I circoli Arci di Torino aprono le porte ai rider. Per la prima volta in Italia, la rete dei circoli offrirà un riparo caldo per i lavoratori del delivery che non si fermano anche in queste fredde giornate e serate invernali. Qui potranno trovare un luogo dove riposarsi, caricare i cellulari e andare in bagno tra una consegna e l’altra. Un fatto non scontato: “Spesso i ristoranti non ti fanno andare neanche in bagno – racconta a ilFatto.it il rider Enrico – così sei costretto ad aggiustarti facendola per strada”. Il progetto “Sosta rider” nasce dalla collaborazione tra NidiL CGIL Torino e Arci Torino. “Il problema deve essere risolto a livello governativo – spiega Daniele Mandarno, Arci Torino – ma mentre chi di dovere dovrà legiferare, noi ci siamo mobilitati per provare a dare un servizio”. In assenza di segnali dall’alto, sia dal governo sia dalle aziende, i lavoratori si sono organizzati dal basso. In questo senso è nata anche una Cassa Resistenza Rider Torino Mimmo Rinaldi. Un’associazione che ricalca le società di mutuo soccorso del Novecento che oggi conta una sessantina di iscritti. L’obiettivo? “Dare una mano a chi non ha una casa, o per l’acquisto o la riparazione delle biciclette, oppure per una visita medica o la fisioterapia dopo un infortunio” spiega Enrico. “L’algoritmo e la casa di solidarietà sembrano due mondi diversi di due ere diverse – conclude Danilo Bonucci, Nidil Cgil Torino – i mondi cambiano ma lo sfruttamento è sempre uguale”.
“L’algoritmo e la casa di solidarietà sembrano due mondi diversi di due ere diverse, i mondi cambiano ma lo sfruttamento è sempre uguale” [Video]
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