondarono nel 475 a.c. e, un po’ privi di inventiva, la chiamarono Neapolis, nuova città. Ho scritto un libretto: […]

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Napoli, sospesa tra odio e amore, due sentimenti contrapposti, eppure interscambiabili. Due facce della stessa medaglia. Odi et amo, Catullo lo diceva circa 2000 anni fa. Napoli é più vecchia, ha 2500 anni. I greci la fondarono nel 475 a.c. e, un po’ privi di inventiva, la chiamarono Neapolis, nuova città. Ho scritto un libretto: Napoli, Ti Odio! Sveglia, ci prendono per il culo… (Guida Editori), già due anni, in pieno boom, scrivevo che il distru/turismo avrebbe preso il sopravvento. Manfredi cerca di fare quello che può, ma é come cambiare una ruota di una macchina in corsa.

Già nel Quattrocento il filosofo e sacerdote Pievano Arlotto descriveva Napoli come «un paradiso abitato dai diavoli», una definizione che Benedetto Croce fece sua. In epoche più recenti Paolo Sorrentino, nel suo film “Parthenope” dedica un’intera requisitoria ai vizi dei napoletani: Orrendi napoletani. Siete poveri, vigliacchi, piagnucolosi, arretrati, rubate e recitate male. Sempre pronti a buttare la croce sugli altri… Sono le parole di Greta Cool, diva in decadenza. “Odiare Napoli. Perché in fondo la si ama con le sue incongruenze, col suo tendere all’assurdo, con il suo spettacolo naturale, con la sua fissità dannata. La odiamo con il suo resistere ad ogni forma di vera attinenza alle regole”, dice Cherubino Gambardella, napoletano, professore di architettura, con docenza sparse nei vari atenei in giro per il mondo.
Ecco alcuni suggerimenti osé ( audaci) per chi viene a Napoli.

Basta non passeggiare in Galleria Umberto, gemella di quella milanese, in un giorno di pioggia perché ci piove dentro, malgrado i lavori di ristrutturazione siano finiti un paio d’anni fa. Nella Galleria Vittorio Emanuele brillano le vetrine di Prada e Moncler, qui una tavolata infinita di plastica di Mc Donalds.

Basta non prendere la Linea 6 della fiammante metropolitana Linea 6, 18 anni per costruire 7 stazioni e mancano i treni. Quelli ordinati 15 anni fa sono obsoleti per le rotaie nuove di zecca.

Se non volete diventare ’nu cuopp unto e fritto, state anche alla larga dai quartieri spagnoli e dalla malamovida. Tra i presepai di San Gregorio Armeno se non siete un conaisseur difficile riconoscere la vera arte dalla paccottiglia. Ai quattro concerti di Capodanno a Piazza Plebiscito spacca/sassi e spacca/timpani ( ancora? Poveri noi!) meglio salire a Piazzale Echia per un vista a 360 gradi su tutto il litorale del golfo che si incendia di fuochi d’artificio ( non quelli sparati dal cupolone della basilica pontificia di Piazza Plebiscito).

Visto che al Teatro Politeama i 3 giorni di Stefano De Martino, one man show, sono sold out, potete rifarvi con la gag diventata virale di Luigi Esposito che per farsi clone ha dovuto indossare 3 mutande imbottite per simulare il lato B di Stefano.

Con la Cultura andiamo fortissimo, smontato in anticipo il fallico Pulcinella di Pesce a Piazza Municipio.
1) Chi scende, chi sale. A Palazzo Reale allestito l’ Ascensore interattivo dei Borbone, realizzato dalla Produzione Kaos.
Una suggestiva esperienza virtuale per raccontare quattro secoli di vita a corte.
2) Un calendario festivo pazzesco fra Aria di Natale, le più amate melodie della tradizione natalizie, e il più classico dei classici, il Grande Ritorno del Lo Schiaccianoci, con una lettura più’ contemporanea, quella di Simone Valastro, già ballerino dell’Opéra de Paris, oggi coreografo di fama internazionale. Imperdibile. Repliche fino al 3 gennaio.
3) Nella Sagrestia di Sant’Anna dei Lombardi dipinta da Giorgio Vasari, mistero e magia si incontrano nell’installazione “Golfo Mistico” di Assunta Saulle, curatissima da Carla Travierso.
4) Vale più di una sosta il museo Plart, il primo in Europa, nato 16 anni fa, da un’intuizione di Maria Pia Incutti ( sorella della gallerista Lia Rumma). Appena inaugurato il doppio allestimento di Design digitale Immersivo: Who Am I.A.? Tutto quello che avreste voluto chiedere all’ intelligenza Artificiale. Ma non sapete come chiederlo.
5) Siamo imbattibili in fatto di corni, quelli d’argento sormontati da corona borbonica, creazione di Carla della Corte (é stata la prima a farli, l’hanno copiata tutti) vanno a ruba. E ha appena presentato il suo Calendario di gioie, 35 edizione, tra le torri merlate del Castello De Vita, un The Cal in chiave mediterranea.
6) E siamo stati bravi pure a scippare lo scettro al panettone milanese. Adesso c’è quello artigianale “fioccoso” dello chef bisellato, Gennaro Esposito, impastato con olio extra vergine, L’Oro Verde di Anacapri,con albicocca pellecchiella del Vesuvio.

Buone palline a voi…