La Russia è accusata di aver provocato lo schianto dell’aereo passeggeri delle Azerbaijan Airlines nei pressi di Akatu, in Kazakistan. L’incidente, che ha provocato 38 morti, è avvenuto la mattina del 25 dicembre e le indagini sulle cause sono ancora in corso. Nelle ultime ore però, sia fonti del governo azero che rappresentanti Usa, ma anche alcuni media russi, hanno attribuito le resposabilità alla contraerea russa. Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, in un punto con la stampa avvenuto in mattinata, ha dichiarato: “Sarebbe sbagliato fare ipotesi sulle cause finché le indagini non saranno concluse. Noi non lo faremo e nessun altro dovrebbe farlo”. Intanto, sono state recuperate due scatole nere e si attendono i primi riscontri. A bordo del velivolo c’erano 67 passeggeri: 29 persone, tra cui tre bambini, sono sopravvissute allo schianto e potranno essere utili per la ricostruzione dell’accaduto. Oggi in Azerbaijan è stata giornata di lutto nazionale.
LE ACCUSE AI RUSSI – Se in un primo momento si era parlato di bird strike (ovvero impatto con uno stormo di uccelli), la versione è stata subito ritrattata. E circa 24 ore dopo lo schianto, hanno iniziato a circolare le ricostruzioni che accusano direttamente Mosca. La prima rivelazione è arrivata da Euronews, nel primo pomeriggio del 26 dicembre (ora italiana): secondo fonti del governo, riportate in esclusiva, sarebbe stato “un missile terra-aria russo” a causare la caduta del velivolo. La ricostruzione è stata rilanciata poco dopo anche dall’agenzia Reuters, riportando quattro ulteriori conferme da parte di fonti azere. In serata è stato diffuso anche la prima valutazione degli Usa: le difese aeree russe “potrebbero aver colpito” l’aereo azero, ha detto un responsabile statunitense alla Cnn.
Stando alle informazioni riportate da Euronews, il missile della difesa russa sarebbe stato lanciato durante un’operazione di droni sopra Grozny, città dove inizialmente era previsto l’atterraggio dell’aereo. “Le schegge, esplodento vicino all’aereo in volo, hanno colpito passeggeri ed equipaggio“, hanno ricostruito le fonti governative. Inoltre, all’aereo danneggiato sarebbe stato “negato il permesso di atterrare in aeroporti russi, nonostante la richesta di emergenza dei piloti”. A loro è stato invece ordinato di proseguire verso Aktau, in Kazakistan, attraversando il Mar Caspio. Stando ai dati raccolti, i sistemi di navigazione Gps dell’aereo, conclude Euronews, sono stati bloccati per tutta la durata del volo sopra il mare.
Poco prima, altre fonti vicine agli investigatori avevano detto a Euronews che, “mentre l’aereo si avvicinava alla città russa di Grozny, i passeggeri sopravvissuti hanno sentito un’esplosione seguita da quelle che sembravano schegge che colpivano l’aereo e danneggiavano la fusoliera”. Inoltre, AnewZ, giornale con sede in Azerbaijan, ha citato un blogger militare russo che sostiene come “i danni dell’aereo suggeriscano che l’aereo potrebbe essere stato colpito accidentalmente da un sistema missilistico di difesa aerea”. La città di Grozny, ricorda Euronews, è fortemente difesa perché ritenuta “potenziale obiettivo per i droni ucraini”.
L’ipotesi che l’aereo sia stato abbattuto da un missile terra-aria dalle forze di Mosca è sostenuta anche da media russi, scrive l’agenzia Ansa, e rilanciata dai media ucraini. Il potenziale utilizzo di sistemi di difesa aerea sarebbe in linea con diversi resoconti secondo i quali la Cecenia è stata attaccata da droni la mattina del 25 dicembre. Secondo il media indipendente russo Meduza, le immagini dell’aereo azero caduto mostrano tracce compatibili con quelle di un grande impatto da missile sulla sezione di coda del velivolo.
Come riportato dal Guardian, ad accusare direttamente i russi sono gli ucraini. Tra i primi c’è stato, ad esempio, Andriy Kovalenko, capo del Centro per la lotta alla disinformazione del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, che lo ha scritto su X. Inoltre, riferisce ancora il Guardian, il canale Telegram Fighterbomber (che si ipotizza sia gestito dal capitano dell’esercito russo Ilya Tumanov), ha rilanciato un video che mostra fori nel relitto dell’aereo e che “non possono essere stati provocati da uno stormo di uccelli”.
Il governo kazako, oltre al portavoce del Cremlino, ha denunciato come premature queste speculazioni. Le autorità ritengono al momento che “tutti gli scenari sono possibili” e che le verifiche sono in corso. L’Azerbaigian Airlines ha inizialmente affermato che l’aereo aveva colpito uno stormo di uccelli, salvo poi ritirare la versione. Anche l’agenzia russa per l’aviazione civile (Rosaviatsia) aveva però parlato in un primo momento di una “collisione con uccelli”, citando informazioni “preliminari”. Il dipartimento regionale del ministero della Sanità kazako ha riferito invece, in un comunicato, dell’”esplosione di un palloncino” a bordo dell’aereo, senza ulteriori dettagli.
L’INCHIESTA AZERA – Ad Astana, capitale del Kazakistan, è stata aperta un’inchiesta sull’accaduto. Intanto, in serata, il ministro dei Trasporti Marat Karabayev ha dato le prime informazioni ufficiali: “L’equipaggio dell’aereo non è riuscito a mantenerlo in volo a causa del guasto di numerosi sistemi di controllo”, ha detto. L’Embraer 190 “stava volando dalla città di Grozny ad un aeroporto alternativo, i sistemi di controllo dell’aereo sono saltati prima di entrare nello spazio aereo del Kazakistan: l’equipaggio non è stato in grado di mantenere una rotta stabile e l’altitudine”, ha precisato il responsabile citato dalla Tass.
Inoltre, a bordo, c’è stata “l’esplosione di una bombola di ossigeno”. Dichiarata l’emergenza, l’equipaggio, secondo il ministro, ha scelto di dirigersi verso l’aeroporto di Ataku mentre era in rotta tra Baku e Grozny. L’esplosione “è avvenuta nella cabina passeggeri, molti stavano perdendo conoscenza e i piloti hanno chiesto unità di rianimazione” alla destinazione di arrivo.
Il presidente della camera alta del parlamento kazako (Senato), Maulen Ashimbaiev, ha dichiarato che “non è possibile” per ora dire che cosa abbia causato il disastro. “Dei veri esperti se ne occupano e arriveranno alle loro conclusioni. Né il Kazakistan, né la Russia, néi l’Azerbaijan hanno interesse a nascondere informazioni”, ha detto il dirigente politico kazako citato dall’agenzia russa Tass.