Il mezzo era diretto in Cecenia, ma è precipitato completamente fuori rotta, sull'altra sponda del mar Caspio. Tre le possibili motivazioni al momento
“Bird strike!“, anzi no. Sono ancora tutte da ricostruire le cause che hanno portato allo schianto, nella mattinata di Natale, di un aereo di linea della Azerbaijan Airlines decollato da Baku e diretto a Grozny, in Cecenia. Sul velivolo viaggiavano una settantina di persone, trenta delle quali sono incredibilmente sopravvissute all’incidente uscendo sulle proprie gambe […]
“Bird strike!“, anzi no. Sono ancora tutte da ricostruire le cause che hanno portato allo schianto, nella mattinata di Natale, di un aereo di linea della Azerbaijan Airlines decollato da Baku e diretto a Grozny, in Cecenia. Sul velivolo viaggiavano una settantina di persone, trenta delle quali sono incredibilmente sopravvissute all’incidente uscendo sulle proprie gambe dalla parte di fusoliera rimasta integra. Le indagini sono in pieno svolgimento e utili, nonostante non sia sopravvissuto alcun membro dell’equipaggio, saranno le testimonianze di chi è rimasto in vita e soprattutto ciò che emergerà dall’analisi della scatola nera. Ecco cosa si sa, al momento, sulla dinamica dell’accaduto.
LA ROTTA – La prima anomalia ravvisata è quella sulla rotta tenuta dall’aereo. Il mezzo, partito da Baku, sarebbe dovuto arrivare nell’aeroporto di Grozny, in Cecenia, ma lo schianto è avvenuto da tutt’altra parte, vicino ad Aktau, in Kazakistan. Sul perché i piloti abbiano deciso di cambiare percorso stanno circolando tre ipotesi. La prima è quella fatta girare poco dopo l’incidente dalla compagnia aerea che ha parlato di “bird strike“, ossia collisione con uno o più uccelli che avrebbe danneggiato il mezzo, costringendolo a un atterraggio di emergenza. La stessa versione, però, è stata smentita proprio dalla compagnia.
La seconda è quella secondo cui nell’aeroporto di destinazione finale si fosse addensata una nebbia che rendeva difficoltoso, se non impossibile, l’atterraggio. Sarebbero state quindi le condizioni climatiche avverse a convincere l’equipaggio ad attraversare il mar Caspio per cercare di atterrare in un aeroporto kazako.
Reuters, però, fornisce un’ulteriore lettura possibile. L’agenzia britannica ha rilevato che, nonostante i funzionari non abbiano ancora spiegato perché il mezzo avesse attraversato il mare, lo schianto è avvenuto poco dopo che attacchi con droni avevano colpito la Russia meridionale. Non un avvenimento del tutto indifferente, spiegano, dato che in passato alcuni aeroporti sono stati chiusi in passato proprio a causa di attacchi con droni e che l’aeroporto russo più vicino sulla rotta di volo è stato chiuso mercoledì mattina, dopo che le autorità dell’Inguscezia e dell’Ossezia settentrionale hanno segnalato attacchi mercoledì mattina.
IL VIDEO – Determinante al fine di ricostruire la dinamica di quanto accaduto è anche il video dell’atterraggio già circolato online. Innanzitutto, il mezzo non sembra presentare alcun accenno di incendio o danni evidenti dovuti a un attacco. La cosa che maggiormente colpisce, invece, è l’inclinazione innaturale al momento dell’impatto col suolo, segno che le manovre di atterraggio sono state rese particolarmente difficili, se non impossibili da gestire, da qualche fattore ancora da stabilire, e anche lo sbilanciamento del velivolo sul suo fianco destro.